Il saggio, che – sebbene inserito in lavoro collettaneo, del quale occupa una parte cospicua – per estensione ed acribia esegetica acquisisce dignità di monografia, delinea momenti di emersione e modalità applicative di una figura liminale, la ‘venditio nummo uno’, avente ad oggetto il trasferimento mediante contratto consensuale della piena e pacifica disponibilità del bene a fronte di pagamento consistente nella minima unità monetaria, tanto nel contesto pubblicistico quanto sul terreno privatistico. Analizzate le testimonianze letterarie e la legge agraria epigrafica, ll. 65-66, attinenti ad impieghi della figura volti a soddisfare esigenze cui non è estranea la gestione dei pubblici poteri in vista del perseguimento di interessi sovraindividuali, sono esaminate le situazioni nelle quali la ‘venditio nummo uno’ fungerebbe da ‘Auskunftsmittel’, ovvero escogitazione lecita in quanto diretta a riequilibrare rapporti patrimoniali non altrimenti riconducibili ad equità, sempre muovendo dal presupposto – contestato dai Pandettisti sulla base di ragioni non condivisibili – secondo cui le parti sarebbero libere di fissare qualsiasi prezzo, purché non vi sia dolo e neppure intento simulatorio nell’atteggiamento delle medesime. Una seconda parte della ricerca riserva precipua attenzione ai testi ulpianei in tema di ‘venditio donationis causa’, specialmente in relazione al divieto di liberalità ‘inter virum et uxorem’, da cui si dedurrebbe un atteggiamento più rigoroso verso la fattispecie liminale che – tuttavia – non contraddice precedenti impostazioni, propugnanti la liceità della ‘venditio nummo uno’ come espediente riequilibratore (ipotesi circa la quale, dopo Gaio, non si riscontrano in verità ulteriori attestazioni nelle fonti). Considerazioni finali attengono alla fisionomia assunta in età tardo-classica dall’alienazione a prezzo simbolico, laddove l’accentuazione della rilevanza attribuita alla simulazione e le disposizioni legislative inerenti alla ‘laesio enormis’ fanno congiuntamente ipotizzare scenari assai angusti circa la validità di regolamenti d’interessi aventi ad oggetto siffatta pattuizione di prezzo.

'Venditio nummo uno'

SCEVOLA, ROBERTO GIAMPIERO FRANCESCO
2007

Abstract

Il saggio, che – sebbene inserito in lavoro collettaneo, del quale occupa una parte cospicua – per estensione ed acribia esegetica acquisisce dignità di monografia, delinea momenti di emersione e modalità applicative di una figura liminale, la ‘venditio nummo uno’, avente ad oggetto il trasferimento mediante contratto consensuale della piena e pacifica disponibilità del bene a fronte di pagamento consistente nella minima unità monetaria, tanto nel contesto pubblicistico quanto sul terreno privatistico. Analizzate le testimonianze letterarie e la legge agraria epigrafica, ll. 65-66, attinenti ad impieghi della figura volti a soddisfare esigenze cui non è estranea la gestione dei pubblici poteri in vista del perseguimento di interessi sovraindividuali, sono esaminate le situazioni nelle quali la ‘venditio nummo uno’ fungerebbe da ‘Auskunftsmittel’, ovvero escogitazione lecita in quanto diretta a riequilibrare rapporti patrimoniali non altrimenti riconducibili ad equità, sempre muovendo dal presupposto – contestato dai Pandettisti sulla base di ragioni non condivisibili – secondo cui le parti sarebbero libere di fissare qualsiasi prezzo, purché non vi sia dolo e neppure intento simulatorio nell’atteggiamento delle medesime. Una seconda parte della ricerca riserva precipua attenzione ai testi ulpianei in tema di ‘venditio donationis causa’, specialmente in relazione al divieto di liberalità ‘inter virum et uxorem’, da cui si dedurrebbe un atteggiamento più rigoroso verso la fattispecie liminale che – tuttavia – non contraddice precedenti impostazioni, propugnanti la liceità della ‘venditio nummo uno’ come espediente riequilibratore (ipotesi circa la quale, dopo Gaio, non si riscontrano in verità ulteriori attestazioni nelle fonti). Considerazioni finali attengono alla fisionomia assunta in età tardo-classica dall’alienazione a prezzo simbolico, laddove l’accentuazione della rilevanza attribuita alla simulazione e le disposizioni legislative inerenti alla ‘laesio enormis’ fanno congiuntamente ipotizzare scenari assai angusti circa la validità di regolamenti d’interessi aventi ad oggetto siffatta pattuizione di prezzo.
2007
La compravendita e la interdipendenza delle obbligazioni nel diritto romano
9788813273125
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