Il saggio affronta in chiave filosofico/giuridica il tema delle descrizioni penali di azione, sottoponendo a critica l’opinione che vorrebbe accomiatare la comunità scientifica da una serie di complessi problemi, collocati tra la gnoseologia e la teoria generale del diritto, che hanno affaticato gli studiosi del diritto penale lungo gran parte del secolo XX. Viene in primo luogo presa in esame la descrizione fisicalista d’azione, che ebbe a trovare la sua più caratteristica rappresentazione nella formula descrittiva, elaborata negli ultimi decenni del secolo XIX, da Franz von Liszt, e che costituì, per più di mezzo secolo, la base comune del cosiddetto diritto penale «classico». Il superamento di tale concezione di azione è evidente nel dibattito scientifico contemporaneo sull’ontologia delle azioni. Gli studiosi di filosofia dell’azione, siano essi di formazione naturalistica o analitico-linguistica, hanno elaborato modelli di azione più raffinati, richiamando la possibilità di descrivere un’unica azione in modo più o meno compresso o allungato, a seconda dello scopo perseguito da ciascuna disciplina specifica che si interessa dell’azione umana. Ai fini del diritto penale fondamentale è la descrizione intenzionale d’azione, che il saggio sviluppa alla luce degli approfondimenti del filosofo della mente John Searle, che ha fornito importanti progressi allo studio del tema nella sua vasta e feconda opera sull’intenzionalità dell’azione umana. L’irriducibilità della descrizione intenzionale alla descrizione naturalistica rivela la profondità etico/giuridica dell’agire umano preso in considerazione dal diritto penale.

Le descrizioni penali di azione.

RONCO, MAURO
2004

Abstract

Il saggio affronta in chiave filosofico/giuridica il tema delle descrizioni penali di azione, sottoponendo a critica l’opinione che vorrebbe accomiatare la comunità scientifica da una serie di complessi problemi, collocati tra la gnoseologia e la teoria generale del diritto, che hanno affaticato gli studiosi del diritto penale lungo gran parte del secolo XX. Viene in primo luogo presa in esame la descrizione fisicalista d’azione, che ebbe a trovare la sua più caratteristica rappresentazione nella formula descrittiva, elaborata negli ultimi decenni del secolo XIX, da Franz von Liszt, e che costituì, per più di mezzo secolo, la base comune del cosiddetto diritto penale «classico». Il superamento di tale concezione di azione è evidente nel dibattito scientifico contemporaneo sull’ontologia delle azioni. Gli studiosi di filosofia dell’azione, siano essi di formazione naturalistica o analitico-linguistica, hanno elaborato modelli di azione più raffinati, richiamando la possibilità di descrivere un’unica azione in modo più o meno compresso o allungato, a seconda dello scopo perseguito da ciascuna disciplina specifica che si interessa dell’azione umana. Ai fini del diritto penale fondamentale è la descrizione intenzionale d’azione, che il saggio sviluppa alla luce degli approfondimenti del filosofo della mente John Searle, che ha fornito importanti progressi allo studio del tema nella sua vasta e feconda opera sull’intenzionalità dell’azione umana. L’irriducibilità della descrizione intenzionale alla descrizione naturalistica rivela la profondità etico/giuridica dell’agire umano preso in considerazione dal diritto penale.
2004
Studi in onore di Marcello Gallo. Scritti degli Allievi.
8834844351
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