La ricerca verte su 10 emozioni, spesso indagate in letteratura e presumibilmente frequenti, sia “di base” che “complesse”: Gioia, Orgoglio, Tristezza, Paura/Ansia, Sorpresa, Rabbia, Disgusto, Colpa, Imbarazzo, e Gelosia. I rapporti interpersonali tra protagonista (P) e agente (A) indagati furono 7 A è rispettivamente (i) Sè stesso, (ii) Genitore (padre/madre) di P, (iii) Fratello/sorella, (iv) Partner, (v) Amico/a, (vi) Conoscente, (vii) Boss (capo/un superiore) nell’ambito del lavoro. Per ogni emozione furono costruite delle vignette che riportavano un evento causato da uno di questi 7 agenti, per un totale di 39 eventi (alcune relazioni, risultate poco significative in una ricerca precedente, non furono testate) - per es., P scopre che A, suo amico, si è tenuto il portafoglio, di un compagno di scuola, che ha trovato; P scopre che A, la sua partner, vede un altro; P “perde” A, suo fratello ed amico, perché A si sposa e si traferisce in un’altra città. Le vignette furono presentate a 238 soggetti (129 M, 109 F) frequentanti la prima e la quarta classe di istituti professionali (N 144) o del liceo (N 94) in uno di più ordini randomizzati in un questionario che chiedeva loro di dire quale emozione (un solo termine) essi proverebbero nella situazione descritta. I soggetti sceglievano l’emozione da un elenco di 50 termini prescelti come rilevanti in base alla letteratura, ed ai risultati di una ricerca precedente, comprendenti, oltre a quelle sopracitate, emozioni quali allegria, dispiacere, indignazione, sollievo, preoccupazione, soddisfazione, invidia, imbarazzo e terrore. Se lo ritenevano necessario, potevano supplire essi stessi un termine diverso. Risultati. Le scelte dei soggetti furono tabulate in una matrice e sottoposte a varie analisi, in particolare l’analisi delle corrispondenze (AC). Una prima analisi dei giudizi (analisi delle corrispondenze: AC) in rapporto alle vignette (39 giudizi per ciascun soggetto) permise di ridurre a 15 il numero di termini emozionali significativamente diversi (accorpati considerando sia la frequenza di ciascun termine, sia il suo grado di somiglianza concettuale con l’elenco dei termini originali) in rapporto alle vignette, e di accorpare a 29 il numero di vignette ‘distinte’. La risultante matrice di dati (15 termini x 29 situazioni) fu sottoposta ad un’ulteriore AC. I risultati mostrarono che l’etichettamento è spiegato da 6 fattori (varianza totale: 86.04%): non sorprendentemente, il primo fattore (26.6%) distingue tra (eventi che suscitano) emozioni di tono edonico positivo e negativo; il secondo (17.1%) differenzia Paura (e preoccupazione ed imbarazzo) da Delusione, Rabbia e Gelosia, il terzo (14.8%) differenzia soprattutto il Disgusto dalla Tristezza, il quarto (10.3%) differenzia soprattutto le situazioni di Sorpresa da altre situazioni di tono edonico negativo, il quinto (19.3%) differenzia soprattutto la Gelosia dall’Imbarazzo, e dalle situazoni di Colpa, e infine il sesto (8.2%) differenzia l’Imbarazzo dalla Tristezza e dalla Gelosia. La natura del rapporto tra il protagonista P della storia, colui o colei che prova l’emozione, e l’agente A dell’evento emotigeno, e dunque il tipo specifico di evento considerato (e.g., perdere qualcosa di importante: fratello vs. partner; arrabbiarsi per un evento dovuto al genitore, o al partner) influisce in alcuni casi ma non in altri sulla natura delle emozioni che suscita. In particolare, tendono ad essere molto differenziate l’una dall’altra in funzione del rapporto tra P ed A le situazioni di Disgusto, e, in ordine decrescente, quelle di Sorpresa, Imbarazzo, Gelosia, Tristezza, Rabbia, Colpa, Orgoglio, Gioia, e Paura. Ad esempio, Paura è l’etichetta scelta più frequentemente in rapporto alla quasi totalità degli eventi di Paura, ma è anche l’etichetta che definisce molti eventi di Imbarazzo; similmente, Gioia è l’etichetta scelta più frequentemente in rapporto alla quasi totalità