Il contributo prende in considerazione una serie di testimonianze liturgico-musicali manoscritte e a stampa dei secoli XVII-XIX, conservate nelle principali biblioteche di Padova, ed esamina la natura delle varianti e degli unica rispetto alle intonazioni tradizionali codificate dalla riforma romano-francescana (sec. XIII), ma anche nei confronti delle ripetute revisioni a stampa attuate nei secoli XVI-XVIII. Dalla comparazione dei testimoni emerge un quadro molto vario ed esteso di contrafacta, adattamenti e centonizzazioni, di intonazioni in canto piano neo- o pseudo-gregoriano e in canto fratto, di polifonie semplici e amplificazioni lasciate alla libera improvvisazione, che estende considerevolmente il repertorio dei modelli più antichi, ritenuti tipici. L'analisi di questa produzione tardiva pone l'esigenza di una indicizzazione sistematica, come strumento preliminare per potere poi ricostruire la continuità della tradizione liturgico-musicale della Chiesa d'Occidente in tutte le sue sfaccettature. Si tratta di proseguire l'impegno di ridisegnare la vera fisionomia di un repertorio che per secoli ha costituito l'ossatura portante della pratica musicale legata al culto nelle nostre regioni, secondo la metodologia e l'esperienza maturate con i progetti interuniversitari ARCHANGELUS e RAPHAEL.

Il canto piano in fonti tardive di Padova. Problemi di identificazione e descrizione catalografica

LOVATO, ANTONIO
2002

Abstract

Il contributo prende in considerazione una serie di testimonianze liturgico-musicali manoscritte e a stampa dei secoli XVII-XIX, conservate nelle principali biblioteche di Padova, ed esamina la natura delle varianti e degli unica rispetto alle intonazioni tradizionali codificate dalla riforma romano-francescana (sec. XIII), ma anche nei confronti delle ripetute revisioni a stampa attuate nei secoli XVI-XVIII. Dalla comparazione dei testimoni emerge un quadro molto vario ed esteso di contrafacta, adattamenti e centonizzazioni, di intonazioni in canto piano neo- o pseudo-gregoriano e in canto fratto, di polifonie semplici e amplificazioni lasciate alla libera improvvisazione, che estende considerevolmente il repertorio dei modelli più antichi, ritenuti tipici. L'analisi di questa produzione tardiva pone l'esigenza di una indicizzazione sistematica, come strumento preliminare per potere poi ricostruire la continuità della tradizione liturgico-musicale della Chiesa d'Occidente in tutte le sue sfaccettature. Si tratta di proseguire l'impegno di ridisegnare la vera fisionomia di un repertorio che per secoli ha costituito l'ossatura portante della pratica musicale legata al culto nelle nostre regioni, secondo la metodologia e l'esperienza maturate con i progetti interuniversitari ARCHANGELUS e RAPHAEL.
2002
Melodie dimenticate. Stato delle ricerche sui manoscritti di canto liturgico
9788822251244
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