L’Epiteliocisti, sostenuta da organismi intracellulari Chlamydia-like (OCL), rappresenta un’infezione benigna, talvolta a carattere proliferativo, del tessuto epiteliale cutaneo e, soprattutto, branchiale descritta in numerose specie ittiche marine e dulciacquicole. L’infezione è caratterizzata dalla formazione di cisti bianco-giallastre o traslucide che rappresentano cellule epiteliali ipertrofiche infette, in genere circondate da cellule squamose o cuboidali. A causa delle difficoltà insite nell’isolamento e nella coltivazione in vitro dell’agente eziologico, la diagnosi di Epiteliocisti si basa attualmente sulla evidenziazione delle caratteristiche cisti all’esame microscopico di preparati a fresco di branchie e cute, in genere con il supporto di osservazioni istologiche. La diagnosi eziologica viene comunque raggiunta solo mediante microscopia elettronica. Sebbene presenti in genere decorso asintomatico o paucisintomatico ed esito fausto, l’Epiteliocisti è stata talvolta associata ad episodi morbosi e a mortalità in alcune specie ittiche, fra cui l’orata (Sparus aurata). Nel corso del 2006 sono state esaminate 21 orate di diversa provenienza: 10 (peso medio: 70g) prelevate per controlli sanitari da un sistema a ricircolo in corso di prove sperimentali (gruppo A), e 11 (peso medio: 3,5g) campionate nel corso di un episodio di mortalità presso un allevamento intensivo in gabbie galleggianti sottocosta (gruppo B). Tutti i soggetti sono stati sottoposti ad esame necroscopico, parassitologico, batteriologico ed istologico. L’esame istologico è stato condotto su porzioni di branchie, fissate in formalina tamponata al 10% ed incluse in paraffina. Sezioni di 5μm sono state colorate con Ematossilina Eosina, PAS, Giemsa, Ziehl-Neelsen e Tricromica di Crossmonn. All’esame microscopico a fresco, in tutti i soggetti dei gruppi A e B si riscontravano cisti branchiali riferibili ad Epiteliocisti, mentre l’esame parassitologico dava esito negativo. L’esame batteriologico permetteva di isolare Photobacterium damselae subsp. piscicida da tutte le orate del gruppo B, mentre risultava negativo negli altri soggetti. L’esame istologico, effettuato sulle branchie di tutti i soggetti che avevano mostrato cisti riferibili ad Epiteliocisti, evidenziava due diverse tipologie di lesione: cisti granulose basofile e cisti con contenuto basofilo amorfo. Cellule ipertrofiche delle dimensioni variabili da 16,5×16,5 a 30x50μm con inclusioni granulose eterogenee si presentavano a carico dell’epitelio delle lamelle degli archi branchiali circondate da esile parete ialina, PAS-positiva. Tali lesioni si riscontravano perlopiù in posizione interlamellare più frequentemente alla base delle lamelle, talvolta con lieve iperplasia dell’epitelio, quando l’infezione era di lieve intensità. In infezioni massive le cisti potevano interessare la quasi totalità delle lamelle branchiali e presentarsi anche sovrapposte e l’iperplasia epiteliale era più grave. Talvolta si osservava congestione e reazione flogistica con abbondante presenza di cellule a granuli eosinofili e linfociti. Le cisti a contenuto basofilo amorfo, aventi dimensioni variabili fino a 46×67 μm, non erano delimitate da capsula ma circondate da reazione proliferativa dell’ospite caratterizzata da cellule epitelioidi disposte in strati concentrici. Le osservazioni istopatologiche condotte su orate d’allevamento affette da Epiteliocisti hanno evidenziato come nel tessuto branchiale infetto si possano instaurare reazioni infiammatorie di diversa entità a seconda dell’intensità d’infezione, indicando come questa patologia a decorso benigno possa comunque determinare ipofunzionalità respiratoria e presumibilmente predisporre il tessuto branchiale a patologie secondarie.

Epiteliocisti in orata (Sparus aurata) dall'allevamento: osservazioni istopatologiche.

