La grande esposizione di codici miniati allestita nel 1999 tra Padova e Praglia è stata un’ottima occasione per riunire e ordinare una quantità straordinaria di libri liturgico-musicali, dal Medioevo fino al secolo XVIII, offrendo agli studiosi l’opportunità di cogliere dal vivo la continuità di uno sviluppo unitario nella formazione dei testi e delle melodie. Infatti, è stato possibile effettuare un percorso che dai testimoni più antichi del repertorio romano-franco, conservati nella Biblioteca Capitolare di Padova, prosegue attraverso le preziose serie di antifonari e graduali copiati per la basilica del Santo in seguito alla riforma romano-francescana e ai corali dell’abbazia di S. Giustina, fino ad arrivare alle testimonianze tardive dei secoli XVI-XVIII, con l’introduzione di composizioni in canto fratto, in canto neogregoriano e in canto piano “binatim”. Quel percorso espositivo ha messo in evidenza tutta la forza evocativa di sapienti opere d’arte che utilizzavano una tecnica multimediale per rendere percepibile ed efficace l’evento liturgico. Con i libri corali, infatti, dall’epoca medievale in poi sono stati organizzati degli autentici ipertesti, capaco di mettere in relazione i differenti piani linguistici attraverso i quali il mistero diventa sacramento: in essi i testi, le intonazioni, l’iconografia e le rubriche interagiscono costantemente, amplificando ed enfatizzando la parola di Dio con le melodie e le decorazioni.

Liturgia e musica nei codici padovani

LOVATO, ANTONIO
1999

Abstract

La grande esposizione di codici miniati allestita nel 1999 tra Padova e Praglia è stata un’ottima occasione per riunire e ordinare una quantità straordinaria di libri liturgico-musicali, dal Medioevo fino al secolo XVIII, offrendo agli studiosi l’opportunità di cogliere dal vivo la continuità di uno sviluppo unitario nella formazione dei testi e delle melodie. Infatti, è stato possibile effettuare un percorso che dai testimoni più antichi del repertorio romano-franco, conservati nella Biblioteca Capitolare di Padova, prosegue attraverso le preziose serie di antifonari e graduali copiati per la basilica del Santo in seguito alla riforma romano-francescana e ai corali dell’abbazia di S. Giustina, fino ad arrivare alle testimonianze tardive dei secoli XVI-XVIII, con l’introduzione di composizioni in canto fratto, in canto neogregoriano e in canto piano “binatim”. Quel percorso espositivo ha messo in evidenza tutta la forza evocativa di sapienti opere d’arte che utilizzavano una tecnica multimediale per rendere percepibile ed efficace l’evento liturgico. Con i libri corali, infatti, dall’epoca medievale in poi sono stati organizzati degli autentici ipertesti, capaco di mettere in relazione i differenti piani linguistici attraverso i quali il mistero diventa sacramento: in essi i testi, le intonazioni, l’iconografia e le rubriche interagiscono costantemente, amplificando ed enfatizzando la parola di Dio con le melodie e le decorazioni.
1999
Calligrafia di Dio. La miniatura celebra la parola
9788882900823
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