In difesa della famiglia? Divorzisti e antidivorzisti in Italia tra Otto e Novecento

Dopo un approfondimento dedicato all’introduzione del matrimonio civile nel diritto italiano postunitario ed ai problemi applicativi del nuovo istituto, il volume prende in esame il diritto di famiglia tra l’ultimo trentennio del XIX secolo ed il primo ventennio del Novecento, ed in particolare il complesso e vivo dibattito sull’introduzione del divorzio. Alle numerose proposte legislative in tal senso, avviate negli anni Settanta dell’Ottocento da figure pionieristiche come quella di Salvatore Morelli e proseguite ad ‘ondate’ successive con il contributo di personalità assai diverse tra loro, si accompagna un vivacissimo dibattito che coinvolge gli ambienti legati alla politica e alla società civile, ma anche e soprattutto la dottrina civilistica e gli operatori giuridici. Lo studio si sofferma sui contenuti dei diversi progetti e disegni di legge e sulle riflessioni dottrinali che li accompagnano, sottolineando caratteri salienti ed argomenti ricorrenti nell’argomentare dei divorzisti e degli antidivorzisti. Spiccano in particolare le posizioni di importanti civilisti che ebbero un ruolo fondamentale ed influirono fortemente sugli esiti della discussione, in Parlamento e non solo, tra i quali si si segnalano quelle di Carlo Francesco Gabba, Giuseppe Zanardelli, Vittorio Polacco, Antonio Salandra ed altri. Emergono così le ragioni soprattutto giuridiche di una mancata riforma, che si individuano in una insanabile frattura tra due modi del tutto opposti di vedere l’istituzione familiare e la società civile stessa, da una parte ponendo al centro l’individuo (di qui l’ostinata difesa della nozione contrattualistica del matrimonio) e dall’altra sottolineando piuttosto il bene comune, cui il singolo può e deve essere se necessario sacrificato.