Obiettivo del nostro lavoro è dimostrare perché la fissazione esterna sia oggi da considerare una tecnica mininvasiva nel trattamento in acuto delle fratture delle ossa lunghe. Il fissatore esterno infatti si applica per via percutanea, con incisioni cutanee molto limitate, con invasività minima a carico dei tessuti molli che rimangono aggredibili per eventuali trattamenti successivi. L’applicazione è sempre facile, per il numero esiguo di componenti da montare. La rimozione è sempre agevole e quasi sempre non dolorosa. Inoltre il tasso di infezioni da elemento di presa è diventato oggi molto basso, e quando si verifica è sempre facile da risolvere. La procedura rispetta le strutture periostali e vascolari, perché l’impianto realizza la presa ossea lontano dal focolaio di frattura, consente la riduzione per manovre esterne. Proprio per questi motivi favorisce la formazione di callo osseo naturale di origine periostale. La tecnica dovrebbe trovare indicazione nel trattamento delle fratture diafisarie delle ossa lunghe, specialmente di tibia ed omero, ad alta e bassa energia, nel trattamento delle fratture chiuse epifiso-metafisarie di radio e tibia e nelle fratture esposte, sia come trattamento definitivo che temporaneo. In 24 mesi, abbiamo realizzato 177 montaggi, 152 definitivi e 25 temporanei. Dei definitivi è giunto a consolidazione senza problemi, in tempi normali, senza variazioni dell’asse anatomico, il 99,3%. Nel 10,5% è residuata una modesta riduzione articolare post rimozione, nel 2% si è verificata perdita di riduzione, nel 3,3% episodi di infezioni superficiali, nessun fenomeno di infezione profonda e rottura degli elementi di presa. Negli impianti temporanei, abbiamo osservato, il 12% di infezioni superficiali, nessun fenomeno di infezione profonda e rottura degli elementi di presa, non si sono mai verificati fenomeni infettivi nel passaggio ad altri mezzi di sintesi.

La fissazione esterna: tecnica mini-invasiva nella traumatologia delle ossa lunghe.

ALDEGHERI, ROBERTO;
2009

Abstract

Obiettivo del nostro lavoro è dimostrare perché la fissazione esterna sia oggi da considerare una tecnica mininvasiva nel trattamento in acuto delle fratture delle ossa lunghe. Il fissatore esterno infatti si applica per via percutanea, con incisioni cutanee molto limitate, con invasività minima a carico dei tessuti molli che rimangono aggredibili per eventuali trattamenti successivi. L’applicazione è sempre facile, per il numero esiguo di componenti da montare. La rimozione è sempre agevole e quasi sempre non dolorosa. Inoltre il tasso di infezioni da elemento di presa è diventato oggi molto basso, e quando si verifica è sempre facile da risolvere. La procedura rispetta le strutture periostali e vascolari, perché l’impianto realizza la presa ossea lontano dal focolaio di frattura, consente la riduzione per manovre esterne. Proprio per questi motivi favorisce la formazione di callo osseo naturale di origine periostale. La tecnica dovrebbe trovare indicazione nel trattamento delle fratture diafisarie delle ossa lunghe, specialmente di tibia ed omero, ad alta e bassa energia, nel trattamento delle fratture chiuse epifiso-metafisarie di radio e tibia e nelle fratture esposte, sia come trattamento definitivo che temporaneo. In 24 mesi, abbiamo realizzato 177 montaggi, 152 definitivi e 25 temporanei. Dei definitivi è giunto a consolidazione senza problemi, in tempi normali, senza variazioni dell’asse anatomico, il 99,3%. Nel 10,5% è residuata una modesta riduzione articolare post rimozione, nel 2% si è verificata perdita di riduzione, nel 3,3% episodi di infezioni superficiali, nessun fenomeno di infezione profonda e rottura degli elementi di presa. Negli impianti temporanei, abbiamo osservato, il 12% di infezioni superficiali, nessun fenomeno di infezione profonda e rottura degli elementi di presa, non si sono mai verificati fenomeni infettivi nel passaggio ad altri mezzi di sintesi.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/100080
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact