Il bacino idrografico montano del fiume Brenta, nelle sua pur limitata estensione di ambito prealpino, presenta una complessità geologica e geomorfologica davvero notevole, che si riflette immediatamente nella grande varietà degli ambienti naturali. L’accostamento di diversi ambienti si ha in particolare nella fascia settentrionale estesa tra il lago di Caldonazzo, a ovest, e le Pale di San Martino, a est. Qui, dove si sviluppano le testate del Brenta e dei vari bacini minori, cioè dei torrenti Ceggio, Maso, Grigno, Vanoi, Cismon e Canali, nell’ambito di poche decine di chilometri si succedono aree di rocce metamorfiche, aree di rocce plutoniche, aree di rocce vulcaniche, e infine aree di rocce dolomitiche. Dal punto di vista geologico, la faglia della Valsugana è l’elemento che caratterizza il bacino montano del Brenta. Questa grande struttura geologica, che fa affiorare a nord le antiche rocce metamorfiche del basamento e le rocce magmatiche permiane, sollevandole e mettendole a contatto coi più recenti sedimenti carbonatici mesozoici degli altipiani a sud di essa, determina il carattere marcatamente asimmetrico del reticolo idrografico. La fitta rete idrografica della parte a nord, dove le acque scorrono abbondanti in superficie sulle rocce impermeabili, contrasta con la rete idrografica a maglie larghe della parte a sud, dove le acque scorrono in prevalenza nel sottosuolo carsico. Quest’ultima è costituita da pochi profondi canyons privi di acqua per gran parte dell’anno. L’acqua riappare concentrata in pochi punti di emergenza lungo il canale del Brenta, dove grandi risorgenze la riportano alla luce dopo misteriosi percorsi sotterranei, solo in parte esplorati dall’uomo.

Geologia e morfologia del bacino montano

ZAMPIERI, DARIO
2003

Abstract

Il bacino idrografico montano del fiume Brenta, nelle sua pur limitata estensione di ambito prealpino, presenta una complessità geologica e geomorfologica davvero notevole, che si riflette immediatamente nella grande varietà degli ambienti naturali. L’accostamento di diversi ambienti si ha in particolare nella fascia settentrionale estesa tra il lago di Caldonazzo, a ovest, e le Pale di San Martino, a est. Qui, dove si sviluppano le testate del Brenta e dei vari bacini minori, cioè dei torrenti Ceggio, Maso, Grigno, Vanoi, Cismon e Canali, nell’ambito di poche decine di chilometri si succedono aree di rocce metamorfiche, aree di rocce plutoniche, aree di rocce vulcaniche, e infine aree di rocce dolomitiche. Dal punto di vista geologico, la faglia della Valsugana è l’elemento che caratterizza il bacino montano del Brenta. Questa grande struttura geologica, che fa affiorare a nord le antiche rocce metamorfiche del basamento e le rocce magmatiche permiane, sollevandole e mettendole a contatto coi più recenti sedimenti carbonatici mesozoici degli altipiani a sud di essa, determina il carattere marcatamente asimmetrico del reticolo idrografico. La fitta rete idrografica della parte a nord, dove le acque scorrono abbondanti in superficie sulle rocce impermeabili, contrasta con la rete idrografica a maglie larghe della parte a sud, dove le acque scorrono in prevalenza nel sottosuolo carsico. Quest’ultima è costituita da pochi profondi canyons privi di acqua per gran parte dell’anno. L’acqua riappare concentrata in pochi punti di emergenza lungo il canale del Brenta, dove grandi risorgenze la riportano alla luce dopo misteriosi percorsi sotterranei, solo in parte esplorati dall’uomo.
2003
Il Brenta
8883141431
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/1375705
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