Il contributo si occupa della prima parte della riforma del federalismo tedesco (c.d. Föderalismusnovelle dell’agosto e settembre 2006), evidenziandone peculiarità e contenuti nel contesto del dibattito dottrinale ed istituzionale. La grande novità in materia di legislazione concorrente (cui si aggiunge la scomparsa della legislazione-quadro federale), è che, nelle materie enumerate dall’art. 72, co. 3, GG, i Länder possono utilizzare il proprio potere legislativo nonostante il Bund ne abbia già fatto uso, e ciò finanche in deroga alla disciplina federale (Abweichungsverfahren). Anche la necessità della c.d. Zustimmung o consenso del Bundesrat (la camera territoriale espressione dei Länder) è stata significativamente ridotta. Nella prospettiva comunitaria, l’esigenza di un rafforzamento del governo federale ha visto qualche piccola modifica del c.d. Europa-Artikel (art. 23 GG), riducendo a sole tre le materie di competenza esclusiva dei Länder (formazione scolastica, cultura e radiotelevisione). Nella prospettiva più prettamente di federalismo fiscale, la scelta di ridurre al minimo i casi di Mischfinanzierung sembra in linea con la netta ed irreversibile tendenza alla responsabilizzazione dei Nehmerländer (o Stati prenditori) rispetto a quelli datori (o Geberländer), unitamente con la coerente e lineare riduzione dei trasferimenti centrali, il che induce la dottrina a parlare di una parziale vittoria del federalismo c.d. competitivo sul modello c.d. cooperativo. Infine, si può osservare che, nonostante i caratteri federalistici dell’integrazione europea siano -allo stato- insufficienti per supportare un vero e proprio federalismo di tipo economico e fiscale in particolare, le esigenze di riequilibrio solidaristico che sorgono nel contesto dell’integrazione europea non sono molto diverse da quelle che ha sperimentato la Germania dopo l’unificazione del 1990.

LA RECENTE FOEDERALISMUSNOVELLE TEDESCA NELLA PROSPETTIVA DELL'UNIONE EUROPEA ED IL SUO CONTRIBUTO AL DIBATTITO SUL FEDERALISMO FISCALE.

PIVA, PAOLO
2007

Abstract

Il contributo si occupa della prima parte della riforma del federalismo tedesco (c.d. Föderalismusnovelle dell’agosto e settembre 2006), evidenziandone peculiarità e contenuti nel contesto del dibattito dottrinale ed istituzionale. La grande novità in materia di legislazione concorrente (cui si aggiunge la scomparsa della legislazione-quadro federale), è che, nelle materie enumerate dall’art. 72, co. 3, GG, i Länder possono utilizzare il proprio potere legislativo nonostante il Bund ne abbia già fatto uso, e ciò finanche in deroga alla disciplina federale (Abweichungsverfahren). Anche la necessità della c.d. Zustimmung o consenso del Bundesrat (la camera territoriale espressione dei Länder) è stata significativamente ridotta. Nella prospettiva comunitaria, l’esigenza di un rafforzamento del governo federale ha visto qualche piccola modifica del c.d. Europa-Artikel (art. 23 GG), riducendo a sole tre le materie di competenza esclusiva dei Länder (formazione scolastica, cultura e radiotelevisione). Nella prospettiva più prettamente di federalismo fiscale, la scelta di ridurre al minimo i casi di Mischfinanzierung sembra in linea con la netta ed irreversibile tendenza alla responsabilizzazione dei Nehmerländer (o Stati prenditori) rispetto a quelli datori (o Geberländer), unitamente con la coerente e lineare riduzione dei trasferimenti centrali, il che induce la dottrina a parlare di una parziale vittoria del federalismo c.d. competitivo sul modello c.d. cooperativo. Infine, si può osservare che, nonostante i caratteri federalistici dell’integrazione europea siano -allo stato- insufficienti per supportare un vero e proprio federalismo di tipo economico e fiscale in particolare, le esigenze di riequilibrio solidaristico che sorgono nel contesto dell’integrazione europea non sono molto diverse da quelle che ha sperimentato la Germania dopo l’unificazione del 1990.
2007
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