Introduzione. L’utilità clinica del dosaggio dell’NT-proBNP è oggi ampliamente documentata nel follow up dei pazienti con scompenso cardiaco da disfunzione sistolica. Recenti studi condotti su pazienti ipertesi con normale frazione di eiezione hanno evidenziato il ruolo dell’NT-proBNP anche come marker di disfunzione diastolica, grazie alla correlazione con la gravità dell’ ipertrofia ed il grado di disfunzione diastolica al Doppler pulsato. Nella cardiomiopatia ipertrofica (CMI) l’ipertrofia, la disfunzione diastolica, l’ischemia miocardica e l’ostruzione dinamica all’efflusso ventricolare sinistro sono i principali meccanismi fisiopatologici determinanti le manifestazioni cliniche ed il decorso della malattia. Al momento attuale, pochi sono i dati presenti in letteratura circa il ruolo dell’NT-proBNP nella CMI. Metodi. Abbiamo dosato l’NT-proBNP in 43 pazienti ambulatoriali consecutivi di età compresa tra 15 e 76 anni, media 43±16 anni (28 maschi, 65,1% e 15 femmine 34,9%), affetti da CMI, dal Marzo 2004 all’0ttobre 2006. Le concentrazioni di NT-proBNP sono state determinate utilizzando un metodo quantitativo (PBNP, Dade Behring) ed automatizzato applicato allo strumento Dimension RxL (Dade Behring). Per l’analisi statistica abbiamo utilizzato il Mann-Whitney test non parametrico e con il Kruskal- Wallis H test considerando come significativo un valore della P <0.05. Risultati. Le correlazioni con i parametri clinico-strumentali sono riportate in tabella. Conclusioni. Nella CMI i livelli plasmatici di NT-proBNP correlano positivamente con alcuni parametri clinico-strumentali indicativi di stati più severi di malattia quali il grado d’ipertrofia, di disfunzione diastolica, e le dimensioni dell’atrio sinistro, e sono tendenzialmente maggiormente aumentati nello stadio end-stage della malattia. Ulteriori ricerche saranno necessarie per valutare l’utilità di questo marker nella pratica clinica in particolare nella gestione della terapia e nella valutazione della prognosi.

Ruolo dell'NT-proBNP nella cardiomiopatia ipertrofica

MELACINI, PAOLA;CALORE, CHIARA;PLEBANI M;ILICETO, SABINO
2007

Abstract

Introduzione. L’utilità clinica del dosaggio dell’NT-proBNP è oggi ampliamente documentata nel follow up dei pazienti con scompenso cardiaco da disfunzione sistolica. Recenti studi condotti su pazienti ipertesi con normale frazione di eiezione hanno evidenziato il ruolo dell’NT-proBNP anche come marker di disfunzione diastolica, grazie alla correlazione con la gravità dell’ ipertrofia ed il grado di disfunzione diastolica al Doppler pulsato. Nella cardiomiopatia ipertrofica (CMI) l’ipertrofia, la disfunzione diastolica, l’ischemia miocardica e l’ostruzione dinamica all’efflusso ventricolare sinistro sono i principali meccanismi fisiopatologici determinanti le manifestazioni cliniche ed il decorso della malattia. Al momento attuale, pochi sono i dati presenti in letteratura circa il ruolo dell’NT-proBNP nella CMI. Metodi. Abbiamo dosato l’NT-proBNP in 43 pazienti ambulatoriali consecutivi di età compresa tra 15 e 76 anni, media 43±16 anni (28 maschi, 65,1% e 15 femmine 34,9%), affetti da CMI, dal Marzo 2004 all’0ttobre 2006. Le concentrazioni di NT-proBNP sono state determinate utilizzando un metodo quantitativo (PBNP, Dade Behring) ed automatizzato applicato allo strumento Dimension RxL (Dade Behring). Per l’analisi statistica abbiamo utilizzato il Mann-Whitney test non parametrico e con il Kruskal- Wallis H test considerando come significativo un valore della P <0.05. Risultati. Le correlazioni con i parametri clinico-strumentali sono riportate in tabella. Conclusioni. Nella CMI i livelli plasmatici di NT-proBNP correlano positivamente con alcuni parametri clinico-strumentali indicativi di stati più severi di malattia quali il grado d’ipertrofia, di disfunzione diastolica, e le dimensioni dell’atrio sinistro, e sono tendenzialmente maggiormente aumentati nello stadio end-stage della malattia. Ulteriori ricerche saranno necessarie per valutare l’utilità di questo marker nella pratica clinica in particolare nella gestione della terapia e nella valutazione della prognosi.
2007
Giornale Italiano di Cardiologia
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