Il fenomeno della moltiplicazione attraverso il processo di specificazione connota la fase attuale di sviluppo del discorso sui diritti umani. Questo questo processo evidenzia in modo inequivocabile la matrice politica e sociale dell’emergere di tutte quelle aspirazioni e bisogni che trovano oggi riconoscimento nella normativa internazionale. Non vi è dubbio che nel corso degli ultimi decenni si sia assistito ad un consistente sviluppo e approfondimento del catalogo dei diritti umani. In particolare, l’adozione di un numero cospicuo di dichiarazioni e convenzioni settoriali sulla scia della crescita dei movimenti collettivi che hanno dato spazio a situazioni prima ignorate o sottovalutate e sull’onda del successo delle campagne di mobilitazione su temi specifici e su ambiti particolaristici, ha dato visibilità ad un processo specificazione del generico. Tutto ciò ha indiscutibilmente lasciato aperte alcune difficoltà interpretative relativamente alla possibilità di dimostrare quali siano le ragioni rilevanti per cui taluni interessi o bisogni assumono ad un certo punto lo status di diritti. Tali difficoltà sono quelle notoriamente familiari alla teoria normativa della cittadinanza. Resta il fatto che mai come nella fase attuale ci si è trovati di fronte al proliferare in ambito internazionalistico di atti e documenti in tema di diritti della persona in cui peraltro, molto spesso, alla dimensione valoriale e politica delle situazioni considerate non corrisponde un sistema di garanzia adeguato. La donna è sicuramente uno dei soggetti per cui la tendenza alla moltiplicazione e alla specificazione dei diritti ha rappresentato oltre alla possibilità di vedere garantite condizioni e situazioni fino a pochi anni fa escluse da ogni tipo di riconoscimento e tutela, anche un veicolo per l’affermazione dell’appartenenza dei propri diritti al discorso dei diritti umani. A questo risultato si è pervenuti grazie al perfezionamento degli strumenti normativi messi a punto dalla comunità internazionale in materia di tutela della persona, ma anche grazie alla mobilitazione del movimento femminista e di numerose organizzazioni non governative la cui azione di denuncia nei confronti delle innumerevoli violazioni di cui sono vittime le donne ha creato la premesse perché una prospettiva di genere si facesse spazio in alcuni settori del sistema del diritto internazionale. Attraverso la conoscenza di quali sono le condizioni reali di vita della popolazione femminile soprattutto in certi contesti economici e cultuali e nelle situazioni in cui ricorrono talune circostanze (es. conflitti armati, crisi umanitarie, recessioni economiche, emergenze collegate ad eventi catastrofici, controllo del potere politico da parte di integralisti religiosi ecc...), si è potuto lavorare per accrescere la sensibilità nei confronti di queste stesse problematiche all’interno degli organismi del sistema diritti umani delle Nazioni Unite e favorire la messa a punto di numerosi programmi per favorire l’implementazione dei diritti umani delle donne.

Nazioni Unite e “genere”: il sistema di protezione internazionale dei diritti umani delle donne

DEGANI, PAOLA
2001

Abstract

Il fenomeno della moltiplicazione attraverso il processo di specificazione connota la fase attuale di sviluppo del discorso sui diritti umani. Questo questo processo evidenzia in modo inequivocabile la matrice politica e sociale dell’emergere di tutte quelle aspirazioni e bisogni che trovano oggi riconoscimento nella normativa internazionale. Non vi è dubbio che nel corso degli ultimi decenni si sia assistito ad un consistente sviluppo e approfondimento del catalogo dei diritti umani. In particolare, l’adozione di un numero cospicuo di dichiarazioni e convenzioni settoriali sulla scia della crescita dei movimenti collettivi che hanno dato spazio a situazioni prima ignorate o sottovalutate e sull’onda del successo delle campagne di mobilitazione su temi specifici e su ambiti particolaristici, ha dato visibilità ad un processo specificazione del generico. Tutto ciò ha indiscutibilmente lasciato aperte alcune difficoltà interpretative relativamente alla possibilità di dimostrare quali siano le ragioni rilevanti per cui taluni interessi o bisogni assumono ad un certo punto lo status di diritti. Tali difficoltà sono quelle notoriamente familiari alla teoria normativa della cittadinanza. Resta il fatto che mai come nella fase attuale ci si è trovati di fronte al proliferare in ambito internazionalistico di atti e documenti in tema di diritti della persona in cui peraltro, molto spesso, alla dimensione valoriale e politica delle situazioni considerate non corrisponde un sistema di garanzia adeguato. La donna è sicuramente uno dei soggetti per cui la tendenza alla moltiplicazione e alla specificazione dei diritti ha rappresentato oltre alla possibilità di vedere garantite condizioni e situazioni fino a pochi anni fa escluse da ogni tipo di riconoscimento e tutela, anche un veicolo per l’affermazione dell’appartenenza dei propri diritti al discorso dei diritti umani. A questo risultato si è pervenuti grazie al perfezionamento degli strumenti normativi messi a punto dalla comunità internazionale in materia di tutela della persona, ma anche grazie alla mobilitazione del movimento femminista e di numerose organizzazioni non governative la cui azione di denuncia nei confronti delle innumerevoli violazioni di cui sono vittime le donne ha creato la premesse perché una prospettiva di genere si facesse spazio in alcuni settori del sistema del diritto internazionale. Attraverso la conoscenza di quali sono le condizioni reali di vita della popolazione femminile soprattutto in certi contesti economici e cultuali e nelle situazioni in cui ricorrono talune circostanze (es. conflitti armati, crisi umanitarie, recessioni economiche, emergenze collegate ad eventi catastrofici, controllo del potere politico da parte di integralisti religiosi ecc...), si è potuto lavorare per accrescere la sensibilità nei confronti di queste stesse problematiche all’interno degli organismi del sistema diritti umani delle Nazioni Unite e favorire la messa a punto di numerosi programmi per favorire l’implementazione dei diritti umani delle donne.
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