Il volume prosegue e conclude l’analisi della scena romantica britannica a partire da testi dell’epoca - annotati e analizzati singolarmente – iniziata nel 2001. In quest’occasione viene tradotta una selezione di fonti riguardanti i generi teatrali e spettacolari, l’allestimento e le polemiche tra teatri minori (per legge costretti a dedicarsi ad un repertorio mimico-musicale) e teatri maggiori (a cui spetta il repertorio del dramma di parola). Oltre ad essere analizzati in maniera dettagliata, i testi vengono impiegati per una disamina dei generi drammatici e spettacolari primo-ottocenteschi e della loro evoluzione. Si offre quindi una definizione dei generi parateatrali diffusi all’epoca e si investigano i consistenti processi di contaminazione che caratterizzano la produzione drammatico-spettacolare romantica. Si identifica in questo contesto una “melodrammatizzazione” della produzione canonica, vale a dire un’influenza da parte del “melodrama” – genere fortunatissimo, e probabilmente il più importante in questo scorcio dell’Ottocento – nella scrittura e nella rappresentazione del dramma di parola. Si evidenzia inoltre la grande importanza di generi “minori” quali ad esempio la pantomima ed il burlesque, che, pur non facendo parte del canone letterario, sono centrali nella cultura teatrale del diciannovesimo secolo. Si approfondisce infine un particolare tipo di drammaturgia minore – la sfuggente “burletta” inglese – mettendo in luce come essa diventi strumento fondamentale per scardinare il monopolio sul dramma di parola detenuto dai teatri regi (i cosiddetti teatri maggiori) e di conseguenza per modificare radicalmente il panorama teatrale inglese dell’epoca, rivoluzionamento sancito dal noto Theatres Act del 1843.

La scena del romanticismo inglese

DEGLI ESPOSTI, PAOLA
2003

Abstract

Il volume prosegue e conclude l’analisi della scena romantica britannica a partire da testi dell’epoca - annotati e analizzati singolarmente – iniziata nel 2001. In quest’occasione viene tradotta una selezione di fonti riguardanti i generi teatrali e spettacolari, l’allestimento e le polemiche tra teatri minori (per legge costretti a dedicarsi ad un repertorio mimico-musicale) e teatri maggiori (a cui spetta il repertorio del dramma di parola). Oltre ad essere analizzati in maniera dettagliata, i testi vengono impiegati per una disamina dei generi drammatici e spettacolari primo-ottocenteschi e della loro evoluzione. Si offre quindi una definizione dei generi parateatrali diffusi all’epoca e si investigano i consistenti processi di contaminazione che caratterizzano la produzione drammatico-spettacolare romantica. Si identifica in questo contesto una “melodrammatizzazione” della produzione canonica, vale a dire un’influenza da parte del “melodrama” – genere fortunatissimo, e probabilmente il più importante in questo scorcio dell’Ottocento – nella scrittura e nella rappresentazione del dramma di parola. Si evidenzia inoltre la grande importanza di generi “minori” quali ad esempio la pantomima ed il burlesque, che, pur non facendo parte del canone letterario, sono centrali nella cultura teatrale del diciannovesimo secolo. Si approfondisce infine un particolare tipo di drammaturgia minore – la sfuggente “burletta” inglese – mettendo in luce come essa diventi strumento fondamentale per scardinare il monopolio sul dramma di parola detenuto dai teatri regi (i cosiddetti teatri maggiori) e di conseguenza per modificare radicalmente il panorama teatrale inglese dell’epoca, rivoluzionamento sancito dal noto Theatres Act del 1843.
2003
9788886413671
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