Il contributo a tre voci presenta i risultati di un progetto di Ateneo dell’Università di Padova, coordinato da Maria Stella Busana, mirato al censimento degli indicatori archeologici riconducibili alla lavorazione della lana in età romana, al fine di chiarirne, in chiave diacronica, aspetti tecnologici, organizzativi e sociali. L’indagine è stata finora completata, mediante la registrazione dei dati in un database collegato ad un GIS, per le province di Brescia, Verona, Vicenza e Padova, dove si sono individuati più di 1000 reperti, appartenenti alle principali classi di strumenti utilizzati nelle diverse fasi della lavorazione (cesoie, rocche, fusi, uncini, fusarole e pesi da telaio, i materiali di gran lunga più numerosi). Nell’analisi viene prestata particolare attenzione a quegli aspetti che con l'uso potevano avere una stretta relazione, come le caratteristiche morfometriche e ponderali dei manufatti, le loro usure, le eventuali decorazioni che presentavano; nonostante l’approccio sistematico, per talune di queste classi le questioni relative al riconoscimento e all’interpretazione restano problematiche: le cesoie da tosatura si possono talora confondere con forbici utilizzate per altri scopi, i fusi e le rocche, se rinvenuti in stato frammentario, sono di difficile riconoscimento, i pesi da telaio dovettero svolgere anche altre funzioni, ancora parzialmente da capire. In ogni caso un’analisi complessiva dei materiali, correlata ai contesti di rinvenimento e alla distribuzione geografica degli stessi, permette di avanzare tutta una serie di ipotesi relative alle vocazioni economiche dei diversi territori, all’organizzazione delle attività economiche, al rapporto con le tradizioni culturali precedenti, al valore simbolico di certi oggetti.
La lavorazione della lana nella Venetia
BUSANA, MARIA STELLA;
2012
Abstract
Il contributo a tre voci presenta i risultati di un progetto di Ateneo dell’Università di Padova, coordinato da Maria Stella Busana, mirato al censimento degli indicatori archeologici riconducibili alla lavorazione della lana in età romana, al fine di chiarirne, in chiave diacronica, aspetti tecnologici, organizzativi e sociali. L’indagine è stata finora completata, mediante la registrazione dei dati in un database collegato ad un GIS, per le province di Brescia, Verona, Vicenza e Padova, dove si sono individuati più di 1000 reperti, appartenenti alle principali classi di strumenti utilizzati nelle diverse fasi della lavorazione (cesoie, rocche, fusi, uncini, fusarole e pesi da telaio, i materiali di gran lunga più numerosi). Nell’analisi viene prestata particolare attenzione a quegli aspetti che con l'uso potevano avere una stretta relazione, come le caratteristiche morfometriche e ponderali dei manufatti, le loro usure, le eventuali decorazioni che presentavano; nonostante l’approccio sistematico, per talune di queste classi le questioni relative al riconoscimento e all’interpretazione restano problematiche: le cesoie da tosatura si possono talora confondere con forbici utilizzate per altri scopi, i fusi e le rocche, se rinvenuti in stato frammentario, sono di difficile riconoscimento, i pesi da telaio dovettero svolgere anche altre funzioni, ancora parzialmente da capire. In ogni caso un’analisi complessiva dei materiali, correlata ai contesti di rinvenimento e alla distribuzione geografica degli stessi, permette di avanzare tutta una serie di ipotesi relative alle vocazioni economiche dei diversi territori, all’organizzazione delle attività economiche, al rapporto con le tradizioni culturali precedenti, al valore simbolico di certi oggetti.Pubblicazioni consigliate
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