Epica della scienza: "spostamento" e "dissimulazione"

Il saggio, rielaborazione dell'intervento al Convegno urbinate "Dopo Tasso" ( 2004), analizza l'"epica del moderno" presente, sia pure in forme parzialmente dissimulate, nella tensione cognitiva della scuola galileiana. Nel Seicento, infatti, l'avventura del pensiero scientifico assume le valenze simboliche del viaggio di esplorazione. Viene messo in tal modo in evidenza, mediante opportuni rilievi testuali, come l'agonismo prometeico e la contemplazione della tecnologia, siano elementi costitutivi di un canone retoricamente strutturato dell'epica cinque-seicentesca, entro cui i navigatori, gli scienziati e i filosofi divengono gli eroi di una mitologia moderna che ha negli Argonauti e nell'Ulisse dantesco le sue figure archetipiche . Ne risulta che la conquista dello spazio fisico oltre i confini noti è una metafora della conquista scientifica della natura (tanto nei "Discorsi di anatomia" di Bellini quanto nel "Novum Organum" di Francis Bacon).