I profili connessi alla libertà di informazione, con particolare riguardo alle situazioni giuridiche soggettive – talora contrapposte – poste in capo ai fruitori di informazioni, rientrano certamente tra le tematiche più dibattute all’interno del dibattito giuspubblicistico contemporaneo. Il presente saggio, presentato in anteprima a un convegno scientifico aperto al contributo di discipline diverse, muove dall’intento di ricercare un punto d’equilibrio soddisfacente tra i diversi e sovente antitetici interessi in gioco: al diritto d’informare si contrappone infatti il diritto a essere informati, e, a sua volta, il diritto d’essere informati si rapporta alla libertà di manifestazione del pensiero; infine, il diritto di acquisire e divulgare informazioni può collidere con la pretesa alla riservatezza. Attesa la carenza di una specifica norma costituzionale posta a salvaguardia, tanto della situazione soggettiva inerente la libertà di informarsi che di quelle a essa connesse o speculari, quali il diritto all’accesso, la tutela della riservatezza e via dicendo, ci si chiede pertanto se sussista un dovere da parte dello Stato di assicurare un’adeguata garanzia, alla quale rapportare tanto la diritto di informare che la libertà di essere informati. Una volta acclarata la sussistenza di tale parametro, il lavoro stabilisce se l’ordinamento è in grado di fornire compiuta attuazione alle garanzie connesse alla riservatezza. Infatti, se quest’ultima deve comunque rappresentare la regola generale per la pubblica amministrazione, a fortiori possiamo contrapporre ai soggetti privati una tutela fondata – oltre che sul diritto al silenzio garantito ex articolo 21 – sui principi che sanciscono l’inviolabilità della libertà personale, del domicilio, della libertà e segretezza della corrispondenza e ogni altra forma di comunicazione.

Le situazioni giuridiche soggettive coinvolte nella libertà  d'informarsi. Brevi considerazioni alla ricerca di un inquadramento costituzionale

GOBBO, MAURILIO
2007

Abstract

I profili connessi alla libertà di informazione, con particolare riguardo alle situazioni giuridiche soggettive – talora contrapposte – poste in capo ai fruitori di informazioni, rientrano certamente tra le tematiche più dibattute all’interno del dibattito giuspubblicistico contemporaneo. Il presente saggio, presentato in anteprima a un convegno scientifico aperto al contributo di discipline diverse, muove dall’intento di ricercare un punto d’equilibrio soddisfacente tra i diversi e sovente antitetici interessi in gioco: al diritto d’informare si contrappone infatti il diritto a essere informati, e, a sua volta, il diritto d’essere informati si rapporta alla libertà di manifestazione del pensiero; infine, il diritto di acquisire e divulgare informazioni può collidere con la pretesa alla riservatezza. Attesa la carenza di una specifica norma costituzionale posta a salvaguardia, tanto della situazione soggettiva inerente la libertà di informarsi che di quelle a essa connesse o speculari, quali il diritto all’accesso, la tutela della riservatezza e via dicendo, ci si chiede pertanto se sussista un dovere da parte dello Stato di assicurare un’adeguata garanzia, alla quale rapportare tanto la diritto di informare che la libertà di essere informati. Una volta acclarata la sussistenza di tale parametro, il lavoro stabilisce se l’ordinamento è in grado di fornire compiuta attuazione alle garanzie connesse alla riservatezza. Infatti, se quest’ultima deve comunque rappresentare la regola generale per la pubblica amministrazione, a fortiori possiamo contrapporre ai soggetti privati una tutela fondata – oltre che sul diritto al silenzio garantito ex articolo 21 – sui principi che sanciscono l’inviolabilità della libertà personale, del domicilio, della libertà e segretezza della corrispondenza e ogni altra forma di comunicazione.
2007
Valore e valori nelle relazioni organizzative e di pubblica utilità 
9788843042159
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