Per oltre due secoli gli italiani sono stati un popolo di emigranti. Analogamente ad altre lingue europee, anche l’italiano è stato “esportato” pressoché in tutti i continenti. Ma a differenza delle altre lingue, non si è imposto in nessuno dei territori dove è sbarcato. E questo a causa delle caratteristiche dei suoi parlanti/esportatori: si è sempre trattato, infatti, di un’emigrazione “povera”, destinata a ispessire gli strati più bassi delle società ove perveniva, ed essendo quindi perlopiù vittima di un processo glottofagico da parte delle lingue locali. Malgrado queste avverse condizioni di partenza, l’italiano è riuscito a ritagliarsi spazi di autonomia fino a consolidarsi al quinto posto tra le lingue più studiate al mondo. Inoltre, negli ultimi vent’anni, non solo l’emigrazione italiana ha subito un mutamento radicale sia in termini numerici, con una forte riduzione di fuoriusciti, sia in termini di tipologia di emigranti, ma l’Italia, in linea con gli altri stati europei, da paese centrifugo si è trasformato in centripeto dei flussi migratori, attirando un numero sempre crescente di nuovi arrivi. Su questi due versanti si articola il presente volume, che vuole affrontare la questione del rapporto tra italiano e altre lingue e culture in alcuni ambiti nazionali ed extranazionali. Concentrandosi sulle problematiche dell’insegnamento dell’italiano in diversi contesti e paesi, il volume affronta anche questioni relative all’immagine dell’Italia, degli italiani, della lingua e, in generale, dell’ “italianità”, nella percezione degli stranieri, siano essi residenti in Italia o all’estero.

L'italiano. Contesti di insegnamento in Italia e all'estero

SANTIPOLO, MATTEO
2006

Abstract

Per oltre due secoli gli italiani sono stati un popolo di emigranti. Analogamente ad altre lingue europee, anche l’italiano è stato “esportato” pressoché in tutti i continenti. Ma a differenza delle altre lingue, non si è imposto in nessuno dei territori dove è sbarcato. E questo a causa delle caratteristiche dei suoi parlanti/esportatori: si è sempre trattato, infatti, di un’emigrazione “povera”, destinata a ispessire gli strati più bassi delle società ove perveniva, ed essendo quindi perlopiù vittima di un processo glottofagico da parte delle lingue locali. Malgrado queste avverse condizioni di partenza, l’italiano è riuscito a ritagliarsi spazi di autonomia fino a consolidarsi al quinto posto tra le lingue più studiate al mondo. Inoltre, negli ultimi vent’anni, non solo l’emigrazione italiana ha subito un mutamento radicale sia in termini numerici, con una forte riduzione di fuoriusciti, sia in termini di tipologia di emigranti, ma l’Italia, in linea con gli altri stati europei, da paese centrifugo si è trasformato in centripeto dei flussi migratori, attirando un numero sempre crescente di nuovi arrivi. Su questi due versanti si articola il presente volume, che vuole affrontare la questione del rapporto tra italiano e altre lingue e culture in alcuni ambiti nazionali ed extranazionali. Concentrandosi sulle problematiche dell’insegnamento dell’italiano in diversi contesti e paesi, il volume affronta anche questioni relative all’immagine dell’Italia, degli italiani, della lingua e, in generale, dell’ “italianità”, nella percezione degli stranieri, siano essi residenti in Italia o all’estero.
2006
9788860080455
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