La logica medesima dell’individualismo moderno conduce alla enunciazione di un insieme di diritti che sono, ad un tempo, necessari all’esistenza del potere statale e dipendenti per la propria vigenza da questo potere medesimo: è il paradosso insito nell’autoaffermazione dell’individuo, “parte universale” e portatore di diritti fondamentali universali e indisponibili, la cui determinazione e tutela non può tuttavia avvenire se non per mezzo dell’imposizione statale. L’analisi fenomenologica della relazione politica implica necessariamente anche la ricostruzione della fenomenologia della differenza e, quindi, delle basi stesse di una teoria concreta dei diritti umani, a muovere dal differire del soggetto in quanto centro di una attività di significazione. Di qui l’idea di una “cittadinanza fenomenologica”, che non è attribuzione di uno status da parte di una autorità costituita, ma il mostrarsi della discorsività come discorsività originariamente politica. Vi è una aporia della positivizzazione dei diritti che porta aconcludere che i diritti umani si danno solo come diritti costitutivamente incompleti: nel nostro mondo c’è sempre alcunché di “umano” a cui non sono ancora riconosciuti i suoi diritti.
Le ragioni dello straniero di Elea. Individui, soggetti e "mondo" nella teoria dei diritti umani
FIASCHI, GIOVANNI
2004
Abstract
La logica medesima dell’individualismo moderno conduce alla enunciazione di un insieme di diritti che sono, ad un tempo, necessari all’esistenza del potere statale e dipendenti per la propria vigenza da questo potere medesimo: è il paradosso insito nell’autoaffermazione dell’individuo, “parte universale” e portatore di diritti fondamentali universali e indisponibili, la cui determinazione e tutela non può tuttavia avvenire se non per mezzo dell’imposizione statale. L’analisi fenomenologica della relazione politica implica necessariamente anche la ricostruzione della fenomenologia della differenza e, quindi, delle basi stesse di una teoria concreta dei diritti umani, a muovere dal differire del soggetto in quanto centro di una attività di significazione. Di qui l’idea di una “cittadinanza fenomenologica”, che non è attribuzione di uno status da parte di una autorità costituita, ma il mostrarsi della discorsività come discorsività originariamente politica. Vi è una aporia della positivizzazione dei diritti che porta aconcludere che i diritti umani si danno solo come diritti costitutivamente incompleti: nel nostro mondo c’è sempre alcunché di “umano” a cui non sono ancora riconosciuti i suoi diritti.Pubblicazioni consigliate
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