Il poster riporta gli esiti di un’indagine quantitativa condotta nell’autunno del 2003 su un campione rappresentativo di scuole dell’infanzia della Provincia di Vicenza e volta a rilevare da un lato l’attività di ascolto musicale e di canto condotta dagli insegnanti, ed eventualmente dagli esperti esterni, e dall’altro la loro formazione musicale. Dall’analisi dei dati raccolti, si rileva come ascolto e canto siano le attività musicali prevalenti, ma le tipologie di ascolto, le modalità di fruizione e la scelta del repertorio non rispecchiano la valenza formativa della musica. Solo una percentuale ridottissima di insegnanti possiede una formazione musicale specifica e spesso si affida ad esperti esterni la conduzione di laboratori musicali con contratti che spesso assumono la forma di veri e propri progetti annuali che includono la preparazione di spettacoli (Natale, Carnevale, festa della mamma, ecc). Dai dati risulta che l’attività degli esperti di musica è più ricca rispetto a quella dei docenti interni, sia per quanto riguarda l’ascolto che il canto: si riscontra maggiore varietà nelle scelte repertoriali e modalità diverse di approccio all’ascolto e al canto che contemplano anche spunti tratti da metodi didattici specifici. Non emergono però differenze tali da denotare una preparazione specialistica come quella che dovrebbe teoricamente possedere una persona “esperta”, preparazione che si dovrebbe porre ad un livello più alto di specializzazione in un’ottica di creazione-manipolazione del materiale musicale e di lavoro sul linguaggio, nella conoscenza e nel rispetto dell’evoluzione del bambino.

Music formative value in the italian kindergarten: reality or possibility?

AZZOLIN, SILVIA;RESTIGLIAN, EMILIA
2004

Abstract

Il poster riporta gli esiti di un’indagine quantitativa condotta nell’autunno del 2003 su un campione rappresentativo di scuole dell’infanzia della Provincia di Vicenza e volta a rilevare da un lato l’attività di ascolto musicale e di canto condotta dagli insegnanti, ed eventualmente dagli esperti esterni, e dall’altro la loro formazione musicale. Dall’analisi dei dati raccolti, si rileva come ascolto e canto siano le attività musicali prevalenti, ma le tipologie di ascolto, le modalità di fruizione e la scelta del repertorio non rispecchiano la valenza formativa della musica. Solo una percentuale ridottissima di insegnanti possiede una formazione musicale specifica e spesso si affida ad esperti esterni la conduzione di laboratori musicali con contratti che spesso assumono la forma di veri e propri progetti annuali che includono la preparazione di spettacoli (Natale, Carnevale, festa della mamma, ecc). Dai dati risulta che l’attività degli esperti di musica è più ricca rispetto a quella dei docenti interni, sia per quanto riguarda l’ascolto che il canto: si riscontra maggiore varietà nelle scelte repertoriali e modalità diverse di approccio all’ascolto e al canto che contemplano anche spunti tratti da metodi didattici specifici. Non emergono però differenze tali da denotare una preparazione specialistica come quella che dovrebbe teoricamente possedere una persona “esperta”, preparazione che si dovrebbe porre ad un livello più alto di specializzazione in un’ottica di creazione-manipolazione del materiale musicale e di lavoro sul linguaggio, nella conoscenza e nel rispetto dell’evoluzione del bambino.
2004
Sounds worlds to discover
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