degli eventi di Gioia, ma è anche l’etichetta che definisce molti eventi di Orgoglio; questi ultimi, naturalmente, sono spesso etichettati anche come Orgoglio, e, come avviene per alcuni eventi di Gioia, come Contentezza. La Sorpresa (e/o Sbalordimento, Stupore, Incredulità) è un’emozione che caratterizza non solo gli eventi ipotizzati quali antecedenti tipici di questa emozione, ma spesso anche gli eventi che suscitano Disgusto, e, meno frequentemente, sia l’Orgoglio, sia Tristezza, Rabbia e altre emozioni negative. Nel complesso i dati preliminari ottenuti mostrano che: (i) le emozioni negative hanno una maggiore articolazione di quelle positive; (ii) alcuni termini emotivi (e.g., rabbia, imbarazzo) designano esperienze emotive di natura anche molto diversa; (iii) la prevedibilità del legame evento-esperienza emotiva è molto alta (prototipicità) in alcuni casi (e.g., eventi di gioia), bassa in altri (e.g., un evento può suscitare rabbia piuttosto che tristezza, o disgusto piuttosto che rabbia, sorpresa, tristezza); (iv) la natura del rapporto interpersonale tra l’agente A, cioé chi causa l’evento, e il protagonista P, colui/colei che esperisce l’emozione, è una variabile importante nel definire la natura dell’esperienza emotiva soprattutto quando essa è di tono edonico negativo, e quando l’evento implica che l’azione di A blocca (Rabbia), ‘ferisce’ (Disgusto), o mette a repentaglio in qualche modo (Imbarazzo, Colpa, Gelosia) gli scopi immediati o a lungo termine di P (e.g., ottenere x, dove x può essere il superamento di un esame, una promozione, l’amore del partner, ecc.). In conclusione, i dati ottenuti, oltre che nella definizione del significato dei termini del lessico emozionale (e.g., vedi Zammuner 1998; Zammuner e Galli 1997), possono essere utili per costruire un data-base dei legami eventi-emozioni così come se li rappresentano gli individui.

Antecedenti di emozioni e loro etichette emozionali negli adolescenti

ZAMMUNER, VANDA
2001

Abstract

La ricerca verte su 10 emozioni, spesso indagate in letteratura e presumibilmente frequenti, sia “di base” che “complesse”: Gioia, Orgoglio, Tristezza, Paura/Ansia, Sorpresa, Rabbia, Disgusto, Colpa, Imbarazzo, e Gelosia. I rapporti interpersonali tra protagonista (P) e agente (A) indagati furono 7 A è rispettivamente (i) Sè stesso, (ii) Genitore (padre/madre) di P, (iii) Fratello/sorella, (iv) Partner, (v) Amico/a, (vi) Conoscente, (vii) Boss (capo/un superiore) nell’ambito del lavoro. Per ogni emozione furono costruite delle vignette che riportavano un evento causato da uno di questi 7 agenti, per un totale di 39 eventi (alcune relazioni, risultate poco significative in una ricerca precedente, non furono testate) - per es., P scopre che A, suo amico, si è tenuto il portafoglio, di un compagno di scuola, che ha trovato; P scopre che A, la sua partner, vede un altro; P “perde” A, suo fratello ed amico, perché A si sposa e si traferisce in un’altra città. Le vignette furono presentate a 238 soggetti (129 M, 109 F) frequentanti la prima e la quarta classe di istituti professionali (N 144) o del liceo (N 94) in uno di più ordini randomizzati in un questionario che chiedeva loro di dire quale emozione (un solo termine) essi proverebbero nella situazione descritta. I soggetti sceglievano l’emozione da un elenco di 50 termini prescelti come rilevanti in base alla letteratura, ed ai risultati di una ricerca precedente, comprendenti, oltre a quelle sopracitate, emozioni quali allegria, dispiacere, indignazione, sollievo, preoccupazione, soddisfazione, invidia, imbarazzo e terrore. Se lo ritenevano necessario, potevano supplire essi stessi un termine diverso. Risultati. Le scelte dei soggetti furono tabulate in una matrice e sottoposte a varie analisi, in particolare l’analisi delle corrispondenze (AC). Una prima analisi dei giudizi (analisi delle corrispondenze: AC) in rapporto alle vignette (39 giudizi per ciascun