Il primo volume della collana promossa dalla Società degli archeologi medievisti italiani è dedicato alle campagne dell'Occidente europeo, in particolare di Italia, Gallia e Penisola iberica, tra l'età di Costantino e quella di Carlo Magno. Un periodo cruciale della storia europea, oggetto negli ultimi vent'anni di un gran numero di ricerche che hanno cercato di analizzare ed interpretare i cambiamenti strutturali e sociali che hanno accompagnato le ultime fasi dell'Impero romano e la formazione degli stati romano-barbarici, un periodo che non è più visto unicamente con la percezione catastrofista predominante fino agli anni '80 ma viene ora analizzato attraverso un'ottica molto più positiva e più ricca di sfumature, marcata dal concetto di trasformazione. Utilizzando sia le fonti scritte, sia i dati archeologici, ne viene proposta una lettura originale, sottolineando il confronto tra differenti culture alla ricerca di un equilibrio che è ancora alla base delle società europee attuali. La fine delle ville romane, la fondazione dei castelli tra V e VII secolo, l'insediamento barbarico nelle aziende agricole romane, la tendenza alla concentrazione della popolazione in villaggi, la diffusione capillare dei luoghi di culto cristiano costituiscono le linee di ricerca attraverso le quali vengono riannodati i fili delle trasformazioni delle strutture insediative e delle aristocrazie che le hanno guidate.

Aristocrazie e campagne da Costantino a Carlo Magno

BROGIOLO, GIAN PIETRO;CHAVARRIA ARNAU, ALEJANDRA
2005

Abstract

Il primo volume della collana promossa dalla Società degli archeologi medievisti italiani è dedicato alle campagne dell'Occidente europeo, in particolare di Italia, Gallia e Penisola iberica, tra l'età di Costantino e quella di Carlo Magno. Un periodo cruciale della storia europea, oggetto negli ultimi vent'anni di un gran numero di ricerche che hanno cercato di analizzare ed interpretare i cambiamenti strutturali e sociali che hanno accompagnato le ultime fasi dell'Impero romano e la formazione degli stati romano-barbarici, un periodo che non è più visto unicamente con la percezione catastrofista predominante fino agli anni '80 ma viene ora analizzato attraverso un'ottica molto più positiva e più ricca di sfumature, marcata dal concetto di trasformazione. Utilizzando sia le fonti scritte, sia i dati archeologici, ne viene proposta una lettura originale, sottolineando il confronto tra differenti culture alla ricerca di un equilibrio che è ancora alla base delle società europee attuali. La fine delle ville romane, la fondazione dei castelli tra V e VII secolo, l'insediamento barbarico nelle aziende agricole romane, la tendenza alla concentrazione della popolazione in villaggi, la diffusione capillare dei luoghi di culto cristiano costituiscono le linee di ricerca attraverso le quali vengono riannodati i fili delle trasformazioni delle strutture insediative e delle aristocrazie che le hanno guidate.
2005
9788878144743
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