L’obiettivo di questo lavoro è di definire quale sia il rapporto che gli esperti e i linguaggi della scienza instaurano con i codici della produzione televisiva, analizzando, nello specifico, quelle trasmissioni televisive che si occupano di Disturbi del Comportamento Alimentare (Dca), un ambito della comunicazione mediale costruito nell’intento di proporre al pubblico contributi utili per la comprensione di una patologia, che genera preoccupazione se non vere forme di allarme sociale di cui, tuttavia, gli stessi media sono spesso tra i principali strumenti di propagazione. I punti toccati riguardano, nello specifico, la tipologia e la forma delle narrazioni dei disturbi alimentari: legate alle conoscenze psico-bio-mediche dell’esperto che le studia, ma anche alle rappresentazioni non-esperte, o profane, di coloro che vivono sul proprio corpo l’esperienza del dolore. Rappresentazioni, testimonianze della malattia e della sua narrazione che nell’informazione sono poste di fronte alla scienza medica in termini concorrenziali. Tra tali eterogenee rappresentazioni – esperte e non – si instaura un gioco di rispecchiamenti reciproci in cui tra scienza, esperti, malati e testimoni non sempre è facile definire chi sia servo e chi padrone rispetto al contenitore televisivo che li racchiude assieme.
La scienza e i disturbi alimentari nei media
RIVA, CLAUDIO
2011
Abstract
L’obiettivo di questo lavoro è di definire quale sia il rapporto che gli esperti e i linguaggi della scienza instaurano con i codici della produzione televisiva, analizzando, nello specifico, quelle trasmissioni televisive che si occupano di Disturbi del Comportamento Alimentare (Dca), un ambito della comunicazione mediale costruito nell’intento di proporre al pubblico contributi utili per la comprensione di una patologia, che genera preoccupazione se non vere forme di allarme sociale di cui, tuttavia, gli stessi media sono spesso tra i principali strumenti di propagazione. I punti toccati riguardano, nello specifico, la tipologia e la forma delle narrazioni dei disturbi alimentari: legate alle conoscenze psico-bio-mediche dell’esperto che le studia, ma anche alle rappresentazioni non-esperte, o profane, di coloro che vivono sul proprio corpo l’esperienza del dolore. Rappresentazioni, testimonianze della malattia e della sua narrazione che nell’informazione sono poste di fronte alla scienza medica in termini concorrenziali. Tra tali eterogenee rappresentazioni – esperte e non – si instaura un gioco di rispecchiamenti reciproci in cui tra scienza, esperti, malati e testimoni non sempre è facile definire chi sia servo e chi padrone rispetto al contenitore televisivo che li racchiude assieme.Pubblicazioni consigliate
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