Il benessere è definito come la valutazione affettiva e cognitiva che una persona ha della sua vita, in termini sia del grado di soddisfazione di vita che della frequenza con cui una persona prova emozioni positive e negative (Diner e Diener, 1995). Tra gli studiosi che hanno dato un grande contributo sia teorico che metodologico allo studio del benessere emotivo soggettivo ci sono, oltre a Ed Diener, Triandis (1998), Markus e Kitayama (1994), Ryff (1989), e molti altri. Le ricerche mostrano che i fattori correlati al benessere sono, oltre alle emozioni, le caratteristiche di personalità, il raggiungimento degli obiettivi personali, il tipo di cultura, i valori e altri ancora. In particolare, per quanto riguarda la cultura i ricercatori dividono le culture in due tipi principali: collettiviste e individualiste (Markus, Kitayama, 1994). Nelle culture individualiste l’attenzione è rivolta all’interno, sulla persona. I maggiori determinanti del comportamento sono i sentimenti e gli attributi interni delle persone. Lo scopo dell’individuo è di diventare indipendente dagli altri, attenendosi alle proprie qualità personali e coltivando e perseguendo i propri interessi e obiettivi; le persone sono meno sensibili ai bisogni altrui, il che implica quindi che le persone ricevono meno supporto sociale. Queste sono società aperte, nel senso che la persona ha maggiore libertà di comportamento e teme di meno eventuali sanzioni per avere trasgredito alle norme. Nelle culture collettiviste, al contrario, l’attenzione è rivolta continuamente all’esterno. Il compito maggiore delle persone è di vivere in armonia e sintonia con i desideri ed i bisogni altrui. Viene, quindi, dato un alto valore alla cooperazione e alla disponibilità verso gli altri, le persone provano piacere a fare il proprio dovere e cercano e dipendono dall’approvazione altrui. Sono culture più chiuse, vi sono molte norme che regolano il comportamento delle persone, c’è meno tolleranza verso le deviazioni da tali norme ed il prezzo che uno paga per aver deviato è molto alto. La ricerca presentata fa parte di un progetto di ricerca cross-culturale sul benessere emotivo soggettivo e la soddisfazione di vita, diretto da Ed Diener e Chu Kim-Prieto. I dati di cui si parlerà qui sono quelli del campione italiano. Metodo. Materiale sperimentale. I dati sono stati raccolti per mezzo di un questionario comprendente 152 domande, che, oltre alle caratteristiche demografiche, era organizzato in 13 scale che includevano misure standard della soddisfazione di vita (Satisfaction with life scale, Diener e coll., 1985), dimensioni culturali, la frequenza con cui si provano emozioni positive e negative, l’appropriatezza delle emozioni negative e positive, alcune caratteristiche di personalità e i valori che le persone ritengono importanti. Soggetti. Il questionario è stato somministrato a 170 studenti universitari di Padova, 112 femmine (66%) e 58 maschi (34%). L’età media dei soggetti era 23- 24 anni. Il 54.7% dei soggetti considerava il reddito della propria famiglia nella media rispetto alle altre persone del proprio paese. Analisi dei dati e risultati. Sulle scale principali del questionario è stata eseguita una serie di analisi fattoriali estraendo nel complesso 34 fattori. L’analisi fattoriale sulla scala di soddisfazione di vita ha dato come risultato un unico fattore, chiamato Soddisfazione di vita (SD; varianza spiegata 63,3%). In generale i soggetti hanno riportato di essere abbastanza soddisfatti della loro vita (M= 4.4 su una scala 1-7). L’analisi delle correlazioni tra i fattori emersi indica che la SD correla positivamente con: Frequenza di emozioni positive provate (r= .49), con il fatto di Ritenere socialmente approvate le emozioni positive (r= .23), con l’Estroversione (r= .21), con il Tenere conto dell’influenza dai genitori nella scelta (a) di un lavoro (r= .19), (b) di un gruppo di studio (r= .17), con la Consapevolezza dei sentimenti (a) propri o (b) altrui, con il grado di Collettivismo (r= .26, es. dovere e collaborazione). La SD correla positivamente con l’importanza data ai seguenti valori: Fare il proprio dovere, Essere leali, Cooperativi, e Ottenere l’approvazione altrui. La SD correla invece negativamente con: Frequenza di emozioni negative provate (r= -.28), con l’Inconsapevolezza verso i sentimenti propri ed altrui (r= -.26), con l’Atteggiamento pessimista nei riguardi della vita (r= -.36), con il grado di Competizione con gli altri (r= -.18). Inoltre le analisi mostrano che le persone che sono soddisfatte nella loro vita in generale lo sono anche in ambiti specifici della vita, quali l’ambito Scolastico (r= .50) e Relazionale (r= .65). Il campione ha risposto dando molta importanza ad alcuni tratti individualisti, quali: Interessi personali (M=8.25), Piacere personale (M=7.6, es. il divertimento) e Competizione (M=4.7), i soggetti però hanno ottenuto punteggi alti anche sul fattore Collettivismo (M=7.53, es. dovere, cooperazione) e Altruismo (M=5.0, es. è importante mantenere l’armonia nel mio gruppo). In sintesi, i dati qui riportati e altri dati emersi nella la ricerca indicano che il benessere di una persona risulta da una valutazione globale che la persona fa delle molte componenti della propria vita, come si era ipotizzato, confermando che le emozioni, i valori, gli obiettivi personali, i tratti di personalità sono correlati con la soddisfazione di vita.

