Il portale maggiore della cattedrale di Acqui Terme, intitolata a S. Maria Assunta, si deve alla maestria dello scultore ticinese Giovanni Antonio Pilacorte, che lo terminò nel 1481 su commissione dell’allora vescovo di Acqui, Tommaso de Regibus. Del portale costituisce parte integrante anche la scrittura, che in qualche modo scandisce le parti del monumento, ne spiega la storia, contribuisce alla comprensione degli elementi decorativi, informa insomma il fedele. Siamo in presenza di una serie di testi epigrafici che rispondono a esigenze comunicative diverse e che assolvono ad alcune delle funzioni primarie che sono state attribuite alle scritture esposte medievali, in una sorta di antologia di possibilità che rende il portale acquese e l’insieme delle sue scritture esposte un esempio particolarmente ricco ed eloquente. La funzione primaria del complesso epigrafico acquese è forse la principale funzione assolta dalle iscrizioni, medievali ma non solo, dunque quella celebrativa e commemorativa, sia di un evento storico che di un personaggio, anzi di più fatti storici e di più personaggi. Stiamo parlando della costruzione della cattedrale da parte del vescovo Guido e del suo portale maggiore da parte del vescovo de Regibus, committenti di cui si sottolinea la liberalità. Inoltre, stiamo naturalmente parlando anche di san Maggiorino, fondatore della chiesa acquese, che viene invocato in una delle epigrafi. Accanto alla funzione commemorativa le epigrafi del duomo ne assumono anche una fortemente propagandistica: l’esaltazione degli esponenti più prestigiosi del clero acquese, due vescovi che sono per di più dei santi, non può che coinvolgere tutta la chiesa cittadina, sottolineando la centralità della cattedra episcopale nella sua vita e nel suo sviluppo, anche edilizio. Non mancano poi delle brevi iscrizioni didascaliche, che servono cioè a identificare con certezza i personaggi raffigurati, nel caso specifico del portale acquese sia i santi vescovi Maggiorino e Guido, sia i primi Dottori della Chiesa. Infine, in uno dei testi epigrafici troviamo la firma dell’artefice: in un processo di progressiva acquisizione e di costante accrescimento dell’autocoscienza dell’artista medievale, si afferma l’uso da parte dell’autore di firmare l’opera d’arte, ricordando il proprio nome e menzionando spesso, oltre alla data di conclusione dell’opera stessa, anche il committente.

Le epigrafi del portale maggiore del Duomo di Acqui Terme

GIOVE', NICOLETTA
2011

Abstract

Il portale maggiore della cattedrale di Acqui Terme, intitolata a S. Maria Assunta, si deve alla maestria dello scultore ticinese Giovanni Antonio Pilacorte, che lo terminò nel 1481 su commissione dell’allora vescovo di Acqui, Tommaso de Regibus. Del portale costituisce parte integrante anche la scrittura, che in qualche modo scandisce le parti del monumento, ne spiega la storia, contribuisce alla comprensione degli elementi decorativi, informa insomma il fedele. Siamo in presenza di una serie di testi epigrafici che rispondono a esigenze comunicative diverse e che assolvono ad alcune delle funzioni primarie che sono state attribuite alle scritture esposte medievali, in una sorta di antologia di possibilità che rende il portale acquese e l’insieme delle sue scritture esposte un esempio particolarmente ricco ed eloquente. La funzione primaria del complesso epigrafico acquese è forse la principale funzione assolta dalle iscrizioni, medievali ma non solo, dunque quella celebrativa e commemorativa, sia di un evento storico che di un personaggio, anzi di più fatti storici e di più personaggi. Stiamo parlando della costruzione della cattedrale da parte del vescovo Guido e del suo portale maggiore da parte del vescovo de Regibus, committenti di cui si sottolinea la liberalità. Inoltre, stiamo naturalmente parlando anche di san Maggiorino, fondatore della chiesa acquese, che viene invocato in una delle epigrafi. Accanto alla funzione commemorativa le epigrafi del duomo ne assumono anche una fortemente propagandistica: l’esaltazione degli esponenti più prestigiosi del clero acquese, due vescovi che sono per di più dei santi, non può che coinvolgere tutta la chiesa cittadina, sottolineando la centralità della cattedra episcopale nella sua vita e nel suo sviluppo, anche edilizio. Non mancano poi delle brevi iscrizioni didascaliche, che servono cioè a identificare con certezza i personaggi raffigurati, nel caso specifico del portale acquese sia i santi vescovi Maggiorino e Guido, sia i primi Dottori della Chiesa. Infine, in uno dei testi epigrafici troviamo la firma dell’artefice: in un processo di progressiva acquisizione e di costante accrescimento dell’autocoscienza dell’artista medievale, si afferma l’uso da parte dell’autore di firmare l’opera d’arte, ricordando il proprio nome e menzionando spesso, oltre alla data di conclusione dell’opera stessa, anche il committente.
2011
Arbor ramosa. Studi per Antonio Rigon da allievi amici colleghi
9788885155800
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/165534
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
  • OpenAlex ND
social impact