“L’Esame”, rivista mensile diretta da Enrico Somaré, nasce a Milano nell’aprile 1922. Il periodico vuol essere un bacino saggistico adatto all’incertezza dei tempi, stretti fra la grande guerra e una crisi politica esiziale. Somaré, entro tale stagione, isola e interpreta il bisogno di rimotivare l’impegno intellettuale, indagando e qualificando il rapporto fra modernità e tradizione. La sua attenzione va all’Italia, ma è corroborata da un parallelo sguardo alla situazione europea. Suoi obiettivi sono la letteratura e le arti figurative, ma anche, esplicitamente, la critica d’arte. I primi mesi di lavoro mostrano una chiarezza d’intenti che lascia supporre anche altre mani: non a caso l’apertura è affidata a Lionello Venturi, all’epoca impegnato con Gualino e già assillato dai problemi metodologici che lo condurranno al Gusto dei primitivi e, ben oltre, alla Storia. Su “L’Esame”, il professore, ispirato dall’estetica crociana e dalle teorie formaliste, pubblica alcuni dei suoi più importanti saggi metodologici. In particolare Gli schemi del Wölfflin, ove rimarca la necessità pratica di strumenti visivi nell’analisi della figurazione, vincolandone però l’utilità a una stabile verifica documentaria, cioè alla rispondenza con i mezzi di costruzione presenti all’artista e tràditi dalla letteratura. Il procedimento valutativo è sottoposto a una sorta di taratura, così che la critica moderna, validata nelle teorie del passato, impara ad interloquire col tempo e le trasformazioni culturali. Il che apre il metodo specialistico alla stima dell’arte contemporanea. La gestione critica dell’attualità divide da tempo storici dell’arte, giornalisti e artisti: tematizzando la questione, la rivista accoglie anche numerosi scritti di pittori (Ardengo Soffici, Carlo Carrà ecc.). Insomma i primi numeri, propongono un tesissimo schema discussionale, che appanna la cesura fra un saggio e l’altro. Inoltre le numerose traduzioni innescano un ritmo responsoriale fra voci presenti e passate (Hegel, Fromentin, Delacroix, Ingres, Reynolds e gli stessi Carrà, Soffici e Venturi). E’ un dialogo stratificato, sovradisciplinare e sovratemporale, se non impossibile certo stupefacente. Ma il periodico si interessa anche alle grandi esposizioni dei primi anni Venti e alla situazione internazionale. Tanto nitore programmatico entrerà presto in crisi. Nel dicembre 1922 l’amministrazione de “L’Esame” passa a Emanuele Castelbarco, vale a dire a Bottega di Poesia, galleria ed editrice d’arte milanese: l’attenzione dedicata alle mostre locali aumenta. Diminuisce invece l’influsso venturiano, che si esaurirà entro il maggio del 1923. Con ciò lo spazio complessivo delle arti implode e la saggistica superstite patisce un obiettivo restringimento di orizzonti. Le poche aperture saranno importate da altri laboratori culturali, “Valori plastici” o “La Ronda”. Del resto la seconda anima de “L’Esame” è proprio quella letteraria, dominante lungo tutta la stagione post-venturiana. E’ una proficua acquisizione dei narratori e poeti nostri alla critica d’arte e viceversa. Con una significativa coincidenza d’interessi, poiché i vecchi rondisti, appunto, sono a quest’altezza impegnati ad affrancare le scritture moderne dagli opposti estremi di avanguardia e carduccianesimo. La rivista di Somaré accoglie le firme di Giuseppe Raimondi, Marcello Cora (al secolo Maurizio Korach) ecc. . La critica dei letterati prosegue fino agli ultimi numeri: nel 1925 ancora troviamo Francesco Flora e Mario Soldati (già allievo di Lionello e poi di Adolfo Venturi). Ma dopo una ristrutturazione generale (nel dicembre 1925), “L’Esame” declina. Riapparirà con ritmo discontinuo in un futuro remoto: nel 1933, poi nel 1939 e ancora fra 1941 e ’42. Negli intervalli, sostituirà al dibattito preziose edizioni monografiche.

