Il Nord Est prosegue nella sua lenta e faticosa risalita nelle performance economiche. Non mancano segnali positivi e migliori del resto dell’Italia, come le rilevazioni congiunturali mettono in evidenza. Grazie soprattutto alla sua proiezione sui mercati esteri, il sistema produttivo del territorio ha saputo agganciare la mgliore dinamica della congiuntura internazionale. Il cammino si presenta tuttavia ancora lungo e incerto. Sia gli scenari internazionali, quanto quelli nazionali, appaiono mutevoli e instabili. 
Si naviga nell’incertezza, senza riuscire a prefigurare quando si arriverà al traguardo, pur consapevoli che questa situazione non si modificherà nel breve. Anzi, al trascorrere del tempo viene progressivamente spostato in avanti anche il termine della crisi. Come se la dimensione dell’incertezza avesse congelato la situazione. Il tempo si è, dunque, fermato? La crisi, che ha inferto ferite profonde nel tessuto economico e sociale della “locomotiva d’Italia”, ha ingessato il Nord Est? La risposta è negativa, perché sotto l’epidermide nordestina si celano mutazioni che raccontano di una trasformazione profonda la cui origine è antecedente all’avvento della crisi. Ma, nello stesso tempo, essa ha ormai definitivamente mutato – in modo rapido e intenso – alcuni geni fondamentali su cui lo sviluppo del Nord Est aveva poggiato. Modificandone profondamente il profilo

NORD EST 2011. RAPPORTO SULLA SOCIETÀ E L'ECONOMIA

MARINI, DANIELE
2011

Abstract

Il Nord Est prosegue nella sua lenta e faticosa risalita nelle performance economiche. Non mancano segnali positivi e migliori del resto dell’Italia, come le rilevazioni congiunturali mettono in evidenza. Grazie soprattutto alla sua proiezione sui mercati esteri, il sistema produttivo del territorio ha saputo agganciare la mgliore dinamica della congiuntura internazionale. Il cammino si presenta tuttavia ancora lungo e incerto. Sia gli scenari internazionali, quanto quelli nazionali, appaiono mutevoli e instabili. 
Si naviga nell’incertezza, senza riuscire a prefigurare quando si arriverà al traguardo, pur consapevoli che questa situazione non si modificherà nel breve. Anzi, al trascorrere del tempo viene progressivamente spostato in avanti anche il termine della crisi. Come se la dimensione dell’incertezza avesse congelato la situazione. Il tempo si è, dunque, fermato? La crisi, che ha inferto ferite profonde nel tessuto economico e sociale della “locomotiva d’Italia”, ha ingessato il Nord Est? La risposta è negativa, perché sotto l’epidermide nordestina si celano mutazioni che raccontano di una trasformazione profonda la cui origine è antecedente all’avvento della crisi. Ma, nello stesso tempo, essa ha ormai definitivamente mutato – in modo rapido e intenso – alcuni geni fondamentali su cui lo sviluppo del Nord Est aveva poggiato. Modificandone profondamente il profilo
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