Modello britannico, modello americano e antidispotismo: Filangieri e il problema della costituzione

Nella “Scienza della legislazione” Filangieri, sulla suggestione della elaborazione teorica dei rivoluzionari americani, delinea un modello politico e costituzionale alternativo sia a quello cetuale d’antico regime sia a quello inglese, che era stato un riferimento imprescindibile per un’intera generazione di illuministi, a partire dall’elogio tracciatone da Montesquieu nell’”Esprit des lois”. Filangieri, in specie, contrappone il modello americano, fondato sulla costituzione scritta e rigida, sulla rappresentanza politica e sulla parità dei cittadini di fronte alla legge a quello inglese, basato invece su una costituzione consuetudinaria, su una divisione dei poteri ritenuta incerta, su una rappresentanza politica fedele specchio di una società strutturata su classi chiuse. Benché Filangieri non arrivi a proporre la repubblica se non come un ideale regolativo, utilizza tuttavia il modello americano, costituzionale e repubblicano, per denunciare la deriva dispotica delle monarchie assolute europee, prospettando un piano di riforme volto a modernizzare la società e le istituzioni del vecchio continente.