Un intervento efficace volto ad assicurare al bambino con ipoacusia un ingresso acustico adeguato implica che tutto il procedimento diagnostico, dalla individuazione del sospetto portatore del deficit uditivo fino alla diagnosi finale con l'acquisizione dei dati clinici necessari all'impostazione del programma protesico-riabilitativo, dovrebbe concludersi entro l'anno di età. La realizzazione di questo iter comporta due ordini di problemi clinico-diagnostici. Il primo riguarda l'identificazione precoce del deficit uditivo: la sordità infatti è caratterizzata da una sintomatologia "silente", cioè che non dà segni clinici così evidenti da richiamare l'attenzione dei genitori o degli operatori sanitari che vengono a contatto con il bambino durante il primo anno di vita. L'approccio sanitario attualmente seguito è l'attuazione di procedure specifiche di screening, che permettano di individuare, nella popolazione generale di bambini, i possibili "portatori" del deficit uditivo. Su questa subpopolazione vengono effettuate tutte le indagini necessarie per giungere ad una diagnosi, che può essere di esclusione (normoacusia) o di presenza della patologia (ipoacusia). Uno dei problemi è rappresentato dalla necessità di utilizzare procedure diagnostiche oggettive nel primo anno di vita, dal momento che a questa età le tecniche comportamentali non possono essere sufficientemente precise ed affidabili da consentire una corretta e sicura prescrizione protesica. Le metodiche di audiometria obiettiva ed in particolare le indagini con i potenziali uditivi evocati (Auditory Evoked Responses, ERA), non richiedendo la collaborazione del soggetto, hanno assunto un ruolo insostituibile nella diagnosi delle ipoacusie infantili. In epoche successive l’audiometria a risposte condizionate rappresenta la metodica di elezione nella valutazione della soglia uditiva. In questo capitolo vengono trattate lee problematiche inerenti allo screening neonatale, alle metodiche utilizzate, ai criteri seguiti e le recenti discussioni riguardo alla popolazione su cui effettuare lo screening (screening universale o screening su popolazioni selezionate).
Audiologia pediatrica
ARSLAN, EDOARDO;SANTARELLI, ROSAMARIA
2004
Abstract
Un intervento efficace volto ad assicurare al bambino con ipoacusia un ingresso acustico adeguato implica che tutto il procedimento diagnostico, dalla individuazione del sospetto portatore del deficit uditivo fino alla diagnosi finale con l'acquisizione dei dati clinici necessari all'impostazione del programma protesico-riabilitativo, dovrebbe concludersi entro l'anno di età. La realizzazione di questo iter comporta due ordini di problemi clinico-diagnostici. Il primo riguarda l'identificazione precoce del deficit uditivo: la sordità infatti è caratterizzata da una sintomatologia "silente", cioè che non dà segni clinici così evidenti da richiamare l'attenzione dei genitori o degli operatori sanitari che vengono a contatto con il bambino durante il primo anno di vita. L'approccio sanitario attualmente seguito è l'attuazione di procedure specifiche di screening, che permettano di individuare, nella popolazione generale di bambini, i possibili "portatori" del deficit uditivo. Su questa subpopolazione vengono effettuate tutte le indagini necessarie per giungere ad una diagnosi, che può essere di esclusione (normoacusia) o di presenza della patologia (ipoacusia). Uno dei problemi è rappresentato dalla necessità di utilizzare procedure diagnostiche oggettive nel primo anno di vita, dal momento che a questa età le tecniche comportamentali non possono essere sufficientemente precise ed affidabili da consentire una corretta e sicura prescrizione protesica. Le metodiche di audiometria obiettiva ed in particolare le indagini con i potenziali uditivi evocati (Auditory Evoked Responses, ERA), non richiedendo la collaborazione del soggetto, hanno assunto un ruolo insostituibile nella diagnosi delle ipoacusie infantili. In epoche successive l’audiometria a risposte condizionate rappresenta la metodica di elezione nella valutazione della soglia uditiva. In questo capitolo vengono trattate lee problematiche inerenti allo screening neonatale, alle metodiche utilizzate, ai criteri seguiti e le recenti discussioni riguardo alla popolazione su cui effettuare lo screening (screening universale o screening su popolazioni selezionate).Pubblicazioni consigliate
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