AVANGUARDIA IN CRISI NEL DIBATTITO ARTISTICO FRA LE DUE GUERRE

Il libro segue la storia della radicale revisione della concezione dell'arte e del ruolo dell'artista che si verifica all'indomani della I guerra mondiale. Spazio preminente è riservato ad alcuni ex futuristi, come Carrà, Soffici, Severini, Sironi, Bontempelli, approdati nell'immediato dopoguerra alle sponde dei vari ritorni all'ordine. Pur utilizzando come punto di partenza per l'analisi soprattutto i contributi di questi artisti, si è cercato di tenere conto parallelamente anche del debito con la cultura francese. All'interno del drappello degli ex avanguardisti è stato inserito anche R. Longhi, il solo storico dell'arte italiano ad aver aderito al futurismo. La presenza di Longhi pone in primo piano la questione del linguaggio settoriale della critica d'arte, uscito radicalmente rinnovato dalla rivoluzione d'inizio secolo. La storia del progressivo distacco dalle Avanguardie è infatti, contemporaneamente, la storia di un linguaggio i cui termini-chiave vengono via via enfatizzati, banditi, risemantizzati, ricontestualizzati.