Il primo tempo de "L'Esame" (1922-1925)

NEZZO, MARTA
2007

Abstract

“L’Esame”, rivista mensile diretta da Enrico Somaré, nasce a Milano nell’aprile 1922. Il periodico vuol essere un bacino saggistico adatto all’incertezza dei tempi, stretti fra la grande guerra e una crisi politica esiziale. Somaré, entro tale stagione, isola e interpreta il bisogno di rimotivare l’impegno intellettuale, indagando e qualificando il rapporto fra modernità e tradizione. La sua attenzione va all’Italia, ma è corroborata da un parallelo sguardo alla situazione europea. Suoi obiettivi sono la letteratura e le arti figurative, ma anche, esplicitamente, la critica d’arte. I primi mesi di lavoro mostrano una chiarezza d’intenti che lascia supporre anche altre mani: non a caso l’apertura è affidata a Lionello Venturi, all’epoca impegnato con Gualino e già assillato dai problemi metodologici che lo condurranno al Gusto dei primitivi e, ben oltre, alla Storia. Su “L’Esame”, il professore, ispirato dall’estetica crociana e dalle teorie formaliste, pubblica alcuni dei suoi più importanti saggi metodologici. In particolare Gli schemi del Wölfflin, ove rimarca la necessità pratica di strumenti visivi nell’analisi della figurazione, vincolandone però l’utilità a una stabile verifica documentaria, cioè alla rispondenza con i mezzi di costruzione presenti all’artista e tràditi dalla letteratura. Il procedimento valutativo è sottoposto a una sorta di taratura, così che la critica moderna, validata nelle teorie del passato, impara ad interloquire col tempo e le trasformazioni culturali. Il che apre il metodo specialistico alla stima dell’arte contemporanea. La gestione critica dell’attualità divide da tempo storici dell’arte, giornalisti e artisti: tematizzando la questione, la rivista accoglie anche numerosi scritti di pittori (Ardengo Soffici, Carlo Carrà ecc.). Insomma i primi numeri, propongono un tesissimo schema discussionale, che appanna la cesura fra un saggio e l’altro. Inoltre le numerose traduzioni innescano un ritmo responsoriale fra voci presenti e passate (Hegel, Fromentin, Delacroix, Ingres, Reynolds e gli stessi Carrà, Soffici e Venturi). E’ un dialogo stratificato, sovradisciplinare e sovratemporale, se non impossibile certo stupefacente. Ma il periodico si interessa anche alle grandi esposizioni dei primi anni Venti e alla situazione internazionale. Tanto nitore programmatico entrerà presto in crisi. Nel dicembre 1922 l’amministrazione de “L’Esame” passa a Emanuele Castelbarco, vale a dire a Bottega di Poesia, galleria ed editrice d’arte milanese: l’attenzione dedicata alle mostre locali aumenta. Diminuisce invece l’influsso venturiano, che si esaurirà entro il maggio del 1923. Con ciò lo spazio complessivo delle arti implode e la saggistica superstite patisce un obiettivo restringimento di orizzonti. Le poche aperture saranno importate da altri laboratori culturali, “Valori plastici” o “La Ronda”. Del resto la seconda anima de “L’Esame” è proprio quella letteraria, dominante lungo tutta la stagione post-venturiana. E’ una proficua acquisizione dei narratori e poeti nostri alla critica d’arte e viceversa. Con una significativa coincidenza d’interessi, poiché i vecchi rondisti, appunto, sono a quest’altezza impegnati ad affrancare le scritture moderne dagli opposti estremi di avanguardia e carduccianesimo. La rivista di Somaré accoglie le firme di Giuseppe Raimondi, Marcello Cora (al secolo Maurizio Korach) ecc. . La critica dei letterati prosegue fino agli ultimi numeri: nel 1925 ancora troviamo Francesco Flora e Mario Soldati (già allievo di Lionello e poi di Adolfo Venturi). Ma dopo una ristrutturazione generale (nel dicembre 1925), “L’Esame” declina. Riapparirà con ritmo discontinuo in un futuro remoto: nel 1933, poi nel 1939 e ancora fra 1941 e ’42. Negli intervalli, sostituirà al dibattito preziose edizioni monografiche.
2007
Percorsi di critica. Un archivio per le riviste d'arte in Italia dell'Ottocento e del Novecento
9788834314326
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/164795
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact