La grande esposizione Il teatro dei corpi, allestita presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia per presentare in anteprima le grandi tavole anatomiche a colori fatte realizzare da Girolamo Fabrici d'Acquapendente (1533 ca.-1619) negli ultimi decenni del Cinquecento, ha imposto di prendere in considerazione l’iconografia anatomica del XVI Secolo. Come ogni autopsia è un "esperimento" unico e irripetibile così, dall’analisi delle principali opere anatomiche corredate di un apparato iconografico, emerge che gli illustratori - denominazione che preferiamo ad artisti - ingaggiati dai diversi anatomisti utilizzarono, talvolta inventandoli, “linguaggi” grafici diversi. I rapporti tra anatomisti ed illustratori sono di grande interesse e il binomio anatomista-illustratore evoca un circolo virtuoso che ebbe positive ricadute sia in campo scientifico che artistico. Né deve distrarre dai frutti della collaborazione l'annosa querelle su chi abbia dimostrato per primo l’interesse per il corpo umano e, soprattutto, su chi per primo abbia avuto il coraggio di guardare al suo interno. Per noi è sufficientemente interessante notare che al tempo stesso due categorie di curiosi presero la decisione, affatto banale, di guardare in profondità nel microcosmo. Conseguenza inevitabile di due diversi modi di guardare, di due diversi modi di comunicare, fu quello che potremmo definire "duello" tra la parola e il segno, la contrapposizione di metodi diversi tesi al raggiungimento di un unico obiettivo, durata sino alla cosiddetta rivoluzione vesaliana.

Il teatro dei corpi. Guida all'esposizione

RIPPA BONATI, MAURIZIO
2004

Abstract

La grande esposizione Il teatro dei corpi, allestita presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia per presentare in anteprima le grandi tavole anatomiche a colori fatte realizzare da Girolamo Fabrici d'Acquapendente (1533 ca.-1619) negli ultimi decenni del Cinquecento, ha imposto di prendere in considerazione l’iconografia anatomica del XVI Secolo. Come ogni autopsia è un "esperimento" unico e irripetibile così, dall’analisi delle principali opere anatomiche corredate di un apparato iconografico, emerge che gli illustratori - denominazione che preferiamo ad artisti - ingaggiati dai diversi anatomisti utilizzarono, talvolta inventandoli, “linguaggi” grafici diversi. I rapporti tra anatomisti ed illustratori sono di grande interesse e il binomio anatomista-illustratore evoca un circolo virtuoso che ebbe positive ricadute sia in campo scientifico che artistico. Né deve distrarre dai frutti della collaborazione l'annosa querelle su chi abbia dimostrato per primo l’interesse per il corpo umano e, soprattutto, su chi per primo abbia avuto il coraggio di guardare al suo interno. Per noi è sufficientemente interessante notare che al tempo stesso due categorie di curiosi presero la decisione, affatto banale, di guardare in profondità nel microcosmo. Conseguenza inevitabile di due diversi modi di guardare, di due diversi modi di comunicare, fu quello che potremmo definire "duello" tra la parola e il segno, la contrapposizione di metodi diversi tesi al raggiungimento di un unico obiettivo, durata sino alla cosiddetta rivoluzione vesaliana.
2004
9788887776102
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