Considerato che le indagini condotte da Bruno Stäblein, Kurt von Fiscer e Theodor Göllner pone la necessità di avviare un censimento sistematico delle fonti, accompagnato da uno studio comparato dei testimoni soprattutto dell’area italiana, vengono analizzate le intonazioni della Passione contenute in sette Cantorini dei secoli XV-XVII, manoscritti e a stampa, destinati alla pratica corale e in uso presso francescani, benedettini, canonici regolari e clero secolare. Il confronto tra gli elementi costitutivi delle diverse intonazioni, in notazione quadrata nera su tetragramma rosso, ha permesso di stabilire che esse sono tutte costruite sul modo di Fa, il cosiddetto tono romano, confermando una sostanziale aderenza alla quella consuetudine comune fissata da Giovanni Guidetto nel 1586. Tuttavia, sono emerse numerose e interessanti anche le specificità, quali la preferenza per i passaggi melismatici e le cadenze ornate dei testimoni benedettini, o il ricorso a figure tipiche della notazione mensurale come la “nota plicata”, la “ternaria plicata”, le “ligature”, le “coniuncturae” e la “prolatio” presenti nelle edizioni veneziane del Cinquecento. Per permettere le verifiche, in appendice è data la trascrizione sinottica di passi coerenti tratti dalle singole fonti.
Intonazioni della Passione in alcuni Cantorini dei secoli XV-XVII
LOVATO, ANTONIO
2001
Abstract
Considerato che le indagini condotte da Bruno Stäblein, Kurt von Fiscer e Theodor Göllner pone la necessità di avviare un censimento sistematico delle fonti, accompagnato da uno studio comparato dei testimoni soprattutto dell’area italiana, vengono analizzate le intonazioni della Passione contenute in sette Cantorini dei secoli XV-XVII, manoscritti e a stampa, destinati alla pratica corale e in uso presso francescani, benedettini, canonici regolari e clero secolare. Il confronto tra gli elementi costitutivi delle diverse intonazioni, in notazione quadrata nera su tetragramma rosso, ha permesso di stabilire che esse sono tutte costruite sul modo di Fa, il cosiddetto tono romano, confermando una sostanziale aderenza alla quella consuetudine comune fissata da Giovanni Guidetto nel 1586. Tuttavia, sono emerse numerose e interessanti anche le specificità, quali la preferenza per i passaggi melismatici e le cadenze ornate dei testimoni benedettini, o il ricorso a figure tipiche della notazione mensurale come la “nota plicata”, la “ternaria plicata”, le “ligature”, le “coniuncturae” e la “prolatio” presenti nelle edizioni veneziane del Cinquecento. Per permettere le verifiche, in appendice è data la trascrizione sinottica di passi coerenti tratti dalle singole fonti.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.