Il principio essenziale del costituzionalismo, in tutte le epoche storiche, consiste nella "limitazione del governo mercé il diritte. In quest'ottica, l'uso di espressioni quali diritto di necessità, stato di eccezione o di emergenza nell'ambito del diritto pubblico rinvia ad una problematica ricorrente del costituzionalismo che, in termini generali, può essere riassunta nel tentativo di estendere le garanzie giuridiche normalmente operanti nei confronti del governo a tutte quelle ipotesi estreme di disordine o di pericolo nelle quali si ritiene che i poteri pubblici debbano ricorrere a provvedimenti straordinari per la cura dei supremi interessi collettivi, con la conseguente potenziale lesione delle stesse fondamentali regole poste a presidio della convivenza civile. La rappresentazione di un tale potere eccezionale del governo come vincolato al fine del ripristino della situazione antecedente - per quanta discutibile se visto in una prospettiva storica - varrebbe a distinguerlo da un lato dagli eventi rivoluzionari diretti alla fondazione di un nuovo ordinamento giuridico, e dall'altro dai regimi dispotici e arbitrari. La storia ci dimostra che quest'intenzione è lungi dal costituire ilcriterio generalmente seguito. Le moderne riflessioni sulla funzione conservativa dell'emergenza costituzionale prenderanno avvio solo con lo sviluppo dell'idea del potere costituente a partire dall'epoca della guerra civile inglese del XVII secolo, nella quale prenderanno forma le problematiche, strettamente connesse, del potere costituente e del custode della costituzione. In effetti, l'aspirazione alla continuità è un elemento essenziale di ogni esperienza costituzionale.L’emergenza presenta comunque un dilemma, un vero e proprio paradosso secondo il quale si ammette la violazione della costituzione proprio allo scopo di preservarne l'esistenza. L’assegnazione di un valore prevalente al tema della sicurezza può condurre insensibilmente a privilegiare il ruolo del potere esecutivo, cui spetta questa prioritaria funzione, nelle delicate operazioni di bilanciamento fra gli interessi costituzionali che richiedono invece una collaborazione dialogica fra tutti i poteri istituzionali. Il rischio è quello di sacrificare le fondamentali libertà civili nell'illusoria ricerca di una sicurezza assoluta. Inquesta prospettiva, il lavoro monografico si propone di verificare il grado di intervento ammissibile da parte degli apparati statali sulla sfera dei diritti individuali in funzione della sicurezza nazionale e di accertare a quale punto effettivamente siano operanti i meccanismi di bilanciamentoe le possibilità di riequilibrio dei sistemi costituzionali. In via preliminare, siprocedead una breve esposizione delle essenziali linee problematiche dell'emergenza costituzionale sia nelle generali riflessioni teoriche che nelle sue dimensioni attuali e, per certi versi, inedite che si trovano rappresentate in modo significativo nella recente esperienza statunitense. In un approfondimento di questi temi, il secondo capitolo dell'indagine è rivolto ad evidenziare, in una prospettiva comparatistica, la tendenziale convergenza verso un modello uniforme di organizzazione dei poteri istituzionali di emergenza nei sistemi delle democrazie occidentali e l'adozione di uno schema sostanzialmente omogeneo di risposta, in una commistione di soluzioni normative e di prassi applicative, nel settore della sicurezza interna messa alla prova dai problemi della violenza politica. Il terzo capitolo è invece dedicato specificamente all'esame dell'esperienza statunitense che ripropone in modo emblematico la questione di come far valere i limiti invalicabili di tollerabilità nel rapporto fra emergenza e misure straordinarie: le garanzie del bill of rightse il principio di separazione tra i poteri, che dovrebbero costituire limiti teoricamente imprescindibili, sono stati sconfessati negli interventi normativi e nelle prassi operative realizzate dopo I'11 settembre.

