Sommariamente possiamo affermare che la condotta prosociale può essere sospinta sia dall'empatia (dimensione emotiva) che dalla resistenza (dimensione morale). La prima orienta un atto “a favore” di qualcuno mentre la seconda governa un atto “contro»”qualcuno o qualcosa. L'empatia costituisce un'autostrada psicologica che permette la circolazione delle emozioni tra spettatore e vittima. Il disagio e la sofferenza della vittima diventano condizioni sperimentare vicariamente dallo spettatore, innescando un comportamento d'aiuto. La resistenza si traduce in sostegno interpersonale o intergruppi come realizzazione di un dissenso verso un particolare ordine costituito. Di fronte a un mondo che ha eletto a suo principio l'arbitrio, dove la violenza gratuita colpisce persone innocenti e i soprusi acquistano valore legale, gli individui dissenzienti possono articolare varie forme di resistenza, tra cui la solidarietà. L'aiuto, diretto o indiretto, prestato alle vittime, agli emarginati o ai perseguitati rappresenta un'azione volta a minare, o perlomeno a intralciare, l'assetto di un potere considerato ingiusto e illegittimo. Empatia e resistenza si differenziano quindi per quanto riguarda il loro principale interlocutore: la prima dialoga con un individuo prostrato dalla sofferenza, la seconda con un mondo violato. Nel caso dell'empatia è richiesta la presenza fisica o psicologica della vittima, mentre per la resistenza ciò non è indispensabile. L'empatia trova un avversario tenace nell'uso collettivo dei processi di categorizzazione sociale dell'identità, che tracciano solchi profondi tra i gruppi omologando i rispettivi membri sulla base di una conoscenza stereotipata. La resistenza, essendo un esercizio di indipendenza, si scontra con il conformismo, la tendenza ad adottare la prospettiva della maggioranza e dei suoi leader, e con l'obbedienza, la sottomissione alle esigenze di un'autorità. È evidente, sulla base del loro peculiare interlocutore, che la solidarietà empatica inerisce ai motivi allocentrici e la resistenza a quelli assiologici.

Empatia e resistenza: Due radici della solidarietà

ZAMPERINI, ADRIANO
2003

Abstract

Sommariamente possiamo affermare che la condotta prosociale può essere sospinta sia dall'empatia (dimensione emotiva) che dalla resistenza (dimensione morale). La prima orienta un atto “a favore” di qualcuno mentre la seconda governa un atto “contro»”qualcuno o qualcosa. L'empatia costituisce un'autostrada psicologica che permette la circolazione delle emozioni tra spettatore e vittima. Il disagio e la sofferenza della vittima diventano condizioni sperimentare vicariamente dallo spettatore, innescando un comportamento d'aiuto. La resistenza si traduce in sostegno interpersonale o intergruppi come realizzazione di un dissenso verso un particolare ordine costituito. Di fronte a un mondo che ha eletto a suo principio l'arbitrio, dove la violenza gratuita colpisce persone innocenti e i soprusi acquistano valore legale, gli individui dissenzienti possono articolare varie forme di resistenza, tra cui la solidarietà. L'aiuto, diretto o indiretto, prestato alle vittime, agli emarginati o ai perseguitati rappresenta un'azione volta a minare, o perlomeno a intralciare, l'assetto di un potere considerato ingiusto e illegittimo. Empatia e resistenza si differenziano quindi per quanto riguarda il loro principale interlocutore: la prima dialoga con un individuo prostrato dalla sofferenza, la seconda con un mondo violato. Nel caso dell'empatia è richiesta la presenza fisica o psicologica della vittima, mentre per la resistenza ciò non è indispensabile. L'empatia trova un avversario tenace nell'uso collettivo dei processi di categorizzazione sociale dell'identità, che tracciano solchi profondi tra i gruppi omologando i rispettivi membri sulla base di una conoscenza stereotipata. La resistenza, essendo un esercizio di indipendenza, si scontra con il conformismo, la tendenza ad adottare la prospettiva della maggioranza e dei suoi leader, e con l'obbedienza, la sottomissione alle esigenze di un'autorità. È evidente, sulla base del loro peculiare interlocutore, che la solidarietà empatica inerisce ai motivi allocentrici e la resistenza a quelli assiologici.
2003
Riassunti delle comunicazioni
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