Il saggio intende evidenziare la grande attualità delle intuizioni agazziane riguardanti l’educazione linguistica nella scuola dell’infanzia. Mossa dall’esperienza concreta più che dal problema teoretico del linguaggio, R. Agazzi propone una didattica della lingua i cui motivi fondamentali trovano ampio riscontro nelle concezioni dell’apprendimento linguistico oggi più accreditate. Sorprendenti corrispondenze sono rilevabili tra l’insistenza di R. Agazzi sull’irriducibilità dell’educazione linguistica a mero esercizio nomenclatorio, sull’insopprimibile esigenza di partire dalla “socievolezza” per promuovere l’affinamento della verbalità nel bambino, sul fatto che l’”azione [...] è stimolo alla parola”, sull’efficacia del far “grammatica senza grammatica” e quanto vanno sostenendo gli Orientamenti del 1991. Le sue opere si rivelano assai feconde anche in relazione ad un’altra questione, quella della formazione linguistica dei maestri: “Lasciamo una grande libertà. - afferma R. Agazzi - Se l’educatrice avrà avuto cura, fin dai primi giorni, di abituare i bambini a giuocare, col dovuto rispetto alle persone e alle cose, essi apriranno una conversazione animata e graziosa, nella quale ella potrà intervenire col più vivo interesse. E’ specialmente in questi momenti che la maestra deve svolgere la sua attività di educatrice: coll’ascoltare, correggere, giocare, appianare difficoltà, suggerire”, cioè facendosi regista e osservatrice dell’interazione educativa: Anche sull’articolata preparazione all’esercizio di questo ruolo, implicante il possesso di un complesso intreccio di competenze professionali, gli scritti di R. Agazzi offrono preziosi spunti di riflessione.

Educazione linguistica: l'attualita' delle intuizioni agazziane

GASPERI, EMMA
2001

Abstract

Il saggio intende evidenziare la grande attualità delle intuizioni agazziane riguardanti l’educazione linguistica nella scuola dell’infanzia. Mossa dall’esperienza concreta più che dal problema teoretico del linguaggio, R. Agazzi propone una didattica della lingua i cui motivi fondamentali trovano ampio riscontro nelle concezioni dell’apprendimento linguistico oggi più accreditate. Sorprendenti corrispondenze sono rilevabili tra l’insistenza di R. Agazzi sull’irriducibilità dell’educazione linguistica a mero esercizio nomenclatorio, sull’insopprimibile esigenza di partire dalla “socievolezza” per promuovere l’affinamento della verbalità nel bambino, sul fatto che l’”azione [...] è stimolo alla parola”, sull’efficacia del far “grammatica senza grammatica” e quanto vanno sostenendo gli Orientamenti del 1991. Le sue opere si rivelano assai feconde anche in relazione ad un’altra questione, quella della formazione linguistica dei maestri: “Lasciamo una grande libertà. - afferma R. Agazzi - Se l’educatrice avrà avuto cura, fin dai primi giorni, di abituare i bambini a giuocare, col dovuto rispetto alle persone e alle cose, essi apriranno una conversazione animata e graziosa, nella quale ella potrà intervenire col più vivo interesse. E’ specialmente in questi momenti che la maestra deve svolgere la sua attività di educatrice: coll’ascoltare, correggere, giocare, appianare difficoltà, suggerire”, cioè facendosi regista e osservatrice dell’interazione educativa: Anche sull’articolata preparazione all’esercizio di questo ruolo, implicante il possesso di un complesso intreccio di competenze professionali, gli scritti di R. Agazzi offrono preziosi spunti di riflessione.
2001
Alle origini dell'esperienza agazziana: sottolineature e discorsi
9788884340603
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