Il saggio tratta il tema dei processi per crimini di guerra tenuti in Italia a carico di militari tedeschi dopo il secondo conflitto mondiale presso tribunali britannici e italiani. L'Italia, pur uscita sconfitta dalla guerra, rivendicò sulla base della cobelligeranza il diritto di portare in giudizio i tedeschi che si erano macchiati di crimini durante i mesi dell'occupazione (settembre 1943-maggio 1945). Gli Alleati le riconobbero il diritto di processare i ranghi inferiori, dal grado di generale di divisione in giù. La ricerca pone in evidenza come l'azione giudiziaria italiana contro i tedeschi fu frenata dalla paura di suscitare ripercussioni negative (un "effetto boomerang") sulla questione dei criminali di guerra italiani richiesti dalle nazioni aggredite da Mussolini. Il saggio sviluppa anche un confronto con i processi per collaborazionismo condotti nel dopoguerra contro appartenenti alla Repubblica sociale italiana. Infine segue gli sviluppi dei processi contro i criminali di guerra tedeschi a partire dalla ripresa avvenuta alla metà degli anni novanta con il procedimento contro Erich Priebke per la strage delle Fosse Ardeatine. Viene inoltre ricostruito e analizzato l'impatto di questa nuova ondata di processi sulle politiche della memoria e, più in generale, sul dibattito pubblico in Italia.

Das Kalkuel des "Bumerangs". Politik und Rechtsfragen im Umgang mit deutschen Kriegsverbrechen in Italien

FOCARDI, FILIPPO
2006

Abstract

Il saggio tratta il tema dei processi per crimini di guerra tenuti in Italia a carico di militari tedeschi dopo il secondo conflitto mondiale presso tribunali britannici e italiani. L'Italia, pur uscita sconfitta dalla guerra, rivendicò sulla base della cobelligeranza il diritto di portare in giudizio i tedeschi che si erano macchiati di crimini durante i mesi dell'occupazione (settembre 1943-maggio 1945). Gli Alleati le riconobbero il diritto di processare i ranghi inferiori, dal grado di generale di divisione in giù. La ricerca pone in evidenza come l'azione giudiziaria italiana contro i tedeschi fu frenata dalla paura di suscitare ripercussioni negative (un "effetto boomerang") sulla questione dei criminali di guerra italiani richiesti dalle nazioni aggredite da Mussolini. Il saggio sviluppa anche un confronto con i processi per collaborazionismo condotti nel dopoguerra contro appartenenti alla Repubblica sociale italiana. Infine segue gli sviluppi dei processi contro i criminali di guerra tedeschi a partire dalla ripresa avvenuta alla metà degli anni novanta con il procedimento contro Erich Priebke per la strage delle Fosse Ardeatine. Viene inoltre ricostruito e analizzato l'impatto di questa nuova ondata di processi sulle politiche della memoria e, più in generale, sul dibattito pubblico in Italia.
2006
Transnationale Vergangenheitspolitik. Der Umgang mit deutschen Kriegsverbrechern in Europa nach dem Zweiten Weltkrieg
9783892449409
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