Le epidemie di influenza aviaria, oltre a rappresentare un grave problema di carattere sanitario, hanno causato ingenti danni economici a tutto il settore avicolo, compromettendo l'economia di interi comparti produttivi. Inoltre, il pagamento dei danni diretti, che è a carico della sanità pubblica, ha pesato in modo rilevante sui bilanci dello Stato. Dal 1997 al 2005 l'Italia è stata interessata da continue epidemie di influenza aviaria ad alta (HPAI) e bassa (LPAI) patogenicità. Durante l'epidemia HPAI del 1999-2000 si sono verificati 413 focolai, per la maggior parte localizzati nelle aree a elevata densità zootecnica di Veneto e Lombardia. L'elevata mortalità e gli abbattimenti dei gruppi di volatili infetti e sospetti infetti, hanno portato all'eliminazione di 16 milioni di animali, determinando una notevole perdita economica (più di 111 milioni di euro di danni diretti, circa 500 milioni considerando anche i danni indiretti). Dopo l'epidemia HPAI, varie ondate epidemiche di LPAI si sono verificate a partire dal 2000 fino al 2005. Per contenere la diffusione dell'infezione ed eradicare la malattia, sono state adottate misure di controllo (abbattimento dei gruppi infetti, macellazione controllata, misure di restrizione) e prevenzione (blocco accasamenti, misure di biosicurezza). Inoltre, a partire da metà novembre del 2000, è stato attuato un programma di vaccinazione di emergenza (PVE), approvato dalla Commissione Europea (Decisione 2000/721/CE), per le specie avicole considerate maggiormente a rischio e localizzate nelle aree densamente popolate di Veneto e Lombardia. Due campagne vaccinali, la prima dal 2000 al 2002 e la seconda dal 2002 al 2006 (Decisione 2002/975/CE), hanno permesso di contenere l'infezione (l'ultima epidemia verificatasi nella primavera del 2005 in provincia di Brescia ha visto coinvolti solo 15 allevamenti). Nel presente lavoro vengono analizzati i costi sostenuti per l'estinzione dei focolai (158 aziende coinvolte e danni diretti per più di 54 milioni di euro), i danni indiretti a essa collegati e i costi relativi alla campagna di vaccinazione, nella Regione Veneto dal 1999 al 2006 (fine del PVE). L'analisi economica effettuata, considerando gli indennizzi per la distruzione di animali, uova, mangimi e altre spese connesse, riferiti all'epidemia HPAI, ha evidenziato che i costi a carico del sistema sanitario nazionale (L 218/88), sono sensibilmente più onerosi rispetto a quelli sostenuti per attuare il programma di vaccinazione 2002/06, che ha interessato 513 aziende nell'area a maggior rischio di infezione e a più alta densità di popolazione avicola (DPPA) a livello nazionale.

Epidemia di influenza aviaria nella regione Veneto: analisi dei costi degli interventi di controllo.

CECCHINATO, MATTIA;
2007

Abstract

Le epidemie di influenza aviaria, oltre a rappresentare un grave problema di carattere sanitario, hanno causato ingenti danni economici a tutto il settore avicolo, compromettendo l'economia di interi comparti produttivi. Inoltre, il pagamento dei danni diretti, che è a carico della sanità pubblica, ha pesato in modo rilevante sui bilanci dello Stato. Dal 1997 al 2005 l'Italia è stata interessata da continue epidemie di influenza aviaria ad alta (HPAI) e bassa (LPAI) patogenicità. Durante l'epidemia HPAI del 1999-2000 si sono verificati 413 focolai, per la maggior parte localizzati nelle aree a elevata densità zootecnica di Veneto e Lombardia. L'elevata mortalità e gli abbattimenti dei gruppi di volatili infetti e sospetti infetti, hanno portato all'eliminazione di 16 milioni di animali, determinando una notevole perdita economica (più di 111 milioni di euro di danni diretti, circa 500 milioni considerando anche i danni indiretti). Dopo l'epidemia HPAI, varie ondate epidemiche di LPAI si sono verificate a partire dal 2000 fino al 2005. Per contenere la diffusione dell'infezione ed eradicare la malattia, sono state adottate misure di controllo (abbattimento dei gruppi infetti, macellazione controllata, misure di restrizione) e prevenzione (blocco accasamenti, misure di biosicurezza). Inoltre, a partire da metà novembre del 2000, è stato attuato un programma di vaccinazione di emergenza (PVE), approvato dalla Commissione Europea (Decisione 2000/721/CE), per le specie avicole considerate maggiormente a rischio e localizzate nelle aree densamente popolate di Veneto e Lombardia. Due campagne vaccinali, la prima dal 2000 al 2002 e la seconda dal 2002 al 2006 (Decisione 2002/975/CE), hanno permesso di contenere l'infezione (l'ultima epidemia verificatasi nella primavera del 2005 in provincia di Brescia ha visto coinvolti solo 15 allevamenti). Nel presente lavoro vengono analizzati i costi sostenuti per l'estinzione dei focolai (158 aziende coinvolte e danni diretti per più di 54 milioni di euro), i danni indiretti a essa collegati e i costi relativi alla campagna di vaccinazione, nella Regione Veneto dal 1999 al 2006 (fine del PVE). L'analisi economica effettuata, considerando gli indennizzi per la distruzione di animali, uova, mangimi e altre spese connesse, riferiti all'epidemia HPAI, ha evidenziato che i costi a carico del sistema sanitario nazionale (L 218/88), sono sensibilmente più onerosi rispetto a quelli sostenuti per attuare il programma di vaccinazione 2002/06, che ha interessato 513 aziende nell'area a maggior rischio di infezione e a più alta densità di popolazione avicola (DPPA) a livello nazionale.
2007
Workshop Nazionale di Epidemiologia Veterinaria: "Epidemiologia veterinaria: nuovi strumenti per lo studio delle malattie"
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