Il tempo che va dagli anni Quaranta agli anni Sessanta del Millenovecento si distingue e si differenzia in Italia come un periodo storico con caratteristiche tutte particolari. Fu, in parte, ancorato ai decenni tra le due guerre mondiali ed in parte caratterizzato da una spinta quasi radicale, di progresso e cambiamento delle condizioni di vita e della società in generale, realizzatasi compiutamente nei decenni successivi. Si passò da una situazione segnata dalla dittatura ad un regime democratico di libertà e partecipazione sociale, da una società prevalentemente agricola ad una industrializzata. La trasformazione fu ben visibile, con passi enormi e rapidi in tema di mobilità, di mezzi di comunicazione come la televisione, di condizioni generali di vita, compreso il miglioramento dell’alimentazione e delle abitazioni. Si può osservare che la velocità di cambiamento non investì con uguale intensità tutti i settori della vita e constatare che la scuola e la sua attività culturale ed educativa non si collocarono certo in posizione prioritaria, ma quasi alla retroguardia del rinnovamento. L’esame e l’analisi delle relazioni che si riferiscono alla vita scolastica e cioè all’esperienza diretta degli insegnanti sono forse la via più attendibile ed insieme concreta per una verifica complessiva. La cronica mancanza di fondi statali e soprattutto di una seria e continuativa politica scolastica da parte dei governi dell’epoca, non mette la scuola in grado di funzionare adeguatamente. Dalle testimonianze esaminate emerge una scuola che si trova ad operare in un periodo di intensa trasformazione sociale ed economica, ma di tale mutamento non sembra essere né diventare il supporto culturale. Essa è costretta ad inseguire la trasformazione, facendone, senza direttamente volerlo, l’istanza ispiratrice e fautrice del proprio cambiamento ed aggiornamento. In senso generale si può dire che, nel periodo da noi considerato, si è manifestato in modo acuto il divario tra una scuola che dovrebbe porsi come promotrice dell’emancipazione umana del singolo e del miglioramento antropologico complessivo della società, e la sua posizione di retroguardia, in affannosa rincorsa per mettersi al passo con il cambiamento. Dalle testimonianze esaminate si può inoltre dedurre che questo divario è attutito almeno in parte dall’apertura culturale e dalla sensibilità sociale di alcuni insegnanti che, consci della situazione, riferiscono a volte dettagliatamente sul contesto socio-culturale, proprio per giustificare le scelte didattiche che mettono in atto.

Situazione socio-economica, educazione e scuola nel Veneto del dopoguerra

CALLEGARI, CARLA
2007

Abstract

Il tempo che va dagli anni Quaranta agli anni Sessanta del Millenovecento si distingue e si differenzia in Italia come un periodo storico con caratteristiche tutte particolari. Fu, in parte, ancorato ai decenni tra le due guerre mondiali ed in parte caratterizzato da una spinta quasi radicale, di progresso e cambiamento delle condizioni di vita e della società in generale, realizzatasi compiutamente nei decenni successivi. Si passò da una situazione segnata dalla dittatura ad un regime democratico di libertà e partecipazione sociale, da una società prevalentemente agricola ad una industrializzata. La trasformazione fu ben visibile, con passi enormi e rapidi in tema di mobilità, di mezzi di comunicazione come la televisione, di condizioni generali di vita, compreso il miglioramento dell’alimentazione e delle abitazioni. Si può osservare che la velocità di cambiamento non investì con uguale intensità tutti i settori della vita e constatare che la scuola e la sua attività culturale ed educativa non si collocarono certo in posizione prioritaria, ma quasi alla retroguardia del rinnovamento. L’esame e l’analisi delle relazioni che si riferiscono alla vita scolastica e cioè all’esperienza diretta degli insegnanti sono forse la via più attendibile ed insieme concreta per una verifica complessiva. La cronica mancanza di fondi statali e soprattutto di una seria e continuativa politica scolastica da parte dei governi dell’epoca, non mette la scuola in grado di funzionare adeguatamente. Dalle testimonianze esaminate emerge una scuola che si trova ad operare in un periodo di intensa trasformazione sociale ed economica, ma di tale mutamento non sembra essere né diventare il supporto culturale. Essa è costretta ad inseguire la trasformazione, facendone, senza direttamente volerlo, l’istanza ispiratrice e fautrice del proprio cambiamento ed aggiornamento. In senso generale si può dire che, nel periodo da noi considerato, si è manifestato in modo acuto il divario tra una scuola che dovrebbe porsi come promotrice dell’emancipazione umana del singolo e del miglioramento antropologico complessivo della società, e la sua posizione di retroguardia, in affannosa rincorsa per mettersi al passo con il cambiamento. Dalle testimonianze esaminate si può inoltre dedurre che questo divario è attutito almeno in parte dall’apertura culturale e dalla sensibilità sociale di alcuni insegnanti che, consci della situazione, riferiscono a volte dettagliatamente sul contesto socio-culturale, proprio per giustificare le scelte didattiche che mettono in atto.
2007
da maestri a direttori didattici
9788882324940
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/1777737
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact