L’eguaglianza, rappresenta sicuramente una questione di primaria importanza per la condizione delle donne migranti. Il principio dell'uguaglianza tra uomini e donne costituisce un diritto umano fondamentale riconosciuto oggi in molte società, comunque in tutti i paese occidentali; vi sono tuttavia situazioni di totale o parziale diniego di questo principio che colpiscono soggetti provenienti da società dove la parità su base sessuale è di fatto sancita sul piano legale, ma non condivisa come valore a livello sociale da tutte le componenti della popolazione, anche di quella coinvolta nei processi migratori. Si tratta di società dove persistono differenziazioni nei confronti delle donne che si riflettono negativamente sulla loro condizione sociale e esistenziale poiché configurano delle limitazioni alla sfera della libertà personale e, nel caso di donne coinvolte nei processi migratori, si traducono in mancate opportunità di integrazione nelle società riceventi Si è osservato che la condizione vissuta da molte donne immigrate, è spesso sul piano esistenziale assai difficile a causa del persistere di forme di controllo e compressione degli spazi di libertà personali che di fatto rendono impossibile l’emancipazione economica dall’uomo e la costruzione di percorsi di indipendenza che permettano di sottrarsi ad una vita privata talvolta fatta di soprusi e negazioni di ogni genere. Il diritto alla differenza e quello di poter scegliere come condurre la propria vita personale liberi da obblighi imposti da altri o da regole sociali ingiuste, nonché la libertà di accedere alle risorse materiali che permettono di condurre un’esistenza indipendente, sono diritti umani che debbono essere sempre rispettati. Perciò, vi è anzitutto da sottolineare che quelle norme e tradizioni che si fondano su un riconoscimento limitato e parziale dei diritti umani delle donne non possono essere considerate o costituire valori assoluti all’interno di taluni gruppi poiché in aperto conflitto con il principio di non discriminazione e con l’eguale dignità di tutti gli esseri umani. In questo saggio viene preso in esame un importante documento del Consiglio d’Europa preparato nel 1995 da un gruppo di esperti co nomina ad hoc sul tema migrazioni, diversità culturale e uguaglianza tra donne e uomini (EG/MG-Fem). Tale gruppo ha operato per un periodo di due anni (1994-1995) ed è stato istituito congiuntamente al Comitato Direttivo per l’uguaglianza fra donne e uomini (CDEG) e al Comitato europeo sulle migrazioni (CDMG).

Diritti umani, multiculturalismo, dimensione di genere

DEGANI, PAOLA
2007

Abstract

L’eguaglianza, rappresenta sicuramente una questione di primaria importanza per la condizione delle donne migranti. Il principio dell'uguaglianza tra uomini e donne costituisce un diritto umano fondamentale riconosciuto oggi in molte società, comunque in tutti i paese occidentali; vi sono tuttavia situazioni di totale o parziale diniego di questo principio che colpiscono soggetti provenienti da società dove la parità su base sessuale è di fatto sancita sul piano legale, ma non condivisa come valore a livello sociale da tutte le componenti della popolazione, anche di quella coinvolta nei processi migratori. Si tratta di società dove persistono differenziazioni nei confronti delle donne che si riflettono negativamente sulla loro condizione sociale e esistenziale poiché configurano delle limitazioni alla sfera della libertà personale e, nel caso di donne coinvolte nei processi migratori, si traducono in mancate opportunità di integrazione nelle società riceventi Si è osservato che la condizione vissuta da molte donne immigrate, è spesso sul piano esistenziale assai difficile a causa del persistere di forme di controllo e compressione degli spazi di libertà personali che di fatto rendono impossibile l’emancipazione economica dall’uomo e la costruzione di percorsi di indipendenza che permettano di sottrarsi ad una vita privata talvolta fatta di soprusi e negazioni di ogni genere. Il diritto alla differenza e quello di poter scegliere come condurre la propria vita personale liberi da obblighi imposti da altri o da regole sociali ingiuste, nonché la libertà di accedere alle risorse materiali che permettono di condurre un’esistenza indipendente, sono diritti umani che debbono essere sempre rispettati. Perciò, vi è anzitutto da sottolineare che quelle norme e tradizioni che si fondano su un riconoscimento limitato e parziale dei diritti umani delle donne non possono essere considerate o costituire valori assoluti all’interno di taluni gruppi poiché in aperto conflitto con il principio di non discriminazione e con l’eguale dignità di tutti gli esseri umani. In questo saggio viene preso in esame un importante documento del Consiglio d’Europa preparato nel 1995 da un gruppo di esperti co nomina ad hoc sul tema migrazioni, diversità culturale e uguaglianza tra donne e uomini (EG/MG-Fem). Tale gruppo ha operato per un periodo di due anni (1994-1995) ed è stato istituito congiuntamente al Comitato Direttivo per l’uguaglianza fra donne e uomini (CDEG) e al Comitato europeo sulle migrazioni (CDMG).
2007
Dialogo interuculturale, diritti umani e cittadinanza plurale
9788831793452
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