Oltre a essere manifestazione imponente della fede e della presenza francescana nella città, meta di pellegrinaggi, luogo di culto, espressione superba dell’arte medioevale, anzi delle più alte manifestazioni artistiche di epoche diverse, la Basilica del Santo di Padova è stata anche uno spazio grafico, uno spazio cioè in cui, in modo più o meno organizzato e ordinato, si sono prodotte e si conservano scritture esposte, e fra di esse iscrizioni lapidee, in primis funerarie. Tuttavia le scritte esposte destinate alla commemorazione dei defunti, che risultano forse le più attestate da un punto di vista numerico, sono comunque solo una delle tipologie testuali possibili, in un contesto che vede un proliferare e sovrapporsi continuo delle parole scritte, da quelle che occupano i cartigli o fungono da didascalie alle immagini dipinte, a quelle incise che ricordano fondazioni e donazioni, a quelle usate dagli artisti per firmare le loro opere e lasciare la traccia concreta del proprio lavoro. Nel loro complesso le iscrizioni funerarie trecentesche del Santo, analizzate secondo tanti circostanziati criteri, si presentano con un profilo straordinariamente coerente. Si tratta di una raccolta numericamente cospicua, che conferma l’importanza del Santo come uno dei loci eletti, privilegiati, per la commemorazione dei defunti, e precipuamente dei defunti illustri, specie laici, appartenenti a famiglie eminenti, che hanno rivestito ruoli di qualche spessore, e che hanno dunque ereditato o acquisito il diritto, o il privilegio, di celebrare e perpetuare il ricordo di sé in questo contesto così significativo anche grazie alla parola scritta. Ma questo corpus epigrafico si presenta di uno straordinario livello medio anche se lo valutiamo attraverso la prospettiva esclusiva del suo aspetto artistico-formale: oltre a essere inserite, nella maggioranza dei casi, in contesti monumentali di elaborata e superba raffinatezza, le epigrafi del Santo sono anche prodotti grafici fortemente stilizzati, in scritture nitide e ineccepibili.

Le epigrafi funerarie trecentesche del Santo

GIOVE', NICOLETTA
2003

Abstract

Oltre a essere manifestazione imponente della fede e della presenza francescana nella città, meta di pellegrinaggi, luogo di culto, espressione superba dell’arte medioevale, anzi delle più alte manifestazioni artistiche di epoche diverse, la Basilica del Santo di Padova è stata anche uno spazio grafico, uno spazio cioè in cui, in modo più o meno organizzato e ordinato, si sono prodotte e si conservano scritture esposte, e fra di esse iscrizioni lapidee, in primis funerarie. Tuttavia le scritte esposte destinate alla commemorazione dei defunti, che risultano forse le più attestate da un punto di vista numerico, sono comunque solo una delle tipologie testuali possibili, in un contesto che vede un proliferare e sovrapporsi continuo delle parole scritte, da quelle che occupano i cartigli o fungono da didascalie alle immagini dipinte, a quelle incise che ricordano fondazioni e donazioni, a quelle usate dagli artisti per firmare le loro opere e lasciare la traccia concreta del proprio lavoro. Nel loro complesso le iscrizioni funerarie trecentesche del Santo, analizzate secondo tanti circostanziati criteri, si presentano con un profilo straordinariamente coerente. Si tratta di una raccolta numericamente cospicua, che conferma l’importanza del Santo come uno dei loci eletti, privilegiati, per la commemorazione dei defunti, e precipuamente dei defunti illustri, specie laici, appartenenti a famiglie eminenti, che hanno rivestito ruoli di qualche spessore, e che hanno dunque ereditato o acquisito il diritto, o il privilegio, di celebrare e perpetuare il ricordo di sé in questo contesto così significativo anche grazie alla parola scritta. Ma questo corpus epigrafico si presenta di uno straordinario livello medio anche se lo valutiamo attraverso la prospettiva esclusiva del suo aspetto artistico-formale: oltre a essere inserite, nella maggioranza dei casi, in contesti monumentali di elaborata e superba raffinatezza, le epigrafi del Santo sono anche prodotti grafici fortemente stilizzati, in scritture nitide e ineccepibili.
2003
Cultura, arte e committenza nella Basilica di S. Antonio di Padova nel Trecento (= "Il Santo", 42 (2002))
8885155561
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