soggetto) permise di ridurre a 15 il numero di termini emozionali significativamente diversi (accorpati considerando sia la frequenza di ciascun termine, sia il suo grado di somiglianza concettuale con l’elenco dei termini originali) in rapporto alle vignette, e di accorpare a 29 il numero di vignette ‘distinte’. La risultante matrice di dati (15 termini x 29 situazioni) fu sottoposta ad un’ulteriore AC. I risultati mostrarono che l’etichettamento è spiegato da 6 fattori (varianza totale: 86.04%): non sorprendentemente, il primo fattore (26.6%) distingue tra (eventi che suscitano) emozioni di tono edonico positivo e negativo; il secondo (17.1%) differenzia Paura (e preoccupazione ed imbarazzo) da Delusione, Rabbia e Gelosia, il terzo (14.8%) differenzia soprattutto il Disgusto dalla Tristezza, il quarto (10.3%) differenzia soprattutto le situazioni di Sorpresa da altre situazioni di tono edonico negativo, il quinto (19.3%) differenzia soprattutto la Gelosia dall’Imbarazzo, e dalle situazoni di Colpa, e infine il sesto (8.2%) differenzia l’Imbarazzo dalla Tristezza e dalla Gelosia. La natura del rapporto tra il protagonista P della storia, colui o colei che prova l’emozione, e l’agente A dell’evento emotigeno, e dunque il tipo specifico di evento considerato (e.g., perdere qualcosa di importante: fratello vs. partner; arrabbiarsi per un evento dovuto al genitore, o al partner) influisce in alcuni casi ma non in altri sulla natura delle emozioni che suscita. In particolare, tendono ad essere molto differenziate l’una dall’altra in funzione del rapporto tra P ed A le situazioni di Disgusto, e, in ordine decrescente, quelle di Sorpresa, Imbarazzo, Gelosia, Tristezza, Rabbia, Colpa, Orgoglio, Gioia, e Paura. Ad esempio, Paura è l’etichetta scelta più frequentemente in rapporto alla quasi totalità degli eventi di Paura, ma è anche l’etichetta che definisce molti eventi di Imbarazzo; similmente, Gioia è l’etichetta scelta più frequentemente in rapporto alla quasi totalità degli eventi di Gioia, ma è anche l’etichetta che definisce molti eventi di Orgoglio; questi ultimi, naturalmente, sono spesso etichettati anche come Orgoglio, e, come avviene per alcuni eventi di Gioia, come Contentezza. La Sorpresa (e/o Sbalordimento, Stupore, Incredulità) è un’emozione che caratterizza non solo gli eventi ipotizzati quali antecedenti tipici di questa emozione, ma spesso anche gli eventi che suscitano Disgusto, e, meno frequentemente, sia l’Orgoglio, sia Tristezza, Rabbia e altre emozioni negative. Nel complesso i dati preliminari ottenuti mostrano che: (i) le emozioni negative hanno una maggiore articolazione di quelle positive; (ii) alcuni termini emotivi (e.g., rabbia, imbarazzo) designano esperienze emotive di natura anche molto diversa; (iii) la prevedibilità del legame evento-esperienza emotiva è molto alta (prototipicità) in alcuni casi (e.g., eventi di gioia), bassa in altri (e.g., un evento può suscitare rabbia piuttosto che tristezza, o disgusto piuttosto che rabbia, sorpresa, tristezza); (iv) la natura del rapporto interpersonale tra l’agente A, cioé chi causa l’evento, e il protagonista P, colui/colei che esperisce l’emozione, è una variabile importante nel definire la natura dell’esperienza emotiva soprattutto quando essa è di tono edonico negativo, e quando l’evento implica che l’azione di A blocca (Rabbia), ‘ferisce’ (Disgusto), o mette a repentaglio in qualche modo (Imbarazzo, Colpa, Gelosia) gli scopi immediati o a lungo termine di P (e.g., ottenere x, dove x può essere il superamento di un esame, una promozione, l’amore del partner, ecc.). In conclusione, i dati ottenuti, oltre che nella definizione del significato dei termini del lessico emozionale (e.g., vedi Zammuner 1998; Zammuner e Galli 1997), possono essere utili per costruire un data-base dei legami eventi-emozioni così come se li rappresentano gli individui.
2001
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