Molteplici sono le cause che condizionano, oggi, in misura negativa, il porsi concreto dei professionisti sanitari riguardo al tema dell’ informazione, della comunicazione e del consenso alle cure. Il processo di giuridizzazione (contrattualizzazione) della medicina e la diffusa e prevalente tendenza di assiomatizzare la cura rischiano: a) di appiattire i contenuti, le modalità ed i valori di riferimento che ispirano l’esercizio professionale; b) di strutturare, nella comunità professionale, una serie di “luoghi comuni” e di “stereotipi” culturali sulla spinta di pressioni di ordine economico e, parallelamente, di istanze di ordine difensivo. Questa tendenza, spinta a proceduralizzare anche la relazione informativa (comunicativa) tra il professionista della salute e la persona ed a codificare il “consenso informato” quale adempimento orientato su automatismi volti a prevenire le sanzioni, induce a condizionamenti culturali deteriori e alla perdita, per la nostra professione, di autonomia, di ruolo e di credibilità sociale. Recuperare e re-interpretare (al passo con i tempi) i valori ed i principi autonomamente elaborati dalla nostra tradizione professionale è oggi un impegno morale forte e da condividere; e la Medicina Legale deve, in tale processo, esercitare un ruolo attivo, pedagogicamente finalizzato a ri-orientare la responsabilità medica sull’ impegno e sulla solidarietà, senza ricorrere ai “luoghi comuni”, ai formalismi ed alla pre-costituzione di cause di giustificazione.

L'istanza etica dell'autonomia della persona umana ed il diritto alla salute: consenso informato o consenso comunicato?

RODRIGUEZ, DANIELE
2006

Abstract

Molteplici sono le cause che condizionano, oggi, in misura negativa, il porsi concreto dei professionisti sanitari riguardo al tema dell’ informazione, della comunicazione e del consenso alle cure. Il processo di giuridizzazione (contrattualizzazione) della medicina e la diffusa e prevalente tendenza di assiomatizzare la cura rischiano: a) di appiattire i contenuti, le modalità ed i valori di riferimento che ispirano l’esercizio professionale; b) di strutturare, nella comunità professionale, una serie di “luoghi comuni” e di “stereotipi” culturali sulla spinta di pressioni di ordine economico e, parallelamente, di istanze di ordine difensivo. Questa tendenza, spinta a proceduralizzare anche la relazione informativa (comunicativa) tra il professionista della salute e la persona ed a codificare il “consenso informato” quale adempimento orientato su automatismi volti a prevenire le sanzioni, induce a condizionamenti culturali deteriori e alla perdita, per la nostra professione, di autonomia, di ruolo e di credibilità sociale. Recuperare e re-interpretare (al passo con i tempi) i valori ed i principi autonomamente elaborati dalla nostra tradizione professionale è oggi un impegno morale forte e da condividere; e la Medicina Legale deve, in tale processo, esercitare un ruolo attivo, pedagogicamente finalizzato a ri-orientare la responsabilità medica sull’ impegno e sulla solidarietà, senza ricorrere ai “luoghi comuni”, ai formalismi ed alla pre-costituzione di cause di giustificazione.
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