Il complesso sistema di controllo pubblico riguardante la produzione e l’utilizzo delle artiglierie e dei materiali necessari a farle funzionare, prima di tutto la polvere da sparo, si andò perfezionando a Venezia nei decenni centrali del XVI secolo. Le attività promosse dal governo coinvolsero la capitale e la sua laguna, ma anche i domini italiani e marittimi: nitriere, fabbriche di polvere da sparo e depositi finirono per formare una rete estesa a tutto lo stato. Le realizzazioni concrete, ispirate da un spirito prudente ma non alieno dall’innovazione, furono guidate da una precisa strategia di rafforzamento della difesa, le cui caratteristiche principali furono “un marcato controllo dal centro, una cauta politica di investimenti, un’attenzione vigile verso l’innovazione tecnologica, un mix di conservazione e di sperimentalismo nelle soluzioni di volta in volta adottate”. Tutto ciò permise alla Repubblica di Venezia di reagire agli attacchi dei turchi e soprattutto di esibire una forza deterrente capace di scongiurare altre aggressioni da parte dei suoi potenti vicini, l’impero ottomano, appunto e l’impero asburgico. Perno del sistema era il Consiglio dei dieci, controllato da una ristrettissima cerchia di persone, che a partire dal 1504 nominò nel suo senso un Provveditore alle artiglierie, supremo responsabile esecutivo in materia. Il governo delle artiglierie veneziane è così anche un esempio della forza delle tendenze centripete operanti all’interno dello stato rinascimentale. Non a caso, quella sulle artiglierie fu la prima delle competenze "usurpate" dal Consiglio dei dieci nel corso del Cinquecento e l'ultima a essere ceduta dopo la fondamentale svolta costituzionale del 1582/1583.

Il governo delle artiglierie. Tecnologia bellica e istituzioni veneziane nel secondo Cinquecento

PANCIERA, VALTER
2005

Abstract

Il complesso sistema di controllo pubblico riguardante la produzione e l’utilizzo delle artiglierie e dei materiali necessari a farle funzionare, prima di tutto la polvere da sparo, si andò perfezionando a Venezia nei decenni centrali del XVI secolo. Le attività promosse dal governo coinvolsero la capitale e la sua laguna, ma anche i domini italiani e marittimi: nitriere, fabbriche di polvere da sparo e depositi finirono per formare una rete estesa a tutto lo stato. Le realizzazioni concrete, ispirate da un spirito prudente ma non alieno dall’innovazione, furono guidate da una precisa strategia di rafforzamento della difesa, le cui caratteristiche principali furono “un marcato controllo dal centro, una cauta politica di investimenti, un’attenzione vigile verso l’innovazione tecnologica, un mix di conservazione e di sperimentalismo nelle soluzioni di volta in volta adottate”. Tutto ciò permise alla Repubblica di Venezia di reagire agli attacchi dei turchi e soprattutto di esibire una forza deterrente capace di scongiurare altre aggressioni da parte dei suoi potenti vicini, l’impero ottomano, appunto e l’impero asburgico. Perno del sistema era il Consiglio dei dieci, controllato da una ristrettissima cerchia di persone, che a partire dal 1504 nominò nel suo senso un Provveditore alle artiglierie, supremo responsabile esecutivo in materia. Il governo delle artiglierie veneziane è così anche un esempio della forza delle tendenze centripete operanti all’interno dello stato rinascimentale. Non a caso, quella sulle artiglierie fu la prima delle competenze "usurpate" dal Consiglio dei dieci nel corso del Cinquecento e l'ultima a essere ceduta dopo la fondamentale svolta costituzionale del 1582/1583.
2005
9788846465146
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