In questo capitolo abbiamo presentato una sintesi delle conoscenze e dei risultati sperimentali relativi al Disturbo dell'apprendimento non-verbale (Danv). Nonostante questo disturbo sia stato individuato da appena una trentina d’anni sono oramai numerose le ricerche che hanno permesso di comprendere meglio le sue caratteristiche e che hanno gettato luce su alcuni aspetti cruciali del disturbo. Come era da aspettarsi, fino a ora ci si è maggiormente concentrati sul processo diagnostico, piuttosto che sul suo trattamento. Pertanto esistono una serie di strumenti di valutazione che possono essere impiegati ai fini diagnostici. Restano, tuttavia, una serie di problemi irrisolti riguardo agli studi sul Danv. Fino a ora, per esempio, non esistono ricerche che hanno indagato se effettivamente i problemi di riconoscimento percettivo possono essere considerati alla base delle difficoltà di attenzione visiva e di memoria visuospaziale. Un secondo dato irrisolto riguarda le difficoltà di comprensione del testo dei bambini con Danv. Non è chiaro, infatti, se il problema di comprensione sia legato a un aspetto generale (l’incapacità di fare inferenze), oppure specifico, ovvero riguardante la capacità di fare inferenze relative a stati emotivi o a relazioni spaziali. A tale proposito le ancora poche indagini empiriche non forniscono delle risposte chiare e non considerano il ruolo di alcune funzioni cognitive, ad esempio della memoria di lavoro, nella capacità di comprensione del linguaggio e dei testi scritti. Un terzo nodo è da ritrovarsi nella comprensione di alcuni comportamenti problematici tipici dei bambini con Danv, come la rigidità e la scarsa flessibilità e propensione ad accettare cambiamenti. Rourke interpreta questi problemi in riferimento alle scarse esperienze che questi bambini possiedono riguardo all’esplorazione dell’ambiente circostante. Fin da piccoli i bambini Danv tenderebbero a non manifestare interesse nei confronti dell’esplorazione fisica dell’ambiente, comportamento che potrebbe spiegare la scarsa tendenza ad accettare novità anche negli anni successivi. Gli studiosi della sindrome di Asperger, al contrario, interpretano tali manifestazioni in riferimento ai tratti tipici dell’autismo e, quindi, alla chiusura nei confronti dell’ambiente fisico e sociale. Infine, le conseguenze emozionali del profilo Danv in adolescenza richiederebbero uno studio più sistematico e controllato di quello fatto fino a oggi. Un discorso a parte merita l’argomento relativo al trattamento del Danv. Nella letteratura (almeno a livello nazionale) esistono trattamenti sulle competenze sociali che possono dimostrarsi utili per bambini con Danv. Tuttavia, veramente poco è stato fatto riguardo alle abilità visuospaziali. A nostro avviso, i nuovi programmi di intervento dovrebbero considerare il disturbo a partire dall’esercizio di abilità di base (per esempio l’attenzione visiva o la memoria visuospaziale) ma sempre in una prospettiva every-day life, ovvero che tenga conto delle problematiche incontrate nella vita quotidiana andando a incidere, quindi, sugli apprendimenti scolastici, le competenze sociali, l’orientamento spaziale e l’autonomia personale.

Il disturbo dell'apprendimento Non-verbale (visuospaziale)

MAMMARELLA, IRENE CRISTINA;PAZZAGLIA, FRANCESCA;CORNOLDI, CESARE
2007

Abstract

In questo capitolo abbiamo presentato una sintesi delle conoscenze e dei risultati sperimentali relativi al Disturbo dell'apprendimento non-verbale (Danv). Nonostante questo disturbo sia stato individuato da appena una trentina d’anni sono oramai numerose le ricerche che hanno permesso di comprendere meglio le sue caratteristiche e che hanno gettato luce su alcuni aspetti cruciali del disturbo. Come era da aspettarsi, fino a ora ci si è maggiormente concentrati sul processo diagnostico, piuttosto che sul suo trattamento. Pertanto esistono una serie di strumenti di valutazione che possono essere impiegati ai fini diagnostici. Restano, tuttavia, una serie di problemi irrisolti riguardo agli studi sul Danv. Fino a ora, per esempio, non esistono ricerche che hanno indagato se effettivamente i problemi di riconoscimento percettivo possono essere considerati alla base delle difficoltà di attenzione visiva e di memoria visuospaziale. Un secondo dato irrisolto riguarda le difficoltà di comprensione del testo dei bambini con Danv. Non è chiaro, infatti, se il problema di comprensione sia legato a un aspetto generale (l’incapacità di fare inferenze), oppure specifico, ovvero riguardante la capacità di fare inferenze relative a stati emotivi o a relazioni spaziali. A tale proposito le ancora poche indagini empiriche non forniscono delle risposte chiare e non considerano il ruolo di alcune funzioni cognitive, ad esempio della memoria di lavoro, nella capacità di comprensione del linguaggio e dei testi scritti. Un terzo nodo è da ritrovarsi nella comprensione di alcuni comportamenti problematici tipici dei bambini con Danv, come la rigidità e la scarsa flessibilità e propensione ad accettare cambiamenti. Rourke interpreta questi problemi in riferimento alle scarse esperienze che questi bambini possiedono riguardo all’esplorazione dell’ambiente circostante. Fin da piccoli i bambini Danv tenderebbero a non manifestare interesse nei confronti dell’esplorazione fisica dell’ambiente, comportamento che potrebbe spiegare la scarsa tendenza ad accettare novità anche negli anni successivi. Gli studiosi della sindrome di Asperger, al contrario, interpretano tali manifestazioni in riferimento ai tratti tipici dell’autismo e, quindi, alla chiusura nei confronti dell’ambiente fisico e sociale. Infine, le conseguenze emozionali del profilo Danv in adolescenza richiederebbero uno studio più sistematico e controllato di quello fatto fino a oggi. Un discorso a parte merita l’argomento relativo al trattamento del Danv. Nella letteratura (almeno a livello nazionale) esistono trattamenti sulle competenze sociali che possono dimostrarsi utili per bambini con Danv. Tuttavia, veramente poco è stato fatto riguardo alle abilità visuospaziali. A nostro avviso, i nuovi programmi di intervento dovrebbero considerare il disturbo a partire dall’esercizio di abilità di base (per esempio l’attenzione visiva o la memoria visuospaziale) ma sempre in una prospettiva every-day life, ovvero che tenga conto delle problematiche incontrate nella vita quotidiana andando a incidere, quindi, sugli apprendimenti scolastici, le competenze sociali, l’orientamento spaziale e l’autonomia personale.
2007
Difficoltà  e Disturbi dell'Apprendimento
9788815119629
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