Le scelte linguistiche non possono, quindi, andare controcorrente e appare oggi sempre più anacronistico identificare l’unità di una nazione con l’unitarietà linguistica. Il termine “sdoganamento”, introdotto anche nella letteratura linguistica è significativamente consono all’attuale situazione del rapporto tra lingua e dialetto e indica il superamento di quel “blocco” storico che hanno subito le varietà linguistiche dialettali o minoritarie. I dati a cui faremo riferimento sono estrapolati da una ricerca a livello nazionale relativa alle situazioni e alle motivazioni che inducono i giovani in Italia a parlare italiano o dialetto. Si tratta di un campionamento a quote di 1040 soggetti. La lettura dei dati consente di rilevare tre modelli linguistici: Il primo ovvero un modello formale che prevede la conoscenza e l’uso di una lingua ufficiale, pubblica, una lingua pass partout in un determinato territorio, comunque una lingua viva; Il secondo un modello affettivo che comprende le varietà legate all’ambito familiare, alla socializzazione primaria, alla sfera dell’affettività. Infine un modello aggregativo/espressivo proprio della “messa in circolazione” di una varietà linguistica inserita in un mercato linguistico che prevede la presenza del dialetto, o di altre varietà non ufficiali, sia quando il dialetto è stato appreso in famiglia sia quando l’uso è una libera scelta di modalità comunicativa tra amici o gruppi. Questo terzo modello caratterizza i risultati di questo lavoro confermando una tendenza che solo ora si è resa “visibile”anche per quanto afferisce all’uso del dialetto nella musica e nella poesia. Concludendo, la presente ricerca, testimonia la maturazione di una scelta verso la dialettofonia, pur non escludendo la tradizione, si sposta per età e per ambito di apprendimento e di spendibilità.

Realtà  giovanile e modelli linguistici

TESSAROLO, MARISELDA;
2006

Abstract

Le scelte linguistiche non possono, quindi, andare controcorrente e appare oggi sempre più anacronistico identificare l’unità di una nazione con l’unitarietà linguistica. Il termine “sdoganamento”, introdotto anche nella letteratura linguistica è significativamente consono all’attuale situazione del rapporto tra lingua e dialetto e indica il superamento di quel “blocco” storico che hanno subito le varietà linguistiche dialettali o minoritarie. I dati a cui faremo riferimento sono estrapolati da una ricerca a livello nazionale relativa alle situazioni e alle motivazioni che inducono i giovani in Italia a parlare italiano o dialetto. Si tratta di un campionamento a quote di 1040 soggetti. La lettura dei dati consente di rilevare tre modelli linguistici: Il primo ovvero un modello formale che prevede la conoscenza e l’uso di una lingua ufficiale, pubblica, una lingua pass partout in un determinato territorio, comunque una lingua viva; Il secondo un modello affettivo che comprende le varietà legate all’ambito familiare, alla socializzazione primaria, alla sfera dell’affettività. Infine un modello aggregativo/espressivo proprio della “messa in circolazione” di una varietà linguistica inserita in un mercato linguistico che prevede la presenza del dialetto, o di altre varietà non ufficiali, sia quando il dialetto è stato appreso in famiglia sia quando l’uso è una libera scelta di modalità comunicativa tra amici o gruppi. Questo terzo modello caratterizza i risultati di questo lavoro confermando una tendenza che solo ora si è resa “visibile”anche per quanto afferisce all’uso del dialetto nella musica e nella poesia. Concludendo, la presente ricerca, testimonia la maturazione di una scelta verso la dialettofonia, pur non escludendo la tradizione, si sposta per età e per ambito di apprendimento e di spendibilità.
2006
Giovani, lingue e dialetti
9788880982234
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