Esaminando minutamente il rapporto fra il centro episcopale-curiale e la periferia delle parrocchie rurali, viene ricostruito nei suoi aspetti normativo-istituzionali e nel suo concreto funzionamento il sistema di governo predisposto e realizzato nella diocesi di Padova da Gregorio Barbarigo, teso, da un lato, a garantire una salda direzione centralizzata e tutta personalmente in mano al vescovo, dall’altro, a creare condizioni affinché il capo della Chiesa locale fosse una presenza reale e pastoralmente incisiva nella vastissima diocesi, attivamente partecipe delle diverse situazioni parrocchiali e in continuo contatto con il clero curato ivi operante. Fondato su un’ampia e sistematica ricerca archivistica, col recupero anche di fonti poco usuali come la corrispondenza intercorsa con i parroci, lo studio procede attraverso l’analisi dettagliata del ruolo assegnato e delle funzioni esercitate dai vicari foranei nei diversi ambiti in cui esplicavano il loro ufficio di ispettori, informatori, ministri e coadiutori del vescovo e perviene a tratteggiare, nelle sue linee portanti, l’organico disegno riformatore perseguito dal Barbarigo, documentando la solidità dell’edificio diocesano che egli venne costruendo e il suo radicamento nelle campagne, edificio che si incardinava sulla parrocchia retta dal clero secolare.

Fra centro e periferia. Vicari foranei e governo diocesano di Gregorio Barbarigo vescovo di Padova (1664-1697).

BILLANOVICH, LILIANA
1993

Abstract

Esaminando minutamente il rapporto fra il centro episcopale-curiale e la periferia delle parrocchie rurali, viene ricostruito nei suoi aspetti normativo-istituzionali e nel suo concreto funzionamento il sistema di governo predisposto e realizzato nella diocesi di Padova da Gregorio Barbarigo, teso, da un lato, a garantire una salda direzione centralizzata e tutta personalmente in mano al vescovo, dall’altro, a creare condizioni affinché il capo della Chiesa locale fosse una presenza reale e pastoralmente incisiva nella vastissima diocesi, attivamente partecipe delle diverse situazioni parrocchiali e in continuo contatto con il clero curato ivi operante. Fondato su un’ampia e sistematica ricerca archivistica, col recupero anche di fonti poco usuali come la corrispondenza intercorsa con i parroci, lo studio procede attraverso l’analisi dettagliata del ruolo assegnato e delle funzioni esercitate dai vicari foranei nei diversi ambiti in cui esplicavano il loro ufficio di ispettori, informatori, ministri e coadiutori del vescovo e perviene a tratteggiare, nelle sue linee portanti, l’organico disegno riformatore perseguito dal Barbarigo, documentando la solidità dell’edificio diocesano che egli venne costruendo e il suo radicamento nelle campagne, edificio che si incardinava sulla parrocchia retta dal clero secolare.
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