L’articolo, composto su richiesta del direttore della “Storia della teologia nel medioevo”, descrive, sia da un punto di vista istituzionale che da un punto di vista dottrinale, le caratteristiche dell’insegnamento teologico nella seconda metà del XII secolo. Spiega che in questo periodo, in assenza di un sistema di formazione centralizzato, sia alle dipendenza di alcuni monasteri che sotto il controllo dei capitoli delle maggiori chiese, si erano affermate numerose scuole, che erano in grado di rilasciare titoli (“licentia docendi”) che permettevano di insegnare ovunque, a meno che non intervenisse la proibizione delle “scholasticus” territorialmente responsabile. In tutte queste scuole, la formazione di base era affidata allo studio delle arti liberali (trivio e quadrivio) che veniva in gran parte condotto sui testi antichi e tardo-antichi, e soprattutto sulle opere logiche nelle traduzioni di Boezio e sui manuali da questi composti. Si offrono quindi informazioni sulla progressiva traduzione delle opere logiche di Aristotele, che, tra il 1115-20 e il 1150 integrano con la “logica nova” la biblioteca logica già prima disponibile (“logica vetus”) e si sottolinea che, oltre ad assimilare le opere aristoteliche riscoperte, i medievali (Abelardo, Gerlando di Besançon, Roberto di Melun, Adamo di Balsham) iniziano, già dai primi decenni del XX secolo, a comporre opere autonome, nelle quali sono trattati anche problemi non direttamente affrontati da Aristotele (“logica modernorum”, o “logica terminorum”, concentrata soprattutto nello studio delle proprietà dei termini). Si illustra in seguito l’impatto che gli sviluppi nelle arti del linguaggio avranno sull’elaborazione teologica: in questo campo, a) si riconosce l’utilizzo di raffinate conoscenze grammaticali, retoriche e logiche nella soluzione delle apparenti contraddizioni dei testi teologici (biblici, patristici, dogmatici); b) si sottolinea che i teologi del periodo si chiedono entro quali limiti e con quali modalità il linguaggio umano può essere utilizzato per parlare delle realtà divine; c) a questo proposito, soprattutto gli allievi di Gilberto Porreta (“porretani”) evidenziano che il linguaggio comune nomina sempre enti caratterizzati dall’inerenza di una qualità in una sostanza, mentre questo non è il caso per Dio, caratterizzato da assoluta unità; d) per lo stesso motivo, si combatte l’idea abelardiana che le le persone divine siano distinte grazie al fatto che il Padre “si appropria” la potenza di Dio, il Figlio la sapienza e lo Spirito Santo la benignità e si inizia una delicata distinzione tra le proprietà che riguardano l’intera Trinità e quelle che valgono a distinguere le Persone le une dalle altre: la riflessione su questo punto porterà poco a poco a parlare degli attributi della divinità come distinti dalle “proprietà personali” (che verranno in seguito designate col termine di ‘nozioni’).

"Trivium" e teologia. L'organizzazione scolastica nella seconda metà  del secolo dodicesimo e i maestri della "sacra pagina"

QUINTO, RICCARDO
1996

Abstract

L’articolo, composto su richiesta del direttore della “Storia della teologia nel medioevo”, descrive, sia da un punto di vista istituzionale che da un punto di vista dottrinale, le caratteristiche dell’insegnamento teologico nella seconda metà del XII secolo. Spiega che in questo periodo, in assenza di un sistema di formazione centralizzato, sia alle dipendenza di alcuni monasteri che sotto il controllo dei capitoli delle maggiori chiese, si erano affermate numerose scuole, che erano in grado di rilasciare titoli (“licentia docendi”) che permettevano di insegnare ovunque, a meno che non intervenisse la proibizione delle “scholasticus” territorialmente responsabile. In tutte queste scuole, la formazione di base era affidata allo studio delle arti liberali (trivio e quadrivio) che veniva in gran parte condotto sui testi antichi e tardo-antichi, e soprattutto sulle opere logiche nelle traduzioni di Boezio e sui manuali da questi composti. Si offrono quindi informazioni sulla progressiva traduzione delle opere logiche di Aristotele, che, tra il 1115-20 e il 1150 integrano con la “logica nova” la biblioteca logica già prima disponibile (“logica vetus”) e si sottolinea che, oltre ad assimilare le opere aristoteliche riscoperte, i medievali (Abelardo, Gerlando di Besançon, Roberto di Melun, Adamo di Balsham) iniziano, già dai primi decenni del XX secolo, a comporre opere autonome, nelle quali sono trattati anche problemi non direttamente affrontati da Aristotele (“logica modernorum”, o “logica terminorum”, concentrata soprattutto nello studio delle proprietà dei termini). Si illustra in seguito l’impatto che gli sviluppi nelle arti del linguaggio avranno sull’elaborazione teologica: in questo campo, a) si riconosce l’utilizzo di raffinate conoscenze grammaticali, retoriche e logiche nella soluzione delle apparenti contraddizioni dei testi teologici (biblici, patristici, dogmatici); b) si sottolinea che i teologi del periodo si chiedono entro quali limiti e con quali modalità il linguaggio umano può essere utilizzato per parlare delle realtà divine; c) a questo proposito, soprattutto gli allievi di Gilberto Porreta (“porretani”) evidenziano che il linguaggio comune nomina sempre enti caratterizzati dall’inerenza di una qualità in una sostanza, mentre questo non è il caso per Dio, caratterizzato da assoluta unità; d) per lo stesso motivo, si combatte l’idea abelardiana che le le persone divine siano distinte grazie al fatto che il Padre “si appropria” la potenza di Dio, il Figlio la sapienza e lo Spirito Santo la benignità e si inizia una delicata distinzione tra le proprietà che riguardano l’intera Trinità e quelle che valgono a distinguere le Persone le une dalle altre: la riflessione su questo punto porterà poco a poco a parlare degli attributi della divinità come distinti dalle “proprietà personali” (che verranno in seguito designate col termine di ‘nozioni’).
1996
Storia della Teologia nel Medioevo, vol. II: La grande fioritura
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/160310
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