Nell’universo altomedievale il libro è sicuramente un oggetto prezioso, indicatore dello status sociale ed economico, più che di quello meramente culturale, di chi lo possiede, e dunque è un tesoro. Si impone una nuova ideologia delle funzioni del libro, che non viene più inteso come uno strumento funzionale, fruibile in quanto supporto e vettore di un testo destinato alla lettura, ma che viene elaborato e mutato in un simbolo, vuoi della parola di Dio, vuoi delle ricchezze e della potenza di un sovrano, di un signore, di una chiesa o dei suoi ministri, e dunque trasformato in un tesoro. Il libro può essere infatti un tesoro metaforico, in quanto racchiude e conserva in sé il sacro, dunque il messaggio di Dio. Può essere un tesoro materiale, in quanto manufatto costoso e prezioso. Può far parte di un tesoro, di soli libri o, più latamente e frequentemente, di beni di valore, accumulati per motivi e scopi diversi e secondo modalità diverse. In un’epoca in cui si consuma inevitabilmente e ineluttabilmente la transizione dalla testualizzazione alla visualizzazione, di più, alla simbolizzazione della parola, la trasformazione del libro in tesoro, o in una parte di un tesoro, si sostanzia di fatto nel passaggio dalla fruizione attiva alla conservazione passiva del libro. Libro che entra nel tesoro di un possessore laico o ecclesiastico, diviene un tassello della costruzione patrimoniale, e, come tale, viene donato e ricevuto, insomma scambiato, attivando o rinsaldando un legame di dipendenza o di patronatus.
I libri del tesoro
GIOVE', NICOLETTA
2004
Abstract
Nell’universo altomedievale il libro è sicuramente un oggetto prezioso, indicatore dello status sociale ed economico, più che di quello meramente culturale, di chi lo possiede, e dunque è un tesoro. Si impone una nuova ideologia delle funzioni del libro, che non viene più inteso come uno strumento funzionale, fruibile in quanto supporto e vettore di un testo destinato alla lettura, ma che viene elaborato e mutato in un simbolo, vuoi della parola di Dio, vuoi delle ricchezze e della potenza di un sovrano, di un signore, di una chiesa o dei suoi ministri, e dunque trasformato in un tesoro. Il libro può essere infatti un tesoro metaforico, in quanto racchiude e conserva in sé il sacro, dunque il messaggio di Dio. Può essere un tesoro materiale, in quanto manufatto costoso e prezioso. Può far parte di un tesoro, di soli libri o, più latamente e frequentemente, di beni di valore, accumulati per motivi e scopi diversi e secondo modalità diverse. In un’epoca in cui si consuma inevitabilmente e ineluttabilmente la transizione dalla testualizzazione alla visualizzazione, di più, alla simbolizzazione della parola, la trasformazione del libro in tesoro, o in una parte di un tesoro, si sostanzia di fatto nel passaggio dalla fruizione attiva alla conservazione passiva del libro. Libro che entra nel tesoro di un possessore laico o ecclesiastico, diviene un tassello della costruzione patrimoniale, e, come tale, viene donato e ricevuto, insomma scambiato, attivando o rinsaldando un legame di dipendenza o di patronatus.Pubblicazioni consigliate
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