La monografia intende chiarire il fondamento e i confini della capacità contrattuale riconosciuta ai minori d’età nel nostro ordinamento, nella duplice prospettiva attenta all’interpretazione del diritto vigente e alla valutazione di soluzioni alternative. Per dare maggior linearità al lavoro, la materia è distinta a seconda che la possibile attribuzione di capacità contrattuale abbia il proprio fondamento nella legge o, invece, si basi su una più complessa ricostruzione ermeneutica. Così nel primo capitolo, per un verso, trovano posto notazioni preliminari: si conduce un’analisi critica delle tesi dottrinali che, coinvolgendo lo stesso meccanismo e le conseguenze dell’annullamento, sarebbero suscettibili di ridimensionare la rilevanza stessa della ricerca; si analizzano - con una puntuale comparazione - i principali strumenti normativi adottati nei diversi ordinamenti per mitigare la regola, comune a tutti, dell’incapacità contrattuale del minore. Nello stesso capitolo, per altro verso, si indagano le singole fattispecie che nel nostro ordinamento hanno una, seppur parziale, disciplina nel codice o in leggi speciali; lo studio sul punto è utile sia a verificare quanto possa dirsi effettiva l’attribuzione di autonomia, sia a considerare, con l’aiuto di spunti comparatistici, soluzioni diverse a medesimi problemi. Nel capitolo successivo, l’attenzione si sposta sugli spazi di capacità contrattuale riconosciuti al minore in via interpretativa, i quali si riferiscono essenzialmente alla contrattazione quotidiana e ai contratti che implicano l’esercizio di diritti personali. In particolare, il problema dei c.d. atti della vita quotidiana è osservato da differenti prospettive. Si cerca di chiarire se esista nel nostro ordinamento un fondamento soddisfacente per la figura, o se sia invece ancora necessario accontentarsi delle vecchie finzioni giuridiche. La base normativa rinvenuta nell’applicazione analogica del nuovo art. 409 cpv. cod. civ. serve - secondo l’autrice - a precisare i confini dell’istituto. Nel medesimo contesto, viene valutata anche la possibile incidenza dell’indipendenza economica eventualmente raggiunta dal minorenne sulla capacità contrattuale così individuata, nonché la rilevanza che, in quest’ambito, residua per l’istituto dell’incapacità naturale. Infine, viene condotta una più estesa comparazione con le realtà europee in cui la contrattazione quotidiana del minore ha goduto di maggiori attenzioni da parte di legislatore e interpreti; le riflessioni comparatistiche si rivelano preziose per valutare in modo più consapevole la situazione del nostro ordinamento, e per derivare allo stesso tempo spunti de iure condendo. Il libro offre senz’altro un contributo spiccatamente originale; per più ragioni concorrenti, infatti, la materia non presenta quasi alcun punto fermo: i pochi interventi del legislatore sono risultati per lo più ambigui, è mancata una litigiosità che stimolasse decisioni giurisprudenziali chiarificatrici e la dottrina aveva normalmente dedicato al problema un’attenzione molto circoscritta all’interno di studi di più ampio respiro.

Il minore contraente. Contesti e limiti della capacità

CINQUE, MADDALENA
2007

Abstract

La monografia intende chiarire il fondamento e i confini della capacità contrattuale riconosciuta ai minori d’età nel nostro ordinamento, nella duplice prospettiva attenta all’interpretazione del diritto vigente e alla valutazione di soluzioni alternative. Per dare maggior linearità al lavoro, la materia è distinta a seconda che la possibile attribuzione di capacità contrattuale abbia il proprio fondamento nella legge o, invece, si basi su una più complessa ricostruzione ermeneutica. Così nel primo capitolo, per un verso, trovano posto notazioni preliminari: si conduce un’analisi critica delle tesi dottrinali che, coinvolgendo lo stesso meccanismo e le conseguenze dell’annullamento, sarebbero suscettibili di ridimensionare la rilevanza stessa della ricerca; si analizzano - con una puntuale comparazione - i principali strumenti normativi adottati nei diversi ordinamenti per mitigare la regola, comune a tutti, dell’incapacità contrattuale del minore. Nello stesso capitolo, per altro verso, si indagano le singole fattispecie che nel nostro ordinamento hanno una, seppur parziale, disciplina nel codice o in leggi speciali; lo studio sul punto è utile sia a verificare quanto possa dirsi effettiva l’attribuzione di autonomia, sia a considerare, con l’aiuto di spunti comparatistici, soluzioni diverse a medesimi problemi. Nel capitolo successivo, l’attenzione si sposta sugli spazi di capacità contrattuale riconosciuti al minore in via interpretativa, i quali si riferiscono essenzialmente alla contrattazione quotidiana e ai contratti che implicano l’esercizio di diritti personali. In particolare, il problema dei c.d. atti della vita quotidiana è osservato da differenti prospettive. Si cerca di chiarire se esista nel nostro ordinamento un fondamento soddisfacente per la figura, o se sia invece ancora necessario accontentarsi delle vecchie finzioni giuridiche. La base normativa rinvenuta nell’applicazione analogica del nuovo art. 409 cpv. cod. civ. serve - secondo l’autrice - a precisare i confini dell’istituto. Nel medesimo contesto, viene valutata anche la possibile incidenza dell’indipendenza economica eventualmente raggiunta dal minorenne sulla capacità contrattuale così individuata, nonché la rilevanza che, in quest’ambito, residua per l’istituto dell’incapacità naturale. Infine, viene condotta una più estesa comparazione con le realtà europee in cui la contrattazione quotidiana del minore ha goduto di maggiori attenzioni da parte di legislatore e interpreti; le riflessioni comparatistiche si rivelano preziose per valutare in modo più consapevole la situazione del nostro ordinamento, e per derivare allo stesso tempo spunti de iure condendo. Il libro offre senz’altro un contributo spiccatamente originale; per più ragioni concorrenti, infatti, la materia non presenta quasi alcun punto fermo: i pochi interventi del legislatore sono risultati per lo più ambigui, è mancata una litigiosità che stimolasse decisioni giurisprudenziali chiarificatrici e la dottrina aveva normalmente dedicato al problema un’attenzione molto circoscritta all’interno di studi di più ampio respiro.
2007
9788813272807
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/1782560
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