QUAGLIO, FRANCESCO;
2006

Abstract

L’Epiteliocisti, sostenuta da organismi intracellulari Chlamydia-like (OCL), rappresenta un’infezione benigna, talvolta a carattere proliferativo, del tessuto epiteliale cutaneo e, soprattutto, branchiale descritta in numerose specie ittiche marine e dulciacquicole. L’infezione è caratterizzata dalla formazione di cisti bianco-giallastre o traslucide che rappresentano cellule epiteliali ipertrofiche infette, in genere circondate da cellule squamose o cuboidali. A causa delle difficoltà insite nell’isolamento e nella coltivazione in vitro dell’agente eziologico, la diagnosi di Epiteliocisti si basa attualmente sulla evidenziazione delle caratteristiche cisti all’esame microscopico di preparati a fresco di branchie e cute, in genere con il supporto di osservazioni istologiche. La diagnosi eziologica viene comunque raggiunta solo mediante microscopia elettronica. Sebbene presenti in genere decorso asintomatico o paucisintomatico ed esito fausto, l’Epiteliocisti è stata talvolta associata ad episodi morbosi e a mortalità in alcune specie ittiche, fra cui l’orata (Sparus aurata). Nel corso del 2006 sono state esaminate 21 orate di diversa provenienza: 10 (peso medio: 70g) prelevate per controlli sanitari da un sistema a ricircolo in corso di prove sperimentali (gruppo A), e 11 (peso medio: 3,5g) campionate nel corso di un episodio di mortalità presso un allevamento intensivo in gabbie galleggianti sottocosta (gruppo B). Tutti i soggetti sono stati sottoposti ad esame necroscopico, parassitologico, batteriologico ed istologico. L’esame istologico è stato condotto su porzioni di branchie, fissate in formalina tamponata al 10% ed incluse in paraffina. Sezioni di 5μm sono state colorate con Ematossilina Eosina, PAS, Giemsa, Ziehl-Neelsen e Tricromica di Crossmonn. All’esame microscopico a fresco, in tutti i soggetti dei gruppi A e B si riscontravano cisti branchiali riferibili ad Epiteliocisti, mentre l’esame parassitologico dava esito negativo. L’esame batteriologico permetteva di isolare Photobacterium damselae subsp. piscicida da tutte le orate del gruppo B, mentre risultava negativo negli altri soggetti. L’esame istologico, effettuato sulle branchie di tutti i soggetti che avevano mostrato cisti riferibili ad Epiteliocisti, evidenziava due diverse tipologie di lesione: cisti granulose basofile e cisti con contenuto basofilo amorfo. Cellule ipertrofiche delle dimensioni variabili da 16,5×16,5 a 30x50μm con inclusioni granulose eterogenee si presentavano a carico dell’epitelio delle lamelle degli archi branchiali circondate da esile parete ialina, PAS-positiva. Tali lesioni si riscontravano perlopiù in posizione interlamellare più frequentemente alla base delle lamelle, talvolta con lieve iperplasia dell’epitelio, quando l’infezione era di lieve intensità. In infezioni massive le cisti potevano interessare la quasi totalità delle lamelle branchiali e presentarsi anche sovrapposte e l’iperplasia epiteliale era più grave. Talvolta si osservava congestione e reazione flogistica con abbondante presenza di cellule a granuli eosinofili e linfociti. Le cisti a contenuto basofilo amorfo, aventi dimensioni variabili fino a 46×67 μm, non erano delimitate da capsula ma circondate da reazione proliferativa dell’ospite caratterizzata da cellule epitelioidi disposte in strati concentrici. Le osservazioni istopatologiche condotte su orate d’allevamento affette da Epiteliocisti hanno evidenziato come nel tessuto branchiale infetto si possano instaurare reazioni infiammatorie di diversa entità a seconda dell’intensità d’infezione, indicando come questa patologia a decorso benigno possa comunque determinare ipofunzionalità respiratoria e presumibilmente predisporre il tessuto branchiale a patologie secondarie.
2006
XIII Convegno Nazionale della Società  Italiana di Patologia Ittica.
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