A voler parlare dell’effetto “canale di Suez” sull’Adriatico, cioè dell’impatto dell’apertura di una nuova via di comunicazione sull’insieme delle economie e delle società di questo mare durante il secondo Ottocento, non si può non sollevare una questione che sta a monte di qualsiasi riflessione storica sul passato adriatico, ovvero: si può parlare di una specifica storiografia sull’Adriatico? Di certo, si sa, esistono più storiografie nazionali che si sono dedicate e si dedicano allo studio di singole coste di questo mare, di singoli segmenti regionali, di porti e città. Ci sono studi di carattere generale, come la recente sintesi curata da un gruppo di insigni studiosi francesi; ci sono state in passato opere dettate da imperativi ideologici; ci sono stati tentativi di sintesi su vari argomenti, anche grandi sforzi individuali, come quelli di Sergio Anselmi, uno storico che ha indubbiamente tracciato la direzione verso cui proseguire i lavori e ha testimoniato lo spirito con cui affrontare le diversità di questo mare/frontiera. Va tuttavia riconosciuto che non ne è scaturita una storiografia sufficientemente riconoscibile, un filone storiografico in qualche modo a sé, in minima parte unitario, con una certa tradizione e con propri nodi problematici, anche se non sono mancate illustri eccezioni.
L'impatto dell'apertura del Canale di Suez sulle economie dell'Adriatico. Una riflessione
IVETIC, EGIDIO
2005
Abstract
A voler parlare dell’effetto “canale di Suez” sull’Adriatico, cioè dell’impatto dell’apertura di una nuova via di comunicazione sull’insieme delle economie e delle società di questo mare durante il secondo Ottocento, non si può non sollevare una questione che sta a monte di qualsiasi riflessione storica sul passato adriatico, ovvero: si può parlare di una specifica storiografia sull’Adriatico? Di certo, si sa, esistono più storiografie nazionali che si sono dedicate e si dedicano allo studio di singole coste di questo mare, di singoli segmenti regionali, di porti e città. Ci sono studi di carattere generale, come la recente sintesi curata da un gruppo di insigni studiosi francesi; ci sono state in passato opere dettate da imperativi ideologici; ci sono stati tentativi di sintesi su vari argomenti, anche grandi sforzi individuali, come quelli di Sergio Anselmi, uno storico che ha indubbiamente tracciato la direzione verso cui proseguire i lavori e ha testimoniato lo spirito con cui affrontare le diversità di questo mare/frontiera. Va tuttavia riconosciuto che non ne è scaturita una storiografia sufficientemente riconoscibile, un filone storiografico in qualche modo a sé, in minima parte unitario, con una certa tradizione e con propri nodi problematici, anche se non sono mancate illustri eccezioni.Pubblicazioni consigliate
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