Il saggio si propone di affrontare i principali problemi che sorgono dall’incontro/scontro della nuova legislazione forestale e della moderna amministrazione centralizzata poste in essere dallo stato napoleonico con le forme e gli organismi della gestione tradizionale dei boschi: e quindi anche fra i dettami della nascente scienza delle foreste e le pratiche e i saperi popolari consolidati e affinati nel corso dei secoli precedenti. In Cadore, nell’alto Veneto, l’impatto è più forte perché la popolazione di questa subregione alpina godeva in precedenza, sotto la Repubblica di Venezia, di larghe autonomie, esercitate mediante istituti di organizzazione politico-amministrativa, che all’inizio dell’Ottocento vengono spazzati via e bruscamente sostituiti dalle strutture dello stato amministrativo moderno. Si tratta di due mondi profondamente diversi che si fronteggiano e si scontrano, ispirati a concezioni e valori per molti aspetti contrapposti fra loro: da un lato lo Stato moderno, che vuole imporre regole generali ed uniformi nell'interesse collettivo ed applicarle tramite una amministrazione centralizzata e gerarchicamente ordinata; dall'altro le comunità della montagna, che cercano di opporsi al controllo statale in nome della tradizione, nel tentativo di conservare gli antichi margini di autogoverno, ma anche nella convinzione che il bagaglio di saperi tecnici, di conoscenze empiriche del territorio, di pratiche d’intervento a lungo sperimentate, non possa essere sacrificato a disposizioni elaborate a tavolino.
Relationships between local communities and forest administration: the Cadore region after the napoleonic laws
LAZZARINI, ANTONIO
2006
Abstract
Il saggio si propone di affrontare i principali problemi che sorgono dall’incontro/scontro della nuova legislazione forestale e della moderna amministrazione centralizzata poste in essere dallo stato napoleonico con le forme e gli organismi della gestione tradizionale dei boschi: e quindi anche fra i dettami della nascente scienza delle foreste e le pratiche e i saperi popolari consolidati e affinati nel corso dei secoli precedenti. In Cadore, nell’alto Veneto, l’impatto è più forte perché la popolazione di questa subregione alpina godeva in precedenza, sotto la Repubblica di Venezia, di larghe autonomie, esercitate mediante istituti di organizzazione politico-amministrativa, che all’inizio dell’Ottocento vengono spazzati via e bruscamente sostituiti dalle strutture dello stato amministrativo moderno. Si tratta di due mondi profondamente diversi che si fronteggiano e si scontrano, ispirati a concezioni e valori per molti aspetti contrapposti fra loro: da un lato lo Stato moderno, che vuole imporre regole generali ed uniformi nell'interesse collettivo ed applicarle tramite una amministrazione centralizzata e gerarchicamente ordinata; dall'altro le comunità della montagna, che cercano di opporsi al controllo statale in nome della tradizione, nel tentativo di conservare gli antichi margini di autogoverno, ma anche nella convinzione che il bagaglio di saperi tecnici, di conoscenze empiriche del territorio, di pratiche d’intervento a lungo sperimentate, non possa essere sacrificato a disposizioni elaborate a tavolino.Pubblicazioni consigliate
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