Il benessere come costrutto multicomponenziale

ZAMMUNER, VANDA
2004

Abstract

Il benessere è definito come la valutazione affettiva e cognitiva che una persona ha della sua vita, in termini sia del grado di soddisfazione di vita che della frequenza con cui una persona prova emozioni positive e negative (Diner e Diener, 1995). Tra gli studiosi che hanno dato un grande contributo sia teorico che metodologico allo studio del benessere emotivo soggettivo ci sono, oltre a Ed Diener, Triandis (1998), Markus e Kitayama (1994), Ryff (1989), e molti altri. Le ricerche mostrano che i fattori correlati al benessere sono, oltre alle emozioni, le caratteristiche di personalità, il raggiungimento degli obiettivi personali, il tipo di cultura, i valori e altri ancora. In particolare, per quanto riguarda la cultura i ricercatori dividono le culture in due tipi principali: collettiviste e individualiste (Markus, Kitayama, 1994). Nelle culture individualiste l’attenzione è rivolta all’interno, sulla persona. I maggiori determinanti del comportamento sono i sentimenti e gli attributi interni delle persone. Lo scopo dell’individuo è di diventare indipendente dagli altri, attenendosi alle proprie qualità personali e coltivando e perseguendo i propri interessi e obiettivi; le persone sono meno sensibili ai bisogni altrui, il che implica quindi che le persone ricevono meno supporto sociale. Queste sono società aperte, nel senso che la persona ha maggiore libertà di comportamento e teme di meno eventuali sanzioni per avere trasgredito alle norme. Nelle culture collettiviste, al contrario, l’attenzione è rivolta continuamente all’esterno. Il compito maggiore delle persone è di vivere in armonia e sintonia con i desideri ed i bisogni altrui. Viene, quindi, dato un alto valore alla cooperazione e alla disponibilità verso gli altri, le persone provano piacere a fare il proprio dovere e cercano e dipendono dall’approvazione altrui. Sono culture più chiuse, vi sono molte norme che regolano il comportamento delle persone, c’è meno tolleranza verso le deviazioni da tali norme ed il prezzo che uno paga per aver deviato è molto alto. La ricerca presentata fa parte di un progetto di ricerca cross-culturale sul benessere emotivo soggettivo e la soddisfazione di vita, diretto da Ed Diener e Chu Kim-Prieto. I dati di cui si parlerà qui sono quelli del campione italiano. Metodo. Materiale sperimentale. I dati sono stati raccolti per mezzo di un questionario comprendente 152 domande, che, oltre alle caratteristiche demografiche, era organizzato in 13 scale che includevano misure standard della soddisfazione di vita (Satisfaction with life scale, Diener e coll., 1985), dimensioni culturali, la frequenza con cui si provano emozioni positive e negative, l’appropriatezza delle emozioni negative e positive, alcune caratteristiche di personalità e i valori che le persone ritengono importanti. Soggetti. Il questionario è stato somministrato a 170 studenti universitari di Padova, 112 femmine (66%) e 58 maschi (34%). L’età media dei soggetti era 23- 24 anni. Il 54.7% dei soggetti considerava il reddito della propria famiglia nella media rispetto alle altre persone del proprio paese. Analisi dei dati e risultati. Sulle scale principali del questionario è stata eseguita una serie di analisi fattoriali estraendo nel complesso 34 fattori. L’analisi fattoriale sulla scala di soddisfazione di vita ha dato come risultato un unico fattore, chiamato Soddisfazione di vita (SD; varianza spiegata 63,3%). In generale i soggetti hanno riportato di essere abbastanza soddisfatti della loro vita (M= 4.4 su una scala 1-7). L’analisi delle correlazioni tra i fattori emersi indica che la SD correla positivamente con: Frequenza di emozioni positive provate (r= .49), con il fatto di Ritenere socialmente approvate le emozioni positive (r= .23), con l’Estroversione (r= .21), con il Tenere conto dell’influenza dai genitori nella scelta (a) di un lavoro (r= .19), (b) di un gruppo di studio (r= .17), con la Consapevolezza dei sentimenti (a) propri o (b) altrui, con il grado di Collettivismo (r= .26, es. dovere e collaborazione). La SD correla positivamente con l’importanza data ai seguenti valori: Fare il proprio dovere, Essere leali, Cooperativi, e Ottenere l’approvazione altrui. La SD correla invece negativamente con: Frequenza di emozioni negative provate (r= -.28), con l’Inconsapevolezza verso i sentimenti propri ed altrui (r= -.26), con l’Atteggiamento pessimista nei riguardi della vita (r= -.36), con il grado di Competizione con gli altri (r= -.18). Inoltre le analisi mostrano che le persone che sono soddisfatte nella loro vita in generale lo sono anche in ambiti specifici della vita, quali l’ambito Scolastico (r= .50) e Relazionale (r= .65). Il campione ha risposto dando molta importanza ad alcuni tratti individualisti, quali: Interessi personali (M=8.25), Piacere personale (M=7.6, es. il divertimento) e Competizione (M=4.7), i soggetti però hanno ottenuto punteggi alti anche sul fattore Collettivismo (M=7.53, es. dovere, cooperazione) e Altruismo (M=5.0, es. è importante mantenere l’armonia nel mio gruppo). In sintesi, i dati qui riportati e altri dati emersi nella la ricerca indicano che il benessere di una persona risulta da una valutazione globale che la persona fa delle molte componenti della propria vita, come si era ipotizzato, confermando che le emozioni, i valori, gli obiettivi personali, i tratti di personalità sono correlati con la soddisfazione di vita.
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