La recente storiografia croata utilizza con più circospezione, riferendosi al lungo Ottocento, il termine narodni preporod, ovvero ri-nascita nazionale, il risorgimento, preferendo parlare di formazione e integrazione nazionale croata sullo sfondo dei processi di una complessiva modernizzazione. A voler tracciare un quadro d’insieme, rimangono le discrepanze di merito e di storiografia fra la Croazia-Slavonia e Fiume, che erano sotto sovranità ungherese dal 1867, e la Dalmazia e l’Istria, parti della Cisleithania. L’elemento unificante che vede nel processo dell’integrazione nazionale croata una fase storica di questi tre contesti non convince del tutto, per il fatto che la “nazionalizzazione della massa” nel caso croato passò attraverso il confronto con le altre componenti nazionali su scala regionale. Nel 1914 non emerge nitida la visione di una moderna società croata da fare, da costruire. I progetti nazionali si limitavano al confronto con altre componenti nazionali, a rivendicare la sovranità e non a proiettarsi nel futuro economico e sociale, a vedere o sognare società industrializzate. I più dinamici (e sicuramente utopisti) erano quelli che tale futuro lo auspicavano all’interno di una Jugoslavia. Gli altri, per quanto appartenenti a generazioni recenti, erano per certi versi già superati, nelle loro concezioni, rispetto a quello che sarebbe diventato il trend dopo il 1918: nazione e modernizzazione attraverso la massa e l’industrializzazione.

I ceti dirigenti croati tra Croazia-Slavonia, Dalmazia e Istria, 1867-1914

IVETIC, EGIDIO
2011

Abstract

La recente storiografia croata utilizza con più circospezione, riferendosi al lungo Ottocento, il termine narodni preporod, ovvero ri-nascita nazionale, il risorgimento, preferendo parlare di formazione e integrazione nazionale croata sullo sfondo dei processi di una complessiva modernizzazione. A voler tracciare un quadro d’insieme, rimangono le discrepanze di merito e di storiografia fra la Croazia-Slavonia e Fiume, che erano sotto sovranità ungherese dal 1867, e la Dalmazia e l’Istria, parti della Cisleithania. L’elemento unificante che vede nel processo dell’integrazione nazionale croata una fase storica di questi tre contesti non convince del tutto, per il fatto che la “nazionalizzazione della massa” nel caso croato passò attraverso il confronto con le altre componenti nazionali su scala regionale. Nel 1914 non emerge nitida la visione di una moderna società croata da fare, da costruire. I progetti nazionali si limitavano al confronto con altre componenti nazionali, a rivendicare la sovranità e non a proiettarsi nel futuro economico e sociale, a vedere o sognare società industrializzate. I più dinamici (e sicuramente utopisti) erano quelli che tale futuro lo auspicavano all’interno di una Jugoslavia. Gli altri, per quanto appartenenti a generazioni recenti, erano per certi versi già superati, nelle loro concezioni, rispetto a quello che sarebbe diventato il trend dopo il 1918: nazione e modernizzazione attraverso la massa e l’industrializzazione.
2011
Vecchie e nuove élites nell'area danubiano-balcanica del XIX secolo
9788849829112
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