L'EMERGENZA NEL CONFLITTO FRA LIBERTA' E SICUREZZA

BENAZZO, ANTONELLA
2004

Abstract

Il principio essenziale del costituzionalismo, in tutte le epoche storiche, consiste nella "limitazione del governo mercé il diritte. In quest'ottica, l'uso di espressioni quali diritto di necessità, stato di eccezione o di emergenza nell'ambito del diritto pubblico rinvia ad una problematica ricorrente del costituzionalismo che, in termini generali, può essere riassunta nel tentativo di estendere le garanzie giuridiche normalmente operanti nei confronti del governo a tutte quelle ipotesi estreme di disordine o di pericolo nelle quali si ritiene che i poteri pubblici debbano ricorrere a provvedimenti straordinari per la cura dei supremi interessi collettivi, con la conseguente potenziale lesione delle stesse fondamentali regole poste a presidio della convivenza civile. La rappresentazione di un tale potere eccezionale del governo come vincolato al fine del ripristino della situazione antecedente - per quanta discutibile se visto in una prospettiva storica - varrebbe a distinguerlo da un lato dagli eventi rivoluzionari diretti alla fondazione di un nuovo ordinamento giuridico, e dall'altro dai regimi dispotici e arbitrari. La storia ci dimostra che quest'intenzione è lungi dal costituire ilcriterio generalmente seguito. Le moderne riflessioni sulla funzione conservativa dell'emergenza costituzionale prenderanno avvio solo con lo sviluppo dell'idea del potere costituente a partire dall'epoca della guerra civile inglese del XVII secolo, nella quale prenderanno forma le problematiche, strettamente connesse, del potere costituente e del custode della costituzione. In effetti, l'aspirazione alla continuità è un elemento essenziale di ogni esperienza costituzionale.L’emergenza presenta comunque un dilemma, un vero e proprio paradosso secondo il quale si ammette la violazione della costituzione proprio allo scopo di preservarne l'esistenza. L’assegnazione di un valore prevalente al tema della sicurezza può condurre insensibilmente a privilegiare il ruolo del potere esecutivo, cui spetta questa prioritaria funzione, nelle delicate operazioni di bilanciamento fra gli interessi costituzionali che richiedono invece una collaborazione dialogica fra tutti i poteri istituzionali. Il rischio è quello di sacrificare le fondamentali libertà civili nell'illusoria ricerca di una sicurezza assoluta. Inquesta prospettiva, il lavoro monografico si propone di verificare il grado di intervento ammissibile da parte degli apparati statali sulla sfera dei diritti individuali in funzione della sicurezza nazionale e di accertare a quale punto effettivamente siano operanti i meccanismi di bilanciamentoe le possibilità di riequilibrio dei sistemi costituzionali. In via preliminare, siprocedead una breve esposizione delle essenziali linee problematiche dell'emergenza costituzionale sia nelle generali riflessioni teoriche che nelle sue dimensioni attuali e, per certi versi, inedite che si trovano rappresentate in modo significativo nella recente esperienza statunitense. In un approfondimento di questi temi, il secondo capitolo dell'indagine è rivolto ad evidenziare, in una prospettiva comparatistica, la tendenziale convergenza verso un modello uniforme di organizzazione dei poteri istituzionali di emergenza nei sistemi delle democrazie occidentali e l'adozione di uno schema sostanzialmente omogeneo di risposta, in una commistione di soluzioni normative e di prassi applicative, nel settore della sicurezza interna messa alla prova dai problemi della violenza politica. Il terzo capitolo è invece dedicato specificamente all'esame dell'esperienza statunitense che ripropone in modo emblematico la questione di come far valere i limiti invalicabili di tollerabilità nel rapporto fra emergenza e misure straordinarie: le garanzie del bill of rightse il principio di separazione tra i poteri, che dovrebbero costituire limiti teoricamente imprescindibili, sono stati sconfessati negli interventi normativi e nelle prassi operative realizzate dopo I'11 settembre.
2004
9788834853238
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