Il volume accoglie il contributo di autori di rilievo per discutere la matrice deumanizzante che caratterizza le relazioni mafiose. a mafia - sostiene la curatrice di questo volume - è un fenomeno che interessa la società intera in quanto avanguardia capitalistica che commercia e usa l'umano come "cosa". Questa modalità di considerare la mafia non tanto come un prodotto deteriore di una società povera quanto piuttosto come l'emergenza di una novità destinata a ottenere un sempre più ampio successo nel mondo è data da una specifica contingenza storica, ovvero la crisi determinata dal declino degli immutabili e dalla volontà di evitare che essi declinino. La perdita delle certezze che la cultura tradizionale garantiva rispetto al perché vivere è causa di una forte angoscia sociale che produce come esito il desiderio regressivo di tornare a credere a ciò in cui non si crede più. L'uso delle illusioni coinvolge pienamente il mondo femminile e quello dei poveri che in questo modo si dispongono a essere usati come "cose" da quel meccanismo che produce per un verso illusioni e per l'altro sopraffazione, quale è appunto la logica mafiosa che, tradizionalista per antonomasia, è anche estremamente all'avanguardia nelle modalità tecniche di sfruttamento dei conflitti e delle contraddizioni sociali. Il tema dei diritti umani e la questione della loro universalizzazione dipanano il filo rosso della discussione all'interno della polarità tra crisi determinata dal declino di certezze e anticulturalità. Il testo si espone dunque come un percorso in cui intellettuali, scienziati e politici offrono le proprie riflessioni relativamente ai diversi nodi che tale percorso implica, sia assumendo posizioni in contrasto, sia offrendo approfondimenti e testimonianze.

Cosa nostra e l'uso dell'uomo come cosa. Riflessioni su mafia e deumanizzazione

TESTONI, INES
2007

Abstract

Il volume accoglie il contributo di autori di rilievo per discutere la matrice deumanizzante che caratterizza le relazioni mafiose. a mafia - sostiene la curatrice di questo volume - è un fenomeno che interessa la società intera in quanto avanguardia capitalistica che commercia e usa l'umano come "cosa". Questa modalità di considerare la mafia non tanto come un prodotto deteriore di una società povera quanto piuttosto come l'emergenza di una novità destinata a ottenere un sempre più ampio successo nel mondo è data da una specifica contingenza storica, ovvero la crisi determinata dal declino degli immutabili e dalla volontà di evitare che essi declinino. La perdita delle certezze che la cultura tradizionale garantiva rispetto al perché vivere è causa di una forte angoscia sociale che produce come esito il desiderio regressivo di tornare a credere a ciò in cui non si crede più. L'uso delle illusioni coinvolge pienamente il mondo femminile e quello dei poveri che in questo modo si dispongono a essere usati come "cose" da quel meccanismo che produce per un verso illusioni e per l'altro sopraffazione, quale è appunto la logica mafiosa che, tradizionalista per antonomasia, è anche estremamente all'avanguardia nelle modalità tecniche di sfruttamento dei conflitti e delle contraddizioni sociali. Il tema dei diritti umani e la questione della loro universalizzazione dipanano il filo rosso della discussione all'interno della polarità tra crisi determinata dal declino di certezze e anticulturalità. Il testo si espone dunque come un percorso in cui intellettuali, scienziati e politici offrono le proprie riflessioni relativamente ai diversi nodi che tale percorso implica, sia assumendo posizioni in contrasto, sia offrendo approfondimenti e testimonianze.
2007
9